Clare aveva volontariamente ignorato le infinite chiamate di Jack, i messaggi vocali e i video in cui diceva che gli mancava. Se gli fosse mancata veramente non avrebbe fatto ciò. Atlas per una volta aveva ragione, eppure lei era così legata a Jack, come lo era a lui; chi per un motivo e chi per un altro l'aveva ferita, usata. Che tristezza, pensava tra sé e sé, mentre sistemava i suoi vestiti nell'armadio bianco della camera da letto. Tutto la rispecchiava alla perfezione, dalle bacheche ricolme di foto, alle pile di libri che non aveva ancora sistemato nella sala lettura. Mentre era impegnata a sistemare le proprie magliette le cadde l'occhio su un bracciale a terra. "- Atlas -" sussurrò con un filo di voce, all'età di 7 anni quando ancora si divertivano a giocare a i fidanzatini crearono gli uni per gli altri dei bracciali; quello per Clare era viola, con perline di legno gialle, mentre quello per Atlas era giallo con perline viola, la composizione dei colori era ispirata al fatto che il viola era il colore preferito della piccola Callum e il giallo era il colore preferito del piccolo Calante.
"- E prometti che non lo toglierai mai -" disse il piccolo Atlas, i grandi occhioni dolci incrociarono seri quelli di Clare. Erano ad un picnic, i soliti, il vestitino celeste a fiori bianchi di Giorgia aveva fatto arrossire il piccolo Atlas. I suoi capelli una volta erano ancora più biondi.
"- Te lo prometto -" squittì prima di abbracciarlo e stringerlo forte, come se ciò potesse tenerli legati per sempre. Atlas assaporò l'odore dei capelli della sua fidanzatina, lampone, che buono pensò. Qualche minuto dopo mostravano fieri i loro braccialetti a i genitori, che gli applaudivano per dargli la soddisfazione necessaria a crearne altri.
Nel tempio numero 4 nel frattempo regnava il caos, i vestiti erano piazzati a terra lungo il corridoio tra le colonne. Era dedicato a Zeus, al centro tra le colonne portanti si emergeva la sua statua gigante seduta su chissà quale trono, il mattonato si confondeva con le colonne che dividevano le stanze l'una dall'altra. E la camera da letto di Atlas Calante era la reincarnazione della confusione, come se fosse passato un urgano.
"- Possibile che non abbia nulla da mettere -" disse Atlas mentre lanciava i vestiti ovunque, cercando l'abbinamento perfetto tra eleganza e seduzione. Dopotutto voleva riconquistare Clare, gli serviva qualcosa di speciale. Forse la musica mi aiuterà, accese le casse della sua camera da letto e alzò il volume al massimo, la sua playlist cominciò a riprodursi da sola creando ciò che stava cercando. Dalla massa di vestiti firmati, tirò fuori una camicia bianca di lino, un pantalone anch'esso bianco e dei mocassini Prada neri. "- manca qualcosa -" si guardò intorno, e vide il proprio baule di gioielli e anelli, optò quindi per una manciata di anelli fini argentati, il suo nuovo Rolex abbastanza sobrio per i suoi gusti, e degli occhiali da sole, anche se era sera doveva obbligatoriamente indossarli, facevano parte del suo outfit. In una scatola rossa di velluto era contenuto il suo bracciale d'infanzia, rigorosamente giallo con perline viola, anche quello avrebbe indossato, un'ultima spruzzata del suo profumo Dior e sarebbe stato pronto ad uscire, quando lo schermo del suo IPhone blu si alluminò, una chiamata da sua madre.
"- Dimmi? -" rispose,
"- Ciao anche a te figlio, come stai? -" domandò la madre ironicamente,
"- Bene, a proposito da dove salta fuori questa storia che non verrete qui? -" domandò Atlas mentre si sistemava davanti lo specchio il ciuffo biondo cenere,
"- Ti avevo avvertito, per ottenere anche parte dell'eredità dei Callum, dobbiamo convincerli a flettere la loro figlia, lontani da occhi indiscreti -"
"- No. Non dovete obbligare i genitori a fare proprio nulla, Clare può scegliere da sola -"
"- Non ne eri tanto sicuro. Atlas questo è il tuo obbiettivo da quando era piccolo, cosa ti ha fatto cambiare idea? -" domandò la madre insidiosamente,
"- Niente, ora lasciate in pace i Callum e me, divertitevi -" disse riattaccando il telefono e uscendo dal tempio chiudendo la porta con la carta nella fessura. La sera aveva decorato quella meravigliosa isola con un cielo blu, costellato da migliaia e migliaia di stelle. Si poteva sentire il frinire delle cicale e dei grilli, l'odore salmastro del mare unito a quello umido della sera. Dopo Atlas uscì Maggy Stradivari, i capelli lisciati con la piastra tenuti immobili da uno strato di cera sulla testa che in un modo inspiegabile le donava uno sguardo più intenso, indossava una tuta prugna attillata senza spalline, con volant dello stesso colore attaccati a i fianchi, tacchi neri con un fiocco smeraldato sulla punta,
"- Post sbornia Atlas? -" gli chiese ironicamente incrociando le braccia al petto,
"- Tu Maggy, vai a caccia di un compagno che ti riscaldi il letto questa notte? -" ribatté lui poggiandosi su una colonna del tempio, le sorrise mostrando i denti bianchissimi e perfetti,
"- Sei arrugginito Atlas, puoi fare di meglio -"
"- Ma per favore, guardati come sei vestita, quel Ronald anche nuda ti si prenderebbe -"
"- Da quando fai le coppie, proprio tu che di amore non ci capisci niente -" disse sedendosi sul vaso allungando le gambe in avanti,
"- Ci capisco abbastanza, fidati-" la rassicurò, in verità non ci capiva nulla, però gli piaceva commentare le relazioni degli altri,
"- C'era un micro camera, in una torta inviata dal nostro assassino -" annunciò Maggy osservando il vuoto, Atlas la guardò in cerca del suo sguardo,
"- Merda -" disse appoggiando il braccio alla colonna e si passò una mano in faccia, "- l'hai distrutta vero? -"
"- Sì, sì, l'ho buttata in mare-"
"- A che gioco sta giocando? -" domandò ad alta voce Atlas, era in crisi di nuovo. Madeline non era la risposta, questo andava oltre al biglietto.
"- Probabilmente i giochi sono appena iniziati, la cena di stasera era sulla lista delle cose che i nostri genitori ci hanno programmato di fare, non voglio arrivare a pensare che -" ipotizzò Maggy bloccandosi di colpo,
"- Loro non possono volerci morti, spero non centrino nulla, me lo auguro, siamo loro figli dopotutto -"
"- Sì ma quante volte ci hanno detto che ci avrebbero messo alla prova? Eh Atlas? Quante volte?! -" Maggy era sul punto di piangere, si girò a destra trasse un profondo respiro e guardò in alto per trattenere le lacrime,
"- Questo assassino Maggy si sta approfittando delle attività che stiamo facendo per organizzarci degli stupidi scherzi -"
"- Stupidi scherzi?! Atlas! Il biglietto di un nostro funerale non mi sembra uno scherzo! -"
"- ZITTA! -" gli premette una mano sulla bocca quando vide arrivare Simone e Luna. Callias era impegnato a richiudere la porta mentre Ronald si stava allacciando le scarpe. Clare dove sei? E se fosse svenuta di nuovo?
"- Lo sa già vero? -" chiese Simone a Maggy, indossava delle Stan Smith bianche con una camicia blu notte su dei pantaloni bianchi, Luna invece indossava dei tacchi blu a punta con intrecci fino al ginocchio, il vestito bianco corto con scollo a v metteva in evidenza i suoi seni e il rosa cipria dei suo capelli. Callias indossava una camicia a fantasia tropicale con pantaloncini neri e ciabatte, i riccioli neri definiti attaccati alla testa gli coprivano parte della fronte.
"- Ma come ti sei vestito? -" gli domandò la sorella, Callias si guardò dall'alto verso il basso,
"- A me piace -" disse Giorgia, Atlas sobbalzò per poco non gli prese un colpo, il resto della comitiva rimase sbalordita della silenziosità con cui la giovane Callum era arrivata, "- le ciabatte no. -"
"- Sei bellissima -" questo commento fece arrossire la giovane Callum, indossava una tuta corta fino sopra il ginocchio, con scollo a v e schiena completamente scoperta i capelli boccolati e delle All Stars, giusto per rendere l'outfit più sportivo.
"- Io ho fame -"
"- Sì anch'io -"
Le voci mischiarono l'una con l'altra, la comitiva e la loro prima avventura.

STAI LEGGENDO
Con affetto, un ammiratore segreto...
ActionClare Callum ha sempre pensato che la sua ricca famiglia fosse normale, con qualche litigio, si sa cose da ricchi; fino a quando si ritrova catapultata su un'isola mortale per incominciare un gioco mai finito. Ma il peggio deve ancora venire perché...