Epilogo

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Duecento quarantotto giorni dopo sto imprecando contro il telefono, o meglio contro la persona che dovrebbe stare all'altro capo del telefono.

È un banalissimo giovedì d'agosto, ma Neil ha trovato ancora il modo di farmi incazzare. È il compleanno di sua nonna, però lui oggi è più lento di un bradipo.

«Da quando fai così fatica a salire degli scalini?» Gli urlo senza neanche voltarmi, stiamo rischiando di essere in ritardo e io non voglio assolutamente sentire i rimproveri della signora Celestina. «Muoviti, tua nonna ha il temperamento, ma non la digestione di una ventenne. Quindi se non vuoi che passi la notte insonne fai meglio a muoverti».

«Non arrabbiarti, che altrimenti sarai tu a non digerire bene».

Mi giro per riempirlo di insulti. Rimane immobile per qualche secondo, prende una scatoletta dalla tasca e si inginocchia.

Inizio a tremare, mi aggrappo al muretto perché sento le gambe che faticano a reggere il peso di quello che sta per succedere.

«Lo so che è presto, lo so che non lo avevi programmato, lo so che esce dai tuoi schemi. Ma io te lo chiedo lo stesso. Rebecca Revi, mi vuoi sposare?» Domanda con la voce rotta dall'emozione.

Rimango imbambolata a guardare i suoi occhi che non smettono di fissare i miei e ripenso a tutto quello che sono stati questi mesi.

A inizio anno mi sono trasferita di nuovo nelle Marche: per cercare di fare le cose con calma, all'inizio ho preso una casa tutta mia, ma dopo neanche due mesi Neil mi ha obbligato a recidere il contratto per andare a convivere. È stato molto persuasivo. Le sue parole testuali sono state "O la smetti con questa buffonata del voler vivere da sola o io non faccio più l'amore con te!"

La scelta è stata molto facile e anche se pensavo che rinunciare alla mia libertà sarebbe stato difficile, ho invece scoperto che la condivisione è ancora più bella della libertà.

Così da circa sei mesi viviamo assieme e ogni giorno scopro cose nuove di lui. Alcune mi piacciono, altre meno, ma in qualche modo sto imparando ad amare anche le cose che non mi piacciono.

E le sorprese non mancano mai, come lui, qui, ora, su quella terrazza che si affaccia sul mare, dove ho capito che i miei sentimenti erano più grandi di quanto volessi ammettere. Inginocchiato davanti a me. Il mio cuore , la mia mente ed ogni singola cellula del mio corpo sa che non posso fare altro che sposarlo.

Ho sempre pensato di aver bisogno di qualcuno che mi completasse. Di trovare quella metà della mela di cui parlava sempre Platone. Quello che ho capito con Neil è che noi siamo interi e che le persone hanno il potere di far uscire il meglio di noi: non ci devono completare, ma ci devono sostenere, forse far arrabbiare e sicuramente farci crescere. Noi siamo interi e finché non lo capiamo cercheremo sempre qualcosa che esiste solo nella nostra testa.

Qui, in mezzo al nulla, la favola che tutte le ragazze sognano, quella che ha visto l'odio trasformarsi in amicizia e l'amicizia in amore, ha finalmente trovato il suo giusto finale.

Finalmente ho accanto a me il mio amore a tempo indeterminato.

Fine.

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