Capitolo 24

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Alec era seduto su una panchina di metallo, leggeva un libro, come al suo solito. Aspettava ansiosamente l'arrivo di Clare, guardò alla sua destra vedendo il meraviglioso bouquet di libri che si era fatto confezionare da una domestica di casa. Non era sicuro che lei avrebbe avuto piacere a rivederlo, ma Dante, il suo migliore amico avrebbe rimediato a questo dubbio. Si conoscevano da quando erano piccoli, amici di famiglia, per la vita. Mentre Alec studiava medicina, Dante studiava un modo per hackerare i sistemi e così conclusi gli studi,  l'uno insegnò l'altro le basi. Alzò leggermente lo sguardo vedendo arrivare di fronte a lui Clare con Dante dietro che portava i suoi bagagli. Il suo sorriso genuino, nel vederlo, cambiò drasticamente. Alec si alzò non aspettandosi una reazione simile. Le si avvicinò tenendo il bouquet che aveva davanti, come se rappresentasse in un certo senso uno scudo. Il cuore incominciò a battergli come la prima volta che la vide. Lei sentì un peso improvviso bloccarle il respiro, maledisse Dante per averglielo fatto vedere in quel momento quando gli aveva esplicitamente richiesto qualche minuto prima di non incontrarlo. 

"-Ciao -" riuscì a dire timidamente, erano a faccia a faccia, a dividerli  circa una decina di metri,

"- Ciao anche a te -" Alec si lasciò andare sorridendole dolcemente, cercò di reprimere l'impulso di avvicinarsi e baciarla, quei tempi ormai erano finiti,

"- Immagino non sia un caso il fatto che tu sia qui -" disse Clare spostando lo sguardo verso il bouquet, non si mosse,

"- Dante mi ha detto che volevi far visita a i tuoi genitori -" 

"- E? -" domandò lei impaziente in cerca di una spiegazione,

"- E pensavo volessi avere un sostegno morale -" che orribile scusa, sei un'idiota, pensò Alec, le sue guance erano diventate magicamente rosse,

"- Ti sbagli, posso farcela da sola. -" fece per andarsene ma Dante la fulminò con lo sguardo, Alec si sentì talmente in imbarazzo che avrebbe preferito diventare una mattonella del pavimento,

"- Capisco, io ti ho portato questi -" camminò lentamente, come un felino, per porgli il suo regalo, Clare lo guardò con occhi lucidi, e con mani tremanti accolse il bouquet,

"- Grazie -" voleva dirgli molto di più: quanto fosse felice di quel gesto, ringraziarlo della sorpresa, l'emozione di rivederlo. Eppure si fermò ad una sola parola che ne racchiudesse cento. Lo fissò negli occhi accorgendosi che, lui provava le stesse emozioni, stesso imbarazzo, stessa esitazione nel calibrare le parole da riferirsi.

"- Quando desideri, il mio aereo è pronto per portarti da loro -" le porse il braccio, per fargli capire che pace doveva essere fatta, altrimenti niente partenza. Clare roteò gli occhi e si avvicinò a lui, quando sentì una voce fin troppo riconoscibile.

In quel momento...      

"- Clare! -" Simone urlò dall'entrata dell'aeroporto. Lei si bloccò di colpo, indecisa se fermarsi o fuggire. Atlas si sentì svenire, corse verso di lei per abbracciarla a sé, però aveva qualcosa di diverso. Non era la stessa. Lei fuggì.

Maggy non si sarebbe arresa così facilmente, quasi nessuno era sicuro di aver visto bene, Giorgia non era di certo così abbronzata, i vestiti non rispecchiavano il suo stile. Era ovvio che non fosse lei. La ragazza inoltre, era a braccetto con una persona, non credeva di certo che lei si fosse fidanzata con uno sconosciuto.

"- Credo tu abbia sbagliato persona -" sostenne Luna in toltale accordo con lei, 

"- Riconoscerei mia sorella non credi? -" rispose Simone sbraitando, Atlas si sedette su una panchina fuori per prendere aria, Callias lo seguì.

"- Ero convinto fosse lei -" gli confessò prendendosi il viso fra le mani esasperato,

"- Ti deve mancare proprio tanto -" rispose Callias stringendosi tra le spalle,

"- A te non manca? -" gli domandò fissando il cielo davanti a  loro, 

"- Fratello, ho perso le speranze notando come ti guardava. Involontariamente mi ha ferito così tante volte che mi sono stufato di crederci -" ammise, Atlas non riuscì a trattenere una risata,

"- Mi odia, Callias. Sai quante mi ha rinfacciato il fatto di non avermi lasciato congelare l'anno in cui siamo partiti per la settimana bianca? Oppure, tutte le volte in cui mi ha consigliato di scendere da quell'altalena mortale? Se potesse uccidermi senza conseguenze, lo farebbe, volentieri. -"

"- Chi disprezza compra -" sottolineo Callias arreso,

"- Clare non mi disprezza, mi odia -" lo corresse Atlas,

"- Allora perché continui a sperarci? -" gli domandò curioso,

"- Se un libro non ti stesse piacendo, leggeresti altri capitoli nella speranza che ti piaccia, giusto? -" gli rispose con un'altra domanda,

"- Sì, credo di sì -" rispose confuso,

"- Bene io aspetto che nei prossimi capitoli la nostra storia cambi, che sbocci come era successo un tempo, lo spero, perché ne ho bisogno -" detto questo si alzò, guardò un'ultima volta il cielo e si diresse dentro, ma l'amico lo bloccò,

"- Per quanto io possa leggere il libro, il finale non cambierebbe -" Atlas scosse la testa, 

"- Certo, il finale non cambierebbe, ma la visione di esso sì -" si voltò lasciandolo pietrificato a riflettere. Rientrarono entrambi come se non fosse successo nulla, Ronald era scomparso in cerca del suo amico, Maggy contava le perline del suo bracciale come se fosse un rosario, Luna disegnava un mandala e Simone si era rilassato all'indietro su una poltrona.

"- Mi confermate di non averla vista solo voi? -" chiese guardando il soffitto, Atlas si sedette al posto accanto e fece lo stesso, 

"- Anch'io credevo di averla vista -" rispose, si scambiarono un leggero sorriso per poi affondare i propri pensieri nel soffitto grigio,

"- Smettetela voi due, non era lei -" rispose Maggy distratta dal suo conto,

"- Maggy zitta, per favore starei cercando di dormire -" la strillò il fratello, che sulla poltrona affianco alla sua si era posizionato per dormire, un cuscino da viaggio intorno al collo gli permetteva di rilassarsi all'indietro, la maschera per il viso bianca avrebbe donato lucentezza alla sua pelle delicata, i ricci tirati indietro da una fascia, lasciavano al viso prendere aria, questo suo abbigliamento aveva un aspetto ironico,

"- Quanto dovremmo restare qui? -" Luna fermò il proprio disegno aspettando una risposta,

"- Il tempo di avere una pista da parte di Ronald e del suo amico -" rispose Simone stufo, 

"- Oh, capito -" riabbassò lo sguardo e riprese a disegnare. La giornata sarebbe stata molto lunga...


Con affetto, un ammiratore segreto...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora