Capitolo 50

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<<Come sarebbe a dire?>> chiede Kate a Fred, sconcertata; Jonathan che finge un'altra identità? Con chi, poi? Con lei o con suo fratello?
<<Mi aveva detto di chiamarsi...>>
In quel preciso istante, il cellulare di Fred segnala l'arrivo di un SMS. Nel leggerlo, Fred sembra sconvolto.
<<Tutto okay?>>
Il ragazzo annuisce.
<<Sì, è solo... un mio compagno di università, nulla di importante.>>
<<D'accordo. Quindi Jonathan come ti aveva detto di chiamarsi?>>
Fred abbozza un piccolo sorriso strano, un sorriso che Kate non riconosce come suo.
<<Che hai?>> gli chiede, sospettosa che lui non le stia dicendo tutta la verità.
<<Niente, niente>>
<<Allora rispondimi>>
<<Mi aveva detto di chiamarsi Caleb.>>
Kate alza le sopracciglia.
<<Caleb?>>
Fred annuisce.
<<Caleb>> conferma.
<<E perché mai l'avrebbe fatto?>>
<<Non ne ho idea. Ora capisci perché ho reagito così quando l'ho visto... è stato strano>>
Eppure Kate continua ad avere la sensazione che Fred non sia del tutto sincero con lei e che continui a nasconderle qualcosa che dovrebbe sapere.
<<Quindi è stato per questo? Solo per questo?>>
<<Solo? Ti sembra poco?>>
<<No, ma... che ne so, magari c'è qualcos'altro che vorresti dirmi.>>
<<No, nient'altro.>>
Kate annuisce, rassegnata; lo scoprirà lei da sola, prima o poi.
<<Ora però è il tuo turno; cos'è successo prima, quando tu e il tuo bello mi avete cacciato dopo che lui ha scardinato la porta di camera tua?>>
<<A dire il vero, non lo so neanch'io>>
Fred si acciglia, evidentemente divorato dalla curiosità, così Kate prova a spiegargli ciò che ricorda; la strana telefonata con Christian, Christian che diventa Will, Will che la costringe a scegliere quale tortura subire, la perdita di sensi, la momentanea mancanza di memoria al risveglio... ora che ci pensa, sono davvero tante cose una di fila all'altra, e questo comincia a farle credere di star perdendo sempre di più la testa.
Eppure è sicura al cento percento di non essere pazza, di aver vissuto tutto questo. Non può esserselo immaginato, non può.
Altrimenti la porta della sua stanza come faceva ad essere chiusa a chiave dopo la visita di Will? Deve essere per forza stato lui, perché lei quella chiave non l'ha mai toccata da quando, da bambina, si nascondeva dalla mamma per scampare alle punizioni in cui lei voleva metterla per qualcosa che aveva fatto.
Quindi, fino a prova contraria, lei è sana di mente e ciò che vede è reale. Ciò che vive è reale.
Il liceo, la mattina seguente, le dà l'idea di essere più reale che mai, come sempre. Solo che, mentre una volta lo viveva come un inferno sulla terra per via del bullismo, adesso lo vive come un'ordinaria quotidianità che ha la sola pecca di essere noiosa. Anche se, visto ciò che è successo il giorno prima con Will, stamattina Kate ha un po' paura di quello che potrebbe succederle attraversando il cortile, perciò decide di fare uno squillo a Jonathan per chiedergli di venirla a prendere al cancello. È certa che lui la capirà, dato che sa cosa ha passato per anni.
<<Buongiorno, piccola>> risponde dolcemente il ragazzo dopo qualche secondo. Era da un bel po' che non la chiamava in quel modo e Kate ora si sente al settimo cielo.
Finalmente tutto è tornato alla normalità. Quella stessa normalità che prima cominciava a sembrarle tanto noiosa.
<<Buongiorno. Sono al cancello, puoi venirmi incontro?>> chiede, sperando che lui le dica subito di sì.
<<Mi dispiace, Kate, ma oggi ho anatomia>>
<<E allora?>>
<<Te l'avevo detto, no? Il professore ha organizzato una visita all'obitorio per studiare i corpi, non sono a scuola. Stiamo andando lì>>
<<Stiamo?>>
<<Sì, c'è anche Christian>>
Il cuore di Kate subito inizia ad accelerare i suoi battiti.
<<Vuoi dire che... sarò da sola con Will per tutta la giornata? Senza nessuno a proteggermi?>>
Non le è mai successo che, da quando conosce sia Jonathan che Christian, entrambi manchino da scuola allo stesso momento. E Kate, nonostante di recente se la sia cavata con una bella ginocchiata sulle parti basse di Will, adesso non è sicura di poterlo affrontare da sola; è troppo abituata ad avere, come dire, le guardie del corpo a difenderla dal bullo.
Subito la ragazza considera l'idea di fare dietrofront, riattraversare il cancello verde al contrario, slegare la bici dalla grata che si prolunga da esso e tornarsene a casa, al sicuro. Ma, a parte essere una decisione piuttosto vigliacca, sa che i suoi non approverebbero affatto, e neppure Jonathan e Christian.
E neppure lei stessa, in realtà.
Alla fine, nonostante la vecchia cara voglia sfrenata di fuggire dalla minaccia del liceo, Kate comincia ad attraversare il cortile, per la prima volta dopo tanto tempo sola, indifesa e, soprattutto, terrorizzata. Si era dimenticata di quanto fosse difficile non tremare, tenere la testa alta e controllare il respiro, guardandosi furtivamente intorno in cerca di qualcuno che potrebbe averla già presa di mira e, nel frattempo, sperando che non le arrivi da dietro qualche buccia di banana marcia sui capelli.
Ed ecco che, a circa metà giardino, scorge Will che, in lontananza, l'ha già adocchiata. Dà uno sguardo in giro per assicurarsi che non ci siano Jonathan e Christian e, accertatosi di avere il via libera, si avvicina a Kate con un sorriso malizioso stampato in faccia. La ragazza si ferma e si volta, intenta a cambiare direzione, ma si ritrova appiccicata all'enorme e muscoloso petto sudaticcio di Laurence. Alza lo sguardo ad incontrare i suoi occhi gelidi e deglutisce, impaurita, chiedendosi cosa le accadrà stavolta. Forse, dopotutto, c'era da aspettarsi che le sarebbe successa una cosa come quella del giorno precedente, prima o dopo, vista la rabbia di Will nei confronti di Jonathan e Christian che, per così tanto tempo, gli hanno impedito di avvicinarsi a lei.
<<Ehi, mostro!>> grida il bullo, continuando a camminare verso di lei.
"Ci risiamo" pensa Kate, cercando nervosamente una via d'uscita da quella situazione infernale.
<<Oggi sei mia.>> ringhia Will, una volta raggiunti lei e Laurence <<Tutta mia. Dove sono i tuoi fidanzatini? Ti hanno abbandonata?>>
Per quanto Kate sia tornata ad aver paura quasi come ai vecchi tempi, oramai, almeno con le parole, ha imparato a difendersi. Forse fisicamente no, ma verbalmente non ha intenzione di farsi sottomettere. Punta gli occhi scuri dentro quelli chiari di Will e chiede: <<E la tua di fidanzatina dov'è?>>
Il bambolotto biondo e con gli occhi azzurri storce il piccolo e perfetto naso di plastica che si ritrova, dopodiché torna a sorridere, strafottente.
<<È andata all'obitorio a smembrare cadaveri. Mi ha detto che sperava di trovare anche il tuo, in una delle sacche>>
"Sarah è con Jonathan e Christian? Poveretti..." pensa Kate, vagamente divertita.
<<Dio, ma ti sei vista? Sei ancora più brutta di quanto ricordassi.>>
Se il suo aspetto fisico, un tempo, era il suo punto debole, adesso non lo è più così tanto, perché nella sua vita c'è chi riesce a farla sentire speciale anche da quel punto di vista. Lo specchio, dunque, non ha più molta voce in capitolo per lei, figurarsi Will, che vale ancora meno.
<<I tuoi insulti mi scivolano addosso come acqua, Will. Dovrai essere più originale se vorrai ferirmi>>
Il bullo scoppia a ridere, divertito, e la rabbia monta dentro Kate, la quale chiude un attimo gli occhi per calmarsi.
Quando li riapre, Laurence è sparito da dietro di lei, mentre davanti...
Kate non riesce a fermare un grido di spavento; davanti a lei, al posto di Will, ci sono Jonathan e Christian, entrambi con lo stesso sorriso malizioso e strafottente che, poco prima, solcava il volto del bullo.

L'inganno dell'apparenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora