Capitolo 1

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Kate si guarda allo specchio, accigliata; spera di vedersi diversa da com'è di solito. Ma, appena alza lo sguardo ad incontrare il proprio riflesso, ecco che si ritrova ad osservare la stessa ragazza castana di sempre. I capelli a caschetto, con la frangia perfettamente dritta appena sopra le sopracciglia, sono lisci e lucidi; gli occhi, dello stesso identico colore dei capelli, sono grandi e all'insù, un po' troppo distanti fra loro; la bocca è piccola e tonda, mentre il naso è il solito naso all'insù. Si pettina, ma non serve a molto, dato che i capelli le arrivano appena sotto il mento. Come farà ad affrontare la mattinata conciata in quel modo? Conciata... alla Kate?

"Forse", pensa, "si potrebbe rimediare con un po' di mascara."

Prende il tubetto, estrae il pennellino e inizia ad applicarselo sulle corte ciglia scure, le quali prendono colore e forma, allungandosi e scurendosi ulteriormente. Una volta finito, Kate rimette il tubetto nel beauty-case ed esamina il risultato allo specchio: gli occhi ora sembrano più grandi, ma non si piace ancora abbastanza. "E adesso?" si chiede, impanicata; non si muoverà di casa finché non avrà ottenuto un risultato decente. Prende un rossetto -il suo preferito, color pesca- e ci si colora le labbra. "Meglio..." pensa, senza convinzione. Alla fine si rassegna, sbuffando; affronterà il primo giorno di scuola così. In fondo, la terza superiore non può essere peggio della seconda o della prima.

Corre in camera dei suoi, l'unica stanza della casa in cui è presente uno specchio lungo, nel quale si può vedere tutta intera, e si osserva un'ultima volta da capo a piedi: la t-shirt bianca che indossa è troppo larga per le sue spalle strette e la sua corporatura minuta, mentre i jeans sembrano soffocarle le gambe. E' bassa, ma proporzionata.

"Cosa c'è che non va in me?" si domanda, guardandosi, senza capire cosa possa indurre gli altri a scuola a trattarla così male.

Un altro anno infernale la attende, spiandola dall'angolo della sua vita in cui è rimasto appartato per tutta l'estate. L'estate, per Kate, è pace, nonostante la conduca sempre e inevitabilmente alle porte della guerra che deve combattere ogni anno a scuola; la sua guerra contro tutti.

O meglio, la guerra di tutti contro di lei.

Scende le scale, varca la soglia della cucina e, ignorando sua madre e suo fratello maggiore, entrambi seduti a fare colazione, corre a versarsi del caffè bollente in una tazza. E' in ritardo, come al solito. Si domanda, in un momento di defiance, quale sia il suo primo corso della mattina... poi un nodo le attorciglia lo stomaco, stringendoglielo e dandole la nausea. Alla prima ora ha il corso di storia. A storia c'è Jonathan. Jonathan, per Kate, è come Romeo per Giulietta; peccato che, per Jonathan, lei non sia come Giulietta per Romeo, ma più come un inutile filo d'erba in mezzo a tanti altri. Perlomeno, non la prende di mira come fa il resto del liceo. Kate non ha mai capito cos'abbia di tanto divertente -e diverso- da attirare gli scherzi più crudeli della maggior parte dei compagni. Perché proprio lei? Se lo domanda spesso, ma non trova mai la risposta, e nessuno può dargliela, lo sa.

<<Tesoro?>> la chiama sua mamma.

<<Che c'è?>>

<<Va tutto bene?>>

Kate sorride; il sorriso più falso che abbia mai fatto in tutta la sua vita. <<Sì, mamma. Tutto a posto>>

<<Sei molto carina truccata così>>

Kate fa scorrere lo sguardo da lei a Fred, suo fratello, che continua ad abbuffarsi di brioches senza degnarla di uno sguardo. <<Grazie>>

Sua mamma, Lola, di origini messicane, le sorride. <<Sei nervosa?>>

<<Un po'>> ammette Kate, per la prima volta sincera.

<<E' normale>>

Kate annuisce; non vede l'ora di andarsene, affrontare quella giornata infernale e togliersela dai piedi. E' più difficile iniziare la battaglia che combatterla.

In cucina, ad un tratto, entra anche suo padre, Liam. <<Buongiorno a tutti>> dice, senza sorridere né guardare nessuno, ma puntando dritto al caffè.

<<Buongiorno, tesoro.>> lo saluta Lola, alzandosi per posargli un dolce bacio sulla guancia. Lei è bellissima. Kate, più di una volta, è arrivata ad invidiarla, nonostante l'età, e a chiedersi come sia possibile che da una donna così attraente sia nata una ragazza come lei.

<<'Giorno, papà>> parla per la prima volta Fred, i capelli biondi del papà e la carnagione scura della mamma.

<<Come state?>> chiede Liam.

<<Noi bene, Kate invece è un po' agitata, ma le stavo dicendo che è normale esserlo il primo giorno di scuola>>

<<Soprattutto nella sua situazione...>> commenta inopportunamente Fred, la tristezza nella voce; a lui è sempre dispiaciuto il modo in cui sua sorella viene trattata a scuola.

<<Fred, non mi pare il momento>> interviene Liam, severo.

<<Scusa>>

<<Io devo andare>> annuncia Kate, stufa di sentire la sua famiglia che parla di lei come se non si trovasse lì. Prende il suo piccolo zainetto marrone, una giacchetta jeans ed esce di casa.

In bici, pedalando verso il suo inferno personale, sente più freddo di quanto avesse previsto. Si ferma al lato della pista ciclabile, si infila il giacchetto jeans e ricomincia a pedalare.

"Ora va meglio", pensa, sempre più terrorizzata.

Il grosso cancello verde del suo liceo è più minaccioso di quanto ricordasse. Le viene un nodo in gola che, nonostante lei deglutisca di continuo per tentare scioglierlo, si stringe sempre di più, soffocandola. Il cuore batte a mille, l'istinto le dice di correre via, scappare il più lontano possibile, fuggire da quell'inferno, ma sa che non lo può fare; deve arrivare al college per seguire i suoi sogni e realizzarli. Allora, a quel punto, tutto cambierà, tutto andrà, per la prima volta nella sua vita, per il verso giusto.

Prende coraggio, lega la bici ad una sbarra della ringhiera che si prolunga dal cancello -per evitare l'affollato portabici-, e varca la tanto odiata soglia del liceo.

L'inganno dell'apparenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora