Capitolo 30

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<<Ciao>>
<<Smettila di seguirmi ovunque>> ringhia Kate, spingendo l'anta verso il ragazzo con l'intenzione di chiuderla; questo, tuttavia, la blocca con forza con una mano.
<<Aspetta,>> esclama in tono di supplica <<ti prego>>
Kate sospira, riaprendo la porta e restando in ascolto a braccia conserte.
<<Che vuoi?>>
<<Parlare con te>>
La ragazza scuote la testa.
<<Non sono interessata>>
<<Perché no?>>
<<Perché so già cosa vuoi fare. Tu, Will, Jonathan e tutti gli altri>>
Christian spalanca la bocca, apparentemente incredulo.
<<Cosa?>>
<<Non ho più alcuna intenzione di cascarci>>
<<Kate, non sono uno di loro>>
<<Eppure ci hai riso con loro>>
<<Quando? Di cosa?>>
<<Di me>>
Il ragazzo esita, sconcertato; sembra non avere idea di cosa Kate stia dicendo.
<<Te lo giuro, io non...>>
Si interrompe, in difficoltà; dopodiché prende fiato e continua.
<<Io odio quelle persone>>
L'immagine di Jonathan che dice esattamente la stessa frase invade la mente di Kate, la quale viene assalita da una fitta di dolore allo stomaco.
<<Vattene>> dice, il tono che non ammette repliche.
"Ti prego" lo supplica mentalmente e con lo sguardo. Ma Christian non si muove.
<<Non sai quanto ti capisco>> dice con rassegnazione. La ragazza si acciglia, chiedendosi di che diavolo stia parlando.
<<Già,>> continua lui, annuendo come per auto convincersi di qualcosa <<neanch'io mi fiderei>>
E, continuando ad annuire fra sé e sé, le volta le spalle e si allontana. <<Come sarebbe a dire?>> esclama Lola dopo che Kate, a cena, ha affermato di voler mollare la scuola una volta per tutte.
<<Ti sei fusa il cervello per caso?>> aggiunge Fred, sconvolto.
<<Non ce la faccio più!>> si giustifica la ragazza, esasperata; per l'ennesima volta, le passa la fame.
<<Tesoro, prova a ragionare... si tratta soltanto di altri due anni. Dopodiché potrai seguire il sogno della tua vita e quest'inferno sarà finito!>>
<<Si tratta soltanto di altri due anni? Mamma, già due giorni mi uccidono>>
Lola sospira, la testa appoggiata ad una mano; Liam sembra riflettere. Nessuno mangia più. Kate non pensa di aver mai ricevuto tanta attenzione da parte di tutti i membri della sua famiglia messi insieme.
<<Kate,>> comincia suo padre, il tono calmo e ragionevole <<cosa farai quando avrai mollato il liceo?>>
La ragazza riflette sulla domanda appena posta da Liam; in effetti, cosa potrà fare? Lavorare? E dove?
<<Non lo so>> conclude, rassegnata. D'altronde è la verità; non ne ha idea.
<<Devi portare pazienza, Kate, ti prego>> insistono Lola e Fred, quasi all'unisono.
<<Voi non sapete cosa devo sopportare ogni giorno in quell'inferno. Non lo sapete affatto>>
<<E' vero, non lo sappiamo; ma sappiamo tutti qualcos'altro che anche tu probabilmente sai, ma che fingi di ignorare>> spiega Liam. Kate non ha capito una sola parola, ma gli chiede a cosa si stia riferendo, curiosa. L'uomo si pulisce la bocca con il tovagliolo e si schiarisce la voce, guardando il piatto anziché la figlia.
<<Sappiamo che se molli la scuola non entrerai mai al college. Niente college, niente scrittura, niente lavoro che ti piace. E questo significa che "l'inferno", come lo chiami tu, ti durerà per tutta la vita anziché soltanto per questi ultimi due anni. Mi capisci?>>
Kate annuisce. Ha capito perfettamente e sa anche che suo padre ha ragione, ma non vuole ammetterlo a se stessa; non ce la fa più ad andare ogni giorno a quello schifo di liceo. Non può resistere, non può.
"Deve finire" si dice, chiudendo la conversazione con il silenzio.
Quando Liam, Lola e Fred insistono per sapere da lei chi fosse e cosa volesse quel Christian, la ragazza si inventa che fa il finto interessato soltanto per tenderle una trappola e che lei lo sa perché ha origliato una conversazione fra lui e Will; il che, probabilmente, non si allontana troppo dalla realtà.
La notte stessa, Kate non riesce a dormire. La sua mente è invasa di pensieri riguardanti la scuola e cosa dovrebbe fare con essa, Jonathan, Will e il misterioso Christian; si chiede se stiano organizzando qualcos'altro insieme e, istintivamente, abbandona l'idea di fregarsene di loro e continuare a frequentare il liceo fino a raggiungere il diploma. Tuttavia, pensare di rinunciare ad una cosa così importante e convivere quindi con una scelta che la costringe a mettersi contro la sua intera famiglia e, ovviamente, a dire addio alle sue più grandi aspirazioni non l'attira molto; anzi, la sola idea di girarsi i pollici a casa da sola, di doversi cercare chissà quale schifo di lavoro in cui non verrà sicuramente trattata meglio di adesso o di deprimersi perché nessuno in casa le rivolge più la parola non può che darle il voltastomaco e farle passare la voglia di lasciare la scuola. Pensando e ripensando, infatti, giunge alla sensata conclusione che ci proverà; ci metterà tutta se stessa e, se mai dovesse non farcela, tutt'al più cambierà istituto.
Il risultato di tutto quel riflettere invece di dormire sono un bel paio di occhiaie che le segnano il viso la mattina seguente. Allo specchio, il riflesso della ragazza ha un aspetto disgustato. E' disgustata da se stessa, come sempre del resto; e, nonostante sia abituata a vedersi, non smetterà mai di sorprendersi della propria bruttezza.
Il cancello verde incombe minaccioso su di lei, provocandole un fin troppo familiare senso di impotenza dinnanzi al malvagio liceo che è condannata a frequentare ogni singolo giorno per altri due e passa anni.
"Pensa alla tua famiglia, Kate" si sprona, mentre attraversa il tanto temuto giardino. Liam, Lola e Fred si sono mostrati molto fieri della sua decisione di continuare con la scuola; lei, al contrario, già se ne sta pentendo. Will e Jonathan fanno capolino davanti all'entrata, sbarrandogliela, come al solito; vedere il ragazzo la fa sentire male. Will, un ghigno sbruffone stampato sulle labbra, resta a fissarla a braccia incrociate, mentre Jonathan, le mani infilate nelle tasche dei jeans, ha lo sguardo perso nel vuoto; perché non la guarda come fa il suo amico? Sembra quasi non notarla affatto. Fa roteare gli occhi blu elettrico dal cortile al cielo e dal cielo all'edificio alle sue spalle e così via, senza mai posarli sulla ragazza. Il modo in cui l'ex amore della sua vita -nonché il traditore che ha scritto quelle menzogne sulla sua vita personale e ha contribuito alla pubblicazione di quel video che tutt'ora continua a girare per la scuola- la ignora le fa salire una forte rabbia verso entrambi i ragazzi; dentro di lei, un fuoco inizia ad accendersi e, pian piano, anche a scoppiettare, emanando scintille che si riflettono nei suoi occhi puntati prima su Will poi su Jonathan. Il primo deve aver colto la sua occhiataccia fulminante, perché si fa serio e scioglie le braccia in modo minaccioso. Le si avvicina di un passo, dopodiché riprende a sorridere.

<<Cos'è quella faccia, troia?>> chiede, voltandosi poi verso Jonathan, il quale non dà segno di partecipazione né di divertimento. Will gli dà una forte gomitata che lo costringe a tornare al presente e a puntare gli occhi su Kate. A questo punto, anche lui comincia a sorridere appena; tuttavia, sembra lo faccia quasi controvoglia.

<<Ehi, che ti prende?>> gli domanda il bullo.

<<Mh? Niente, Will>>

<<Non stai avendo dei ripensamenti, mi auguro>>

<<Su chi, su questa qua? Assolutamente no>>

Kate si sente come se fosse stata appena pugnalata allo stomaco.

<<E allora che hai?>> insiste Will, lasciandole un po' di tregua; per un attimo considera l'idea di svignarsela, ma sa che sarebbe inutile tentare la fuga.

<<Niente>> risponde Jonathan con apparente indifferenza, scrollando le spalle.

<<Sicuro?>>

<<Sì, amico, sono solo stanco>>

<<D'accordo. Sei pronto a giocare, allora?>>

Il ragazzo sorride maliziosamente.

<<Certo. Che le facciamo?>>

"Jonathan..." pensa Kate, stentando ancora a credere che tali parole siano appena uscite dalla bocca di quello che una volta era l'amore della sua vita... un ragazzo all'apparenza così diverso e gentile. Così... dolce, disponibile. L'opposto di Will. Eppure adesso loro due sono insieme, contro di lei, e stanno per farle chissà cosa. Ha più paura del giorno in cui avrebbe dovuto incontrarsi segretamente con il bullo dietro l'edificio scolastico. E' una sensazione orribile, che la divora dentro, nonostante da fuori sembri così calma e rassegnata.

<<Tu cosa vuoi farle?>> domanda Will al suo compare, intrigato.

<<Io direi>> comincia Jonathan, tirando fuori un paio di forbici; il cuore di Kate salta un battito. <<di darle una spuntatina ai capelli. Tu che dici, Will?>>

Il bullo, per tutta risposta, scoppia a ridere.

"Devo fare qualcosa, devo fare qualcosa... aiuto!" pensa Kate, disperata ma immobile. Non sa cosa fare. Le serve aiuto, le serve immediatamente qualcuno che la soccorra, perché da sola non ce la fa. Non può farcela. Jonathan le gira intorno aprendo e chiudendo le forbici e portandole sempre più vicine ai suoi capelli già così corti e orrendi...

<<Dov'è la tua barbie, eh, Will?>> ringhia la ragazza, nel disperato tentativo di prendere tempo e, intanto, di sfogare la sua rabbia contro la persona che odia di più al mondo. Il ragazzo si fa serio, minaccioso.

<<Come hai detto, scusa? Non ho capito bene>>

<<Ha chiesto dov'è la tua troietta, idiota>>

La voce che ha pronunciato quest'ultima frase è familiare a Kate, eppure non la riconosce subito. Ciò che accade dopo avviene troppo in fretta perché lei possa rendersi conto che Will, presosi un pugno in faccia, è steso a terra sanguinante e Jonathan è sparito insieme alle sue forbici.

Ora rimangono solo lei e...

L'inganno dell'apparenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora