Capitolo 20

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Sto passando l'estate più bella della mia vita. Dopo aver raccontato alle ragazze della mia relazione con Neil, abbiamo sospeso tutte le regole e ci siamo comportati come una vera e propria coppia di fidanzatini.

A Pasqua Neil non ha potuto chiudere il bar, ma a Pasquetta è riuscito a chiudere a mezzogiorno e siamo andati ad una grigliata con tutti i suoi amici. Siamo arrivati assieme, senza dirlo, così è stata in qualche modo ufficializzata la nostra relazione.

Con grande gioia di Manuela (e mia), Neil ha deciso di prendere ferie e siamo andati al mare. A quanto pare non succedeva da anni che chiudesse il bar per più di quattro giorni, ma ammetto che ne sono stata molto felice. Dopo discussioni infinite, abbiamo trovato un compromesso tra il mio e il suo ideale di vacanza. Io erano anni che desideravo fare un viaggio on the road, ma chiaramente Giorgio non si smuoveva dal suo all inclusive. Neil invece desiderava tantissimo andare a fare surf.

Il compromesso?

Siamo arrivati fino in Provenza in treno e abbiamo potuto ammirare la fioritura della lavanda. Poi ci siamo spostati con un notturno fino a Barcellona e, dopo due giorni tra cervezas, ramblas e Gaudì, abbiamo dato il via al nostro vero e proprio viaggio fino alla volta di Tarifa. Con una macchina a noleggio abbiamo seguito tutta la costa della Spagna. Ci siamo fermati quando ne avevamo voglia e dove avevamo voglia. L'unica deviazione nell'entroterra l'abbiamo fatta in Andalusia, perché ho minacciato Neil per farmi portare a Siviglia e Granada.

Dopo 11 giorni di vagabondaggio, condito con grandi mangiate e tantissimo sesso, siamo arrivati a Tarifa, dove abbiamo consegnato la macchina a noleggio e ci siamo regalati una lussuosissima suite fronte mare.

Di giorno, mentre Neil faceva surf io mi godevo il clima perfetto del mare a inizio luglio. Una volta ha provato a convincermi a seguirlo, ma io sono troppo impacciata per quel tipo di sport e nella muta mi sento come un salume. Quindi no. Ma almeno posso dire di averci provato!

* * * *

«Ricordami perché mi devo vestirmi così», urlo a Neil mentre è in bagno che si fa la doccia.

«Perché oggi c'è la festa medioevale e qui è la festa più importante di tutta l'estate. Si fa a fine luglio ogni anno da sempre. Tutti i giovani gareggiano divisi nelle diverse contrade», esce dalla doccia con un piccolo asciugamano arrotolato in vita.

«Benissimo, ma io perché mi devo vestire così?» Sventolo un vestito di raso rosa antico e panna. «Non serviva che facessi la contadina?»

«Il comitato effettivamente mi aveva chiesto se potevi fare la contadina», sorride, «ma all'ultimo la dama, che lavora al nido con i bambini piccoli e pieni di moccolo, si è presa qualche malattia e serviva urgentemente una sostituta che avesse la sua taglia».

«E io sono l'unica e tu sventuratamente ti sei dimenticato di comunicarmelo».

«Esatto», dice mentre mi scocca un bacio sulla fronte.

«Sappi che non mi rifiuto solo perché so che gli organizzatori ci tengono e sono sempre carini con me», dico fingendomi arrabbiata, «ma sappi che non ci si comporta così. Dovrai farti perdonare».

«Scegli tu la mia tortura, mia dama», dice ironico prima di sfilarmi l'accappatoio e iniziare a baciarmi lungo tutto il collo.

* * * *

«Siete in ritardo», mi rimprovera Manuela. «La sfilata dei tamburini e degli sbandieratori è iniziata da almeno venti minuti».

«Non riuscivo a farmi entrare questo vestito», mento. «Questi abiti medioevali sono una tortura da infilare.»

«Se' Becca. Vedi che non sono nata ieri», mi guarda storta, «e Neil ha anche la casacca al contrario»

«Succede», dico imbarazzata.

«Vabbè. Ti ha spiegato bene cosa devi fare?»

«Io gareggio per la contrada della Torre. Sarò posizionata su una specie di lettiga tenuta da due baldi giovani, ci sarà una staffetta, dove io sarò il timone, e vincerà la contrada che arriva prima».

«Correranno, lo sai?»

«Me lo ha accennato».

«Correranno veloce».

«Mi terrò fissa?»

«Brava, tieniti fissa», mi raccomanda. «Ogni anno almeno una dama cade. Non voglio sentirmi un'altra volta le ire di Ludovica che ti viene a raccattare in ospedale.»

«Va bene capo», dico ironica.

«Comunque Becca, posso dire una cosa?»

«Non credo che riuscirò a trattenerti».

«Tu e Neil state proprio bene insieme. Lui è sempre super felice, non che prima non lo fosse, ma è una felicità diversa. Più reale. Prima alle volte avevo l'impressione che fosse solo una facciata per mantenere il suo personaggio. Adesso invece è davvero felice».

«Non so cosa rispondere».

«Non devi rispondere, non era una domanda», continua, «anzi adesso ti devi preparare alla parte su di te».

«Su di me?»

«Sì, Becca, la parte su di te. Perché Neil sta avendo un'influenza positiva anche su di te. Quando sei arrivata è sicuramente stato difficile, ma hai tirato fuori gli artigli e ti sei impegnata senza sosta per arrivare ai tuoi obiettivi, superando ogni ostacolo che avevi davanti a pieno punteggio. Ma era come se esistesse solo la Becca lavoro. C'era una piccola parte di Becca persona, ma era piccola e un po' opaca. Adesso invece la Becca persona è esplosa, fai cose che prima non avrei mai pensato potessi fare, come ad esempio la dama. Parli con qualsiasi persona quando entri al bar. Ti lanci in cose nuove. Sei più sicura di te. Sei diversa. Non che prima non andassi bene, anzi, eri stupenda, ma in qualche modo Neil ha tirato fuori la parte migliore di te e ora brilli come non mai».

«L'effetto dell'amore», sorrido mentre la abbraccio.

«L'amore, l'amore», mi fa eco Manuela. «Vieni dama innamorata che il tuo cavaliere è già pronto per la staffetta». 

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