Capitolo 33

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Dunque non le è ancora del tutto passata per Jonathan; quanto durerà quest'agonia?

E' sabato sera, il cuscino è ormai zuppo, e ad affondarci il viso Kate sente freddo. Continua a dirsi di smettere di piangere, continua a dirsi che è finita, che ciò che il ragazzo le ha fatto dovrebbe bastarle per odiarlo, anziché farle versare lacrime su lacrime soltanto per lui, ma non ci riesce; di qualunque cosa provi a convincersi, il cuscino continua a bagnarsi sempre di più, in sincronia con i suoi occhi ormai consumati. Non riesce a non pensare al dolce dolore che aveva provato quando la lametta aveva trafitto la sua carne...

<<Smettila!>> urla disperata sul cuscino, di modo che nessuno possa sentirla dal piano di sotto. Per fortuna c'è solo Lola, dato che Fred è ripartito per il college e Liam è a lavorare, come al solito; le mancherà suo fratello. Si sente ancora peggio al pensiero che non potrà confidarsi con lui per un bel po', e che lui non sarà lì per farla star meglio. Il suo unico appoggio è via, lontano da lei; cosa le rimane? Il cellulare vibra, come a darle la risposta. Il suo primo istinto sarebbe quello di prenderlo e gettarlo fuori dalla finestra, per poi ridere nel vederlo sfracellarsi al suolo; tuttavia, in un momento di lucidità, decide di leggere il messaggio ricevuto, nel caso provenga da...

Jonathan? Mai.

Infatti non proviene da lui, bensì da Christian, com'era facile aspettarsi:

"Com'è andata oggi? Non c'ero a scuola, non stavo molto bene."

Arrabbiata con il mondo intero, e dunque anche con Christian, Kate si domanda perché gli piaccia tanto farsi gli affari suoi; cosa gli interessa di come sia andata la sua giornata?

"Che badi ai fattacci suoi" pensa, riaffondando la testa nel cuscino con l'intenzione di non rispondergli mai più. Le ci vuole un bel po' di tempo per realizzare che si è comportata male con il ragazzo, nonostante sappia che si preoccupa per lei perché sa benissimo cosa prova; la capisce, probabilmente anche meglio di Fred, e lei lo sa. Perciò afferra nuovamente il telefonino e risponde, anche se di malavoglia:

"Tutto ok."

Non ha la forza di scrivere nient'altro. Non gli racconterà adesso quello che è successo... o forse non glielo racconterà mai. A malapena riesce a pensarci senza scoppiare di nuovo in lacrime e sentirsi morire fra i tremiti e i conati di vomito.

Il cellulare vibra ancora una volta.

"Sicura?"

"Sì, dannazione, sì. Perché insisti?" pensa Kate, sempre più furiosa; tuttavia, non vuole essere scortese con l'unica persona che si interessa a lei. Probabilmente l'unico suo amico. Ecco perché lo fa; sono amici. Deve essere questa la ragione, a meno che non abbia secondi fini anche lui, nonostante tutto ciò che ha passato. E se fosse una vendetta? Per Kate sarebbe bellissimo, per una volta nella sua vita, passare dalla parte dei forti e approfittarsi dei più deboli; chissà cosa si prova. Magari Christian è quello che sta cercando di scoprire, fingendo di stringere un rapporto con la ragazza. Pensieri sempre più oscuri si fanno largo nella sua mente, spingendola a non rispondere al messaggio e a spengere il telefono; se, tuttavia, le intenzioni di Christian fossero nobili, continuando a dubitare di lui Kate lo perderebbe di certo. Com'è stato con Jonathan... anche se in quel caso non è dipeso dalla sua mancanza di fiducia. La testa della ragazza è un completo disastro confuso e disordinato, come una serie di fili intrecciati e pieni di nodi stretti ed inestricabili; sente che sta andando a pezzi, di nuovo. Quante volte ancora dovrà sentirsi così a terra e priva di forze per rialzarsi? Le servirebbe un'àncora di salvezza, un salvagente, qualcuno che le tenda la mano per tirarla su, ma allo stesso tempo non vuole vedere né parlare con nessuno, neanche con il suo psichiatra -anzi, tantomeno con lui-. Di Christian non si fida abbastanza, nonostante le cicatrici e i racconti raccapriccianti; Fred è via. Liam non le dà più di tanto retta e Lola è troppo ingenua, sicuramente penserebbe che vuole rifarsi del male e... Dio, la farebbe rinchiudere o chissà cos'altro. Dunque è sola. Sola con se stessa.

L'inganno dell'apparenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora