Capitolo 11

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Una lattina di birra, un bicchiere di Gin Lemon, qualche shot e Kate si ritrova in un'altra dimensione. La testa le gira vorticosamente, si sente le gambe molli e ha davvero caldo, ogni parte del suo corpo è in fiamme; ma è una sensazione piacevole, perché tutte le preoccupazioni, i brutti pensieri, l'ansia e il nervosismo sono improvvisamente spariti, come se non avessero mai fatto parte di lei. In questo momento, sa di poter dire qualunque cosa le passi per la testa senza conseguenze, sa di poter ballare fino allo sfinimento senza essere derisa e sa che vuole baciare Jonathan, vuole baciarlo adesso, lo desidera ardentemente, più di qualunque altra cosa al mondo. Non le interessa più di Sarah, Will e Laurence, le interessa soltanto di una cosa: lei insieme al suo Jonathan. Per una volta nella sua vita, Kate si sente libera da ogni peso, si sente... esuberante, felice, in pace con se stessa e con tutti gli altri. Il frastuono presente nel locale non la disturba più, tutt'altro: le fa venire voglia di scatenarsi il doppio, di scendere in pista e ballare con Jonathan per tutta la notte. Dentro di sé, si rende conto di essere ubriaca marcia, ma guardando il ragazzo, seduto ancora accanto a lei, non riesce a capire se lo sia anche lui. Tuttavia, i freni inibitori che prima le permettevano di dire certe cose e le impedivano di dirne altre sono spariti insieme a tutte le altre barriere precedentemente presenti in Kate.
<<Andiamo a ballare?>> chiede a Jonathan urlando un po' troppo forte, nonostante la musica alta.
<<Volentieri>> risponde lui, calmo; Kate non sa dire se sia divertito o meno dalla sua condizione e dal suo conseguente sfacciato modo di fare.
Istintivamente, gli afferra la mano e lo trascina con sé verso la pista da ballo, pronta a dominare il mondo come una regina insieme al suo re. Jonathan è il suo re. Kate è la sua regina. Lei sa che appartengono l'uno all'altra, che sono destinati a stare insieme; ora ne è più che sicura.
Mentre ballano per ore ed ore al ritmo della forte cassa veloce e regolare, Kate d'un tratto realizza di avere la vescica piena e di dover assolutamente correre in bagno.
<<Jonathan>> chiama, cercando di sovrastare il frastuono della musica.
<<Che c'è?>> grida lui in risposta.
<<Devo fare la pipì!>>
Nella confusione della gente intorno a lei e nel bagliore accecante delle luci psichedeliche, Kate non riesce a capire se Jonathan stia ridendo o meno, ma è sicuramente divertito dal suo atteggiamento da ubriaca.
Un minuto dopo, lui la sta scortando in bagno; adesso, non sa dire perché, è molto meno affollato di prima. Probabilmente sono andati tutti a ballare.
<<Ecco>> dice Jonathan, aprendole la porta di uno dei tre gabinetti. Kate scoppia a ridere, non capisce neanche il motivo.
<<Grazie!>> esclama, entrando e chiudendosi -anzi, sbattendosi- la porta alle spalle. Per un attimo, teme di avergli schiacciato un dito. <<Ops! Scusami!>>
"Sto per farmela addosso..." pensa, dopodiché scoppia nuovamente a ridere e si tira giù le mutandine. Per Kate, non è mai stato così arduo compiere un gesto tanto comune come quello di fare la pipì; a malapena riesce a capire in che posizione debba mettersi per c'entrare l'interno del water e non farla tutta fuori. Alla fine, dopo essersi finalmente svuotata, crede di esserci riuscita senza combinare disastri. Apre la porta e, uscendo, inciampa e cade fra le braccia di Jonathan.
<<Non mi reggo in piedi>> dice, sentendo le forze che pian piano l'abbandonano. L'energia che ha avuto fin ora sta per lasciare il posto alla stanchezza, allo sfinimento e, soprattutto, al sonno. La testa inizia a dolerle, le tempie a pulsare, e le palpebre si fanno sempre più pesanti.
<<Andiamo a casa>> dice Jonathan, reggendola mentre l'accompagna fuori dal bagno, apparentemente senza alcuna fatica.
Una volta fuori dal locale, le orecchie di Kate iniziano a fischiare; ogni rumore che sente è ovattato, tutto è confuso, ma l'aria fresca della notte riesce a donarle un po' di sollievo.
<<Va meglio?>> domanda Jonathan, tenendola per la vita al fine di impedirle di accasciarsi al suolo. Kate annuisce, esibendosi in un sorriso ebete rivolto al ragazzo che più adora al mondo.
<<Sei bello.>> gli dice, seria, perché lo pensa davvero; e l'alcol le sta dando la forza di confessargli quello che pensa e che ha sempre pensato di lui. <<E diverso. Diverso da tutti gli altri>>
Jonathan la squadra da capo a piedi, il viso a pochi centimetri da lei -per via della vicinanza che il sorreggerla gli impone-, ma non sembra prenderla sul serio.
<<Ecco, lo sapevo>> dice lei, liberandosi improvvisamente dalla sua stretta.
<<Cosa?>>
<<Non mi rispondi. Significa che non mi trovi carina>>
<<Al contrario, sei molto carina, è solo che...>>
<<Non è vero. Sono orrida, inguardabile, un mostro>>
Jonathan assume un'espressione allibita.
<<E' così che ti vedi?>>
<<Sì>>
<<Allora la vediamo in modo opposto, Kate.>>
<<Se è vero perché non mi hai risposto "sei bella anche tu"? Se è vero... perché non mi baci?>>
Jonathan alza le sopracciglia, incredulo.
<<Perché dovrei? Sei ubriaca>>
<<E allora?>>
<<E allora se ti baciassi adesso mi approfitterei di te e basta>>
<<Non è vero, perché sono io che te lo sto chiedendo>>
<<Kate, ti porto a casa. Ne riparliamo domani quando sei sobria, va bene? Prometto che ti chiamo, o ti scrivo, o passo a trovarti, quello che vuoi, ma ora hai bisogno di andare a casa a dormire>>
Kate abbassa gli occhi, leggermente imbarazzata; l'effetto dell'alcol sta cominciando a svanire, e lei avverte il familiare nodo tornare lentamente a stringerle lo stomaco.
<<Scusa, hai ragione>> ammette, sentendosi quasi mancare dalla stanchezza. Si affloscia, cercando un appiglio, e Jonathan corre subito a darglielo, sorreggendola una seconda volta.
<<Fa' attenzione>> le dice. Lei lo guarda, desiderando più che mai di baciarlo, qui e adesso; perdersi in quelle labbra divine è il suo sogno più grande e più bello.

Caro diario,
Se dovessi esprimere tre desideri, questi sarebbero: baciare Jonathan, baciare Jonathan, baciare Jonathan. Ci è voluta tutta la mia forza di volontà per non assaltargli quelle labbra stupende. Vorrei che mi appartenessero in eterno. Questa sera abbiamo bevuto tanto e poi ballato, mi ha appena riaccompagnata a casa, quindi forse sono ancora un po' ubriaca, non lo so, non lo capisco. E' la prima volta che mi sento così strana... e fuori dal mondo. E' stato come cambiare pianeta, finire su uno parallelo. Ma che sto dicendo? Forse deliro. Mi fa male la testa e vedo tutto girare, ho gli occhi che mi si chiudono. Accidenti, ma perché Jonathan non mi ha baciata? Mi ha portata in un pub, offerto da bere birre, drink e shot di ogni tipo e poi, quando ne ha avuto l'occasione, mi ha semplicemente riportata a casa? Quale ragazzo non coglierebbe al volo una tale possibilità? Sarà che mi trova brutta, e francamente non lo biasimo; io SONO brutta. Sono orrenda. Se fossi Will, anch'io mi prenderei continuamente in giro, lo so. Cavoli se sono esausta... penso che domani sar

L'inganno dell'apparenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora