Capitolo 8

20 3 7
                                    

"- Maggy la tua borsa -" disse Ronald indicando la borsa cadente dallo scomparto, Maggy si alzò silenziosamente dato che Clare si era addormentata a metà del viaggio. Maggy non capiva come fosse possibile, la sua migliore amica riusciva a dormire ovunque e anche profondamente. Lei invece no, passava le sue notti insonni a creare bozzetti per l'azienda dei genitori. Era il genio della famiglia? No, non lo era affatto, non le piaceva neanche esserlo forse adorava l'immagine della ragazzina stupida quanto bella che si divertiva alle feste in discoteca e non quella della figlia intelligente. In cuor suo sapeva che solo con una persona essere stupida sarebbe stato inutile, Ronald . Quando Maggy notò che tutti dormivano o sentivano la musica ad alto volume, tanto da udirla soffocata fuori dalle cuffie, si confidò con lui.

"- Grazie -" raccolse la sua borsa dallo scomparto e la cominciò a sistemare immotivatamente per scaricare la tensione,

"- Hai paura? -" gli chiese Ronald, con quel tono inquisitorio mentirgli sarebbe stato stupito

"- No certo che no -" rispose Maggy facendo scendere una gocciolina di sudore dalla sua fronte, sentì Ronald sospirare e muoversi sul sedile.

"- Ti è arrivato anche a te immagino -" disse socchiudendo gli occhi.

"- Non so a cosa tu ti stia riferendo -" mentì Maggy,

"- L'invito. L'invito al nostro funerale -" disse Ronald alzandosi per affiancare Maggy vicino alla sua borsa così da non farsi sentire, "- non so chi altro lo abbia ricevuto, credevo fosse uno scherzo-"

"- Anch'io, ho fatto indagare il mio investigatore privato e ne ho parlato  con Callias. Niente-"

"- L'ho ricevuto anche io -" disse Atlas alzandosi dal sedile, il suo ciuffo scombinato suggeriva di essersi svegliato da poco, abbastanza da poter sentire la conversazione tra Ronald e Maggy. "-Avevo una fan, Madeline, minacciava qualsiasi ragazza con cui mi frequentassi, non sarei stato sorpreso se questa volta fosse passata ad un'obbiettivo più grande. A degli obbiettivi più grandi. Ma ovviamente non c'è il suo zampino qui -"

"- Di certo non lo puoi sapere -" rispose in tono brusco Ronald mentre riordinava per colore le riviste di Maggy.

"- Fidati fratello, non è stata lei-" rispose rassegnato Atlas.

La sera prima aveva prenotato una suite nell'hotel più ambito della cittadina,aveva  chiamato cento fioristi per selezionare le composizioni più belle al mondo per decorare la vetrata in cui avrebbe fatto servire i piatti più buoni ed esotici al mondo. Tutto questo per Madeline. Il biglietto lo aveva tormentato da quando era arrivato. Aveva pensato più volte su chi fosse l'artefice, ma era praticamente impossibile escluderne uno per un altro, milioni i possibili indagati, milioni i possibili assassini. Per una volta aveva avuto paura anche della sua ombra. Madeline era la risposta a tutta la sua paura, la chiave per sbloccare la sua angoscia; le avrebbe rovinato la vita pur di dare la risposta a quel biglietto.

"- Madeline mia cara-" l'accolse Atlas in vestaglia da notte elegante di raso blu, non aveva voglia di vestirsi tanto i suoi vestiti sarebbero finiti sul pavimento indifferenti, pur di ottenere risposte che erano tutt'altro che indifferenti. Tutti avrebbero compreso la falsità del suo tono, ma non lei non Madeline.

"- Oh mio Dio, mi hai chiamata! -" urlò Madeline, il classico aspetto da nerd pensò Atlas. I capelli raccolti in due trecce scomposte forse dall'emozione di incontrare il suo idolo, le scarpe logore gli occhiali aggiustati da un pezzo di scotch carta al centro tra le due lenti, l'apparecchio fin troppo evidente e la maglietta. Con la faccia di Atlas stampata come sfondo. Questa donna è terrificante, disse tra sé e sé.

"- Certo Madeline, come non potevo invitare a cena la mia fan più sfegatata-" si scansò quando Madeline si lanciò addosso alla sua gamba come un cucciolo di qualche animale terrificante. "- ti prego accomodiamoci altrimenti i piatti si raffredderanno.-"

"- Cucciolino, non voglio di certo infrangere i tuoi orari.-" disse Madeline impaziente, prima di sedersi freneticamente sulla sedia del tavolino contornato da fiori. Atlas non seppe interpretare il suo atteggiamento. Sana agitazione o consapevolezza di aver fatto saltare la propria copertura venendo qui? La cloche d'acciaio rifletteva le luci delle candele tra i fiori. Ce ne era una davanti alla sedia di Atlas e una davanti a quella di Madeline. Si sedette anche lui senza staccare gli occhi di dosso da lei. Aveva ignorato le infinite vicende che lei gli raccontava, la fissava come se vedesse la salvezza. La salvezza. Associava la tranquillità ad essa e viceversa lui ne aveva bisogno. Sembrava ipnotizzato, il giorno dopo avrebbe rivisto Clare, quanto sarebbe stato felice di riaverla come quando erano piccoli. Erano inseparabili, fino al momento in cui, Atlas scoprì quanta ricchezza potesse ottenere da lei, dalla sua famiglia e l'incantesimo si spezzò. In tanti piccoli frammenti. Sotto un temporale all' età di 12 anni le aveva confessato i suoi sentimenti le sue paure e le preoccupazioni, ma l'aveva già persa; lentamente, lentamente gli era scivolata tra le dita, e lo aveva capito da una frase che fece mischiare le sue lacrime alla pioggia "Ricordo quant'ero felice quand'ero con te, ora vedo solo migliaia di ricordi falsi, pilotati dalla tua ossessione per il potere". Avrebbe riconquistato la sua fiducia il suo amore sistemando tutto, lei era la salvezza.

"- Apri la cloche Madeline -" disse rompendo il loro dialogo, lei ci rimase malissimo ma Atlas mantenne il suo viso impassibile. Madeline con mani tremanti l'aprì. Il biglietto in bella mostra ancora nella busta, poggiato su un cuscinetto rosso sangue.Vedeva la povera ragazza fissarlo terrorizzata. "- sei stata tu?-" disse sporgendosi di poco verso di lei, non gli avrebbe mentito, no, non lo avrebbe fatto.

"- N-non I-o N-non s-so-no sta-ta-" disse balbettando e richiudendo la cloche. Si vedeva dal suo volto che stava dicendo la verità oppure era una grande attrice. Ma ad Atlas Calante non piacevano i giochetti se non era lui a vincere, Madaline aveva appena fatto arrabbiare il suo idolo.

"-TE LO RIPETO UN'ULTIMA VOLTA PRIMA DI DENUNCIARTI PER STOLKING E LASCIARTI MARCIRE IN PRIGIONE SENZA CIBO NE ACQUA FINO A QUANDO NON RIMPIANGERAI DI AVERMI DETTO LA VERITA'! A QUEL PUNTO MI ATTECCHERO' ALLE SBARRE DELLA TUA CELLA E TI FARO' MANGIARE IL BIGLIETTO DEL FUNERALE, ALLORA SEI STATA TU?-" gli urlò contro, la ragazza cominciò a piangere terrorizzata .

"- NON sono stata io-" disse tornando a piangere "- Voglio tornare a casa -" disse urlando dalla disperazione. Atlas le si affiancò e le sussurrò all'orecchio 

"- Scelta sbagliata mia cara-" circa dieci uomini la portarono via in prigione mentre lei continuava ad urlare agonizzante. Atlas  si risedette, mise un tovagliolo bianco sulle gambe e aprì la cloche con disinvoltura, incominciò a tagliare la carne cotta al sangue. Lei non era la responsabile lo sapeva. Stava vincendo lei, non poteva accettarlo.  Lanciò  via il tovagliolo, le forchette, tutto, capovolse il tavolo calpestò i fiori e urlò dalla rabbia. In quel grande casino il biglietto sormontava sulla distruzione di tutto ciò che Atlas aveva provato a fare per indurre una ragazzina a confessare.

"- TU COSA?!-" urlò Maggy, era sorpresa che Atlas fosse arrivato a tanto.

"- Shhhh! Abbassa la voce. Al momento sembra che solo noi tre abbiamo ricevuto il biglietto. Quattro con Callias e cinque con Luna.-" disse Ronald.

"- I Callum sono stati risparmiati?-" domandò Atlas,

"- No. Simone ha avuto il biglietto ma non voleva parlarne con la sorella per non spaventarla-" disse Luna alzandosi e sciogliendosi malinconicamente  dall'abbraccio di un Simone Callum dormiente.

"- Allora Clare non deve saperlo-" disse Maggy ,tutti la guardarono in modo interrogativo "- significa che l'assassino non vuole lei, perché dovremmo coinvolgerla? -" a quel punto insieme concordarono su questa affermazione e nessuno si oppose. Clare ne se sarebbe rimasta all'oscuro.   




Con affetto, un ammiratore segreto...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora