Capitolo 36

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10 anni dopo...

Simone's POV

Ho sempre pensato che a morire sarei stato prima io dato che sono più grande. Da quando  mia sorella è morta, il mondo sembra aver perso la sua lucentezza. La notizia non ci ha messo molto a circolare, e le condoglianze sono giunte alla velocità della luce. Eppure eccomi di nuovo qui, a fissare il suo ritratto nella casa di Nick. Lui ultimamente è irriconoscibile, sembra che l'accaduto abbia prosciugato la sua linfa vitale. La casa è in disordine totale, raramente lascia entrare qualcuno per pulirla. I miei genitori sanno tutto e la notizia li ha distrutti. Inspiro profondamente e spalanco la porta del suo ufficio. I fogli sono sparsi a terra in ordine casuale, le tende chiuse e bottiglie di Rum mezze aperte sparse per la stanza.

"- La porta! -" Nick è diverso, gli è cresciuta la barba e i capelli si sono allungati notevolmente, il fisico è sempre lo stesso, ma lui non è più al suo massimo splendore. 

"- Un po' di luce non ti farebbe male -" rispondo stringendo in pugni guardandomi intorno, 

"- In un mondo avvolto nell'oscurità, la mia unica luce è svanita -" il pessimismo è diventato il suo hobby preferito, 

"- Dovresti farti una doccia e sistemare tutto questo bordello -" indico il casino intorno a me, lui rimane a fissarmi e a stento riconosco la sua immortale bellezza di dieci anni fa, 

"- Sapevi che il fratello di Alec era fuggito quella notte? Perché secondo te non abbiamo il suo corpo? -" si alza facendo cadere a terra la sedia che avrà minimo cento anni, 

"- Nick -"

"- Io sono sicuro che lui c'entri qualcosa! -"

"- Nick per favore -"

"- Se lo trovassimo potr -" lo interrompo 

"- E' successo dieci anni fa cazzo! Dieci anni! -" gli urlo, "- Credi che sarebbe felice di vederti così?! Io ci ho provato, ok? Ho provato a tirare su di morale tutti! A nessuno è importato quanto io stessi soffrendo perché eravate troppo impegnati a fare stupide teorie complottistiche! Fanculo a te, ad Atlas, a Maggy persino a i miei genitori, è successo e basta; capisco- cerco di tranquillizzarmi -che ti manca, che l'amavi, ma ora devi lasciarla andare, te lo sto chiedendo io -" mi ritrovo improvvisamente senza fiato, questa storia va avanti da troppo e modestamente ne ho abbastanza. Esco a grandi passi senza aspettare una sua risposta.

Maggy's POV...

"- Ciao Clare, come va? Oh, come posso pensare che tu mi risponda,-" osservo l'elegante lapide cosparsa di fiori colorati. Giorgia Massimi, figlia e amica amata. "- oggi credo proprio che pioverà, ma tu che sei lassù lo saprai meglio di me-" mi sistemo il cappotto e mi siedo sul pavimento di marmo lucido. "- dovresti congratularti con me, ce l'ho fatta! Senza di te, senza il nostro noi. Mi chiedo cosa ti sia passato di mente quella sera, oppure dove sei ora, se stai leggendo uno dei tuoi milioni di libri o semplicemente stai giocando con un cane. Mi chiedo perché hai deciso di abbandonarmi proprio ora che ci eravamo ritrovate, mi chiedo chi c'è dietro a tutta questa storia, quante fottutissime domande a cui non posso dare risposta dato che tu sei morta. Simone ha gettato la spugna, il tuo amichetto no, spesso mi sento in colpa ad alimentare le sue speranze, anch'io ci spero. Già sono sicura che mi starai insultando per questo, -" mi asciugo le lacrime con un fazzoletto, ormai è d'abitudine venire qui e parlare ad un pezzo di pietra, "- e sono arrabbiata sai? Sono arrabbiata perché te ne sei semplicemente sbattuta di tutto e tutti, sei andata avanti come un treno senza chiederti come io, Atlas, Simone, Callias e tutti gli altri ci saremmo sentiti, come avremmo reagito a questo, hai fatto ciò che ti diceva l'istinto, e hai sbagliato. Ed io non ho fatto altro che piangere su un tuo errore irreversibile. Io ti ho persa come migliore amica, Atlas ha perso il suo primo amore, Simone sua sorella, e Callias, sì proprio lui ha perso ciò che lo spingeva ad essere felice. Voglio smetterla di sperare in qualcosa che è svanito da tempo, voglio finirla di essere sempre qui a fissare il vuoto e sfogarmi sperando che tu mi possa dire "oh Maggy smettila altrimenti rovinerai il tuo mascara", per cui, questa è la mia ultima visita e direi che dopo dieci anni è abbastanza. -" lascio cadere i tulipani bianchi che ho portato e mi dirigo a passo spedito in macchina.

Atlas's POV... 

Oggi il cielo è diverso. Forse sono cambiato io, chissà. Quando ho avuto accesso a tutti i soldi dei miei genitori, li ho bruciati. Almeno quelli cartacei. Lei avrebbe fatto lo stesso. Mi sdraio sull'erba umida del giardino, a guardare ancora una volta la notte. Dieci anni sono tanti, davvero tanti. Ho come la sensazione che da un momento ad un altro lei arrivi qui saltellando come una pecorella per prendermi ad insulti. Ma questa sensazione si sbaglia e modestamente mi sento un'idiota anche solo a sperarci. La vita va avanti e così devo fare anche io. Mi sono rasato i capelli, gli stessi che lei si divertiva a rendere un cespuglio disordinato per dispetto. Ho donato alle famiglie bisognose tutti i miei vestiti che giudicava negativamente perché troppo belli su di me. Ho distrutto la mia vecchia casa e ho fatto sì che Madeline uscisse dal manicomio in cui era rinchiusa. E poi ho gettato nel mare il nostro bracciale. Va bene così, ripeto a me stesso ogni singola mattina di ogni sacrosanto giorno in cui respiro ancora. Ora però le cose vanno bene, noi figli ereditieri abbiamo mandato avanti le società e siamo diventati il doppio più ricchi. Beh che dire siamo cresciuti; grazie a te, che forse mi stai sentendo in qualche modo. In qualche astrale dimensione. Grazie per avermi reso l'Atlas di oggi, e soprattutto grazie di essere esistita. Bevo un altro goccio dalla bottiglia di rum ormai finita. Mi alzo barcollando gettandomi sul grigio divano, scordandomi di chiudere la finestra. Essere ubriaco non mi rappresenta affatto. Socchiudo gli occhi addormentandomi, quando una figura sfocata si palesa sull'androne. 

"- Certo che sei proprio sbronzo, se continui così ne diventerai dipendente -" o ho le allucinazioni oppure lei è davvero qui, 

"- Sei veramente tu? -" domando cercando di mettere a fuoco l'immagine minuta della ragazza che ho amato per anni, 

"- Dormi -" risponde ignorando la domanda, mi alzo malamente cadendo su un lato lei corre nella mia direzione prima che possa toccare con la testa il pavimento, i suoi occhi sono stracolmi di lacrime e sono sicuro che sia reale perché mi hanno appena bagnato il collo,

"- Mi dispiace tanto, davvero. -" dice accarezzandomi il viso, dietro di lei la luce della Luna le illumina la figura nell'ombra, sembra una dea. Mi alzo per osservarla meglio, non ci sto capendo nulla. 

"- Che ci fai qui? -" cerco di avvicinarmi a lei per stringerla e baciarla, ma si allontana. Qualcosa non va,

"- E' stato un'errore, mi ha fatto più male vederti così che fingere di morire -" cosa?!?

"- Fingere di morire? Sei impazzita per caso? -" sarò anche ubriaco ma non scemo,

"- Ehy le cose vanno meglio da quando non ci sono più, lo sai anche tu! -" credo di essermi dimenticato come si respiri. Lei. E'. Qui. 

"- Tu ora resti qui con me. -" dico fermamente, la sua espressione si rabbuia, 

"- Atlas tu non lo vedi. Non vedi tutto quello che ha comportato la mia scomparsa! Avete ribaltato il mondo, lo avete reso vostro. Ora devo andare scusami. -" la fermo, un coniato di vomito mi risale su per la gola fino ad arrivare al suo vestito bianco,  

"- Cazzo! Atlas ma che cavolo! Non posso ritornare così -" cerco di riprendere il respiro, scusandomi in dieci lingue diverse, mi aiuta a sedermi sul divano mentre si toglie il vestito, rimanendo in biancheria intima, mi sono scordato che effetto mi faceva il suo fisico, 

"- Dove devi andare? Resta qui. Credevamo fossi morta -" finge di sorridere, 

"- Lo sono -"

"- Hai detto prima di aver finto -" la correggo corrugando la fronte, le sue guance diventano rosse, 

"- E tu sei ubriaco, ed io devo andare -" scappa da dove era uscita ed io cerco invano di rincorrerla. Bere mi provoca proprio delle allucinazioni, oh merda. Il suo vestito è qui. Lei non è morta...  






Con affetto, un ammiratore segreto...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora