Capitolo 40

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E, in meno di un secondo, la bocca del ragazzo è sulla sua, desiderosa di lei, disperata per averla; si è davvero sempre sentito così nei suoi confronti? Kate non riesce proprio a capacitarsene, mentre non può fare a meno di ricambiare quel gesto così dolce, romantico e a lungo atteso e desiderato. Il pensiero di Christian, ormai, non si fa più vivo, perciò nessun senso di colpa l'assale; esistono solo lei e Jonathan, il suo eterno amore. Nel suo cuore non c'è posto per nessun altro a parte lui, adesso l'ha capito e sa di non avere più alcuna via di scampo, stavolta; lui l'ha intrappolata di nuovo. Ora è nuovamente alla sua mercè. Le domande "che stai facendo?", "perché lo stai facendo?", "credi sia una buona idea?" e simili non trovano spazio nella mente di Kate, la quale non riesce a concentrarsi su nient'altro a parte quel bacio appassionato.
<<Dio, da quanto l'ho desiderato>> ansima Jonathan sulla sue labbra, tenendole il viso fra le mani e stringendola a sé il più possibile.
<<Anche io>> risponde lei, ansimando a sua volta; lo vuole come non lo ha mai voluto prima.
<<Ripetilo>>
<<Cosa?>>
<<Voglio sentirtelo dire>>
<<L'ho desiderato tanto anch'io>>
<<Ancora>>
<<Lo desidero>>
<<Dimmi che mi vuoi>>
<<Ti voglio>>
<<Più di chiunque altro?>>
<<Oh, sei il solo che voglio>>
Jonathan ansima ancora di più, avventandosi nuovamente sulla sua bocca. Il desiderio di fare l'amore proprio lì, nei bagni delle ragazze del liceo, in questo preciso istante scoppia in entrambi, ma entrambi sanno che non possono lasciarsi andare, altrimenti, se dovessero venire scoperti, passerebbero guai seri; serissimi. Perciò, dopo poco, si fermano.
<<Oddio>> sussurra Kate, sentendo mancare l'ossigeno.
<<Tutto bene?>>
<<Oh, benissimo>>
E si avvinghia a lui come se non ci fosse un domani, ringraziando Dio per averglielo fatto riavere, bello e dolce come lo ricorda, bello e dolce come lo desidera, come lo ha sempre immaginato; diverso da tutto e tutti, esattamente come appare.
"Fred sbagliava; l'apparenza non inganna affatto" pensa, un sorriso ebete stampato sul volto che, probabilmente, non la lascerà mai più.
<<Sei davvero così stupida da ricascarci di nuovo?>>
La voce malvagia di Will la costringe a destarsi da quel sogno magico e a guardare in faccia colui che, fino a qualche istante prima, stava abbracciando.
<<Che... che diavolo ci fai qui?>> balbetta la ragazza, indietreggiando sempre di più. Il cuore le batte come non ha mai fatto prima, dandole la sensazione di cadere nel vuoto; che sta succedendo? È forse impazzita? Will continua a sorriderle maliziosamente, avvicinandosi a lei con l'intento di bloccarla al muro... solo che non la bacerà come ha fatto Jonathan. O come Kate credeva che avesse fatto...
<<Sei ancora più ingenua di quanto pensassi, ragazzina>> ringhia Will, tendendo le braccia in avanti per afferrarla. A quel punto, il panico si impossessa di Kate, togliendole la forza di respirare e di muoversi; perciò, si lascia sbattere al muro dal bullo, una serie di grida e di richieste d'aiuto soffocate in gola e strette in un nodo che, ancora di più, le bloccano il fiato. Il viso del ragazzo si avvicina al suo, maliziosamente sorridente e cattivo; chissà cosa le farà, stavolta. Il dubbio la sconvolge più di quanto non lo sia già.
<<Do-dov'è Jonathan?>> trova la forza di chiedere, biascicando le parole -infatti, si domanda se lui l'abbia capita-, ma Will non fa altro che ridere, ridere e ridere di lei. E lei non può fare a meno di odiarlo sempre di più. Lo vorrebbe vedere morto, dolorante, rinchiuso in una gabbia... ma quella che si ritrova sempre dietro alle sbarre, alla fine, è proprio lei.
<<Il tuo amore non è qui. Sono sempre stato io, Kate, ricordatelo>>
La ragazza non riesce più a trattenersi; spalanca la bocca e grida, grida con tutta la forza che ha in corpo, lasciando uscire rabbia, paura e frustrazione tutte insieme.
Tuttavia, quell'urlo disperato rimbomba nella classe di scienze. Kate si risveglia all'improvviso, la testa ancora accasciata sul banco che odora di detersivo e la matita in mano. Per fortuna era solo un incubo. In un momento di defiance, la ragazza si domanda se per caso il bacio datole da Jonathan sia stato reale o facesse soltanto parte del sogno. Un sogno, in parte, bellissimo. La risposta la trova una volta uscita dall'aula, imbarazzata più che mai per la figuraccia. Infatti, dopo che il professore l'ha ripresa duramente, i compagni non hanno mai smesso di riderle alle spalle.
Agli armadietti, ad attenderla, ci sono sia Jonathan che Christian, entrambi intenti a discutere di chissà cosa.
<<Kate, diglielo che non sto mentendo>> la supplica il primo non appena la ragazza li raggiunge, alquanto sconcertata nel vederli insieme; non è mai successo prima d'ora. Che lei sappia, quei due non si sono mai neppure scambiati mezza parola, perciò è parecchio strano che ora discutano apertamente -su di lei, a quanto pare, cosa ancora più insolita-. Confusa, Kate fa scorrere lo sguardo da Jonathan a Christian e viceversa, cercando spiegazioni.
<<Digli che tu hai ricambiato il bacio, in bagno>>
La ragazza si irrigidisce, imbarazzata davanti a Christian e, allo stesso tempo, felice di sapere che sia successo veramente. Infine annuisce, rossa come un pomodoro.
<<Cosa?>> esclama Christian, incredulo <<Ma sei davvero così stupida?>>
Quelle parole le ricordano tanto le stesse che Will ha pronunciato nel suo incubo.
<<Non darmi della stupida, Chris, ti prego; so quello che faccio>>
<<Oh, come no, lo vedo. Come accidenti fai a fidarti di lui dopo tutto quello che ti ha fatto?>>
<<È complicato>>
<<Senti, forse dovremmo parlarne meglio in privato, che ne dici? Hai bisogno di qualcuno che ti faccia ragionare>>
Kate strabuzza gli occhi, offesa e arrabbiata; Christian la sta trattando come una bambina stupida e ingenua e questo a lei non va per niente bene. Quando sta per rivolgersi a Jonathan per dirgli che lo ama, tuttavia, questo è sparito; ora è rimasto soltanto il bel ragazzo dagli occhi trasparenti, in attesa di una risposta.
<<Non ho bisogno di te, Christian>>
<<Ne hai eccome. Io vengo da te stasera>>
<<Bene, resti fuori>>
<<Cosa?>>
<<Ho detto che resti fuori. Non ti farò entrare>>
<<Kate, per favore, cerca di riflettere...>>
<<Tu non capisci. Ho bisogno di lui>>
<<Non mi sta bene così>>
<<Che vuoi dire?>>
<<Che devi scegliere fra me e lui>>
La ragazza rimane sconvolta nel sentir uscire una frase simile dalla bocca del buon Christian; una scelta? È troppo.
<<Perché devo scegliere fra un mio amico e il ragazzo che amo?>>
Ma lui, a questa domanda, non risponde, e Kate ha subito paura di averlo ferito. Nonostante sia ancora arrabbiata con lui, i sensi di colpa fanno presto ad impossessarsi di lei per l'ennesima volta, costringendola a dargli spiegazioni e, se possibile, a rassicurarlo.
<<Senti,>> comincia, con l'intento di fare chiarezza sul loro rapporto una volta per tutte <<io sono innamorata di Jonathan, non di te, quindi sai che sceglierei lui. Non mettermi così in difficoltà, ti prego. Mi dispiace se tu speravi che fra noi due nascesse qualcosa di più dell'amicizia, e penso che tu lo sperassi, perché si è visto lontano un miglio che ci provavi con me fin dal primo giorno in cui ci siamo parlati. Il problema è che non riesco a ricambiarti. Nella mia testa c'è solo Jonathan, ha continuato ad esserci anche quando credevo di averlo dimenticato del tutto. Non scelgo io, non lo faccio apposta; quindi puoi chiamarmi ingenua, stupida, bambina, quello che ti pare, ma io amerò sempre lui. Scusa>>
Se Kate si aspettava di vedere le lacrime negli occhi di Christian, non è quello che succede; anzi, il ragazzo non dà alcun segno di delusione, disperazione, rabbia o tristezza. Sembra solo... sorpreso. Molto sorpreso. Gli occhi azzurri sono spalancati, le sopracciglia alzate a formare delle sottili rughe sulla fronte e la bocca è leggermente aperta. Kate si chiede cosa stia pensando, dato che non pare affatto ferito o preoccupato, ma solo alquanto incredulo.
<<Kate, non hai proprio capito niente tu di me, vero?>>
E, in effetti, adesso è piuttosto confusa. Scuote la testa, cercando risposte, ma il ragazzo tace per qualche istante, lasciandola sulle spine.
<<Cosa non mi hai detto?>> gli chiede, impaziente.
<<Non so se sia il momento più adatto ora, dato che non l'hai mai saputo. È che... me ne vergogno parecchio>>
<<Dimmelo, ti prego>>
Christian esita, dopodiché prende fiato e, guardandola negli occhi, dice a voce bassissima: <<Io sono gay, Kate.>>

L'inganno dell'apparenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora