Capitolo 11

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Come ogni dicembre da quando ne ho memoria, mi trovo a scrivere i miei buoni propositi per il nuovo anno:

- riuscire a lavorare in un clima migliore di quello degli ultimi mesi;

- iniziare a essere più Becca persona e meno Becca lavoro;

- conquistare il mio principe azzurro.

Per l'ultimo proposito è stato messo a punto un piano con Elenia (la cugina) e Manuela (la complice). La prima mi ha detto della grande passione di lui per la pallavolo. Quando lo incrocio devo far uscire l'argomento e invitarlo ad una partita. La complice ha il compito di scrivermi quando il medico passerà al bar, in modo che io abbia l'occasione di vederlo.

Questa mattina l'ho dedicata alle call con alcuni clienti di Milano, sto per mettermi a cucinare, quando mi arriva il messaggio tanto atteso:

M: Corri Becca che Federico è qui. Io trattengo più che posso, ma tu muoviti!

B: Dammi dieci minuti.

Mi trucco veloce, metto in borsa la rivista di pallavolo che ho comperato proprio ieri e corro al bar facendo un'entrata semi trionfale.

«Buongiorno Manuela», dico con un tono di voce più alto del normale. Lei mi fa l'occhiolino e, mentre mi risponde, con la testa indica un tavolino alla sua sinistra.

Il bellissimo medico è seduto e, cercando di fare la spavalda, mi avvicino.

«Ciao Federico, ma che bello rivederti!»

«Oh, ciao Becca!» Mi regala un sorriso meraviglioso e io mi sciolgo. «Hai già preso il caffè? Dai siediti qui e fammi compagnia.»

Metto in azione il mio piano, appoggio le cose sulla sedia tra noi facendo attenzione a mettere in bella vista la rivista.

«Come va?» Gli chiedo curiosa.

«Bene bene, sono sempre un po' di corsa tra specializzazione in ospedale e le sostituzioni dei medici di base».

«Ma dai, oltre alla specializzazione fai turni in ambulatorio?»

«Pochi in realtà, ma oggi è un giorno di quelli».

«Se sapevo che c'eri tu prendevo il medico qui», cerco di fare un po' la civetta, ma non so quanto mi riesca.

«Beh, se hai bisogno, sai che mi puoi sempre chiedere un parere» risponde, e poi vedo che lo sguardo cade sulla mia borsa. «Pallavolo, anche tu appassionata? Quando avevo più tempo ci giocavo», e inizia un lungo racconto sulla sua carriera da sportivo, che in realtà so già, ma il suono della sua voce mi piace così tanto che non lo interrompo.

«Giocavi anche tu ?» Forse ho annuito troppo.

«In realtà giocavo a basket, ma mi capitava spesso di andare al palazzetto a vedere la pallavolo. Sono una grande appassionata», mento.

«Se avessi tempo mi piacerebbe tanto andare a vedere una partita», dice velocemente mentre prende in mano il telefono che suona. «Accidenti Rebecca, devo correre via, un'emergenza, sai, vita da medico!»

Finisce il caffè velocemente e poi s'infila il cappotto, chiaramente di taglio sartoriale super elegante.

«Sentiamoci, potremmo uscire assieme, magari a vedere una partita», aggiunge infine prima di correre via.

Oddio, potrei avere un appuntamento con il mio principe azzurro! Ha detto potremmo uscire assieme. Ho un appuntamento con Federico, andremo assieme al vedere una partita. Oddio che bellissima sensazione!

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