Capitolo 7: Riflessioni notturne

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Dopo l'abbraccio veloce ricevuto da Seikatsu, così rapido da non esser riuscito a ricambiare la stretta, Ginepro osservò Latios volare alto nel cielo fino a sparire tra le nuvole nere e le stelle: il cielo di Hoenn era davvero sensazionale, così tanto che Ginepro chiuse la porta prima che il proprietario gli sbraitasse addosso con i soliti discorsi che i giovani conciati come lui erano dei buoni a nulla, capaci solo di fare casino. Ginepro era sempre pronto a ribattere che oltre a questo era capace di fare molte altre cose, ma era troppo stanco per farlo, senza contare che quella giornata era stata molto intensa, anche dal punto di vista emotivo. Infatti, Ginepro non riusciva a prendere sonno: ringraziò che Seikatsu gli aveva scelto la stanza per lui con un balcone, sul quale si affacciò e si accese una sigaretta, rimanendo a fissare le stelle e la luna in cielo, mentre una fresca brezza marina gli spostava i capelli. Tra un tiro e l'altro, Ginepro si trovò a ragionare sulla sua vita: da due anni era un libero professionista, nonostante per quasi quindici anni si era trovato a realizzare il suo sogno, e da quasi dieci anni era riuscito a farsi valere, almeno a Galar. Per dieci anni spaccati aveva fatto convergere la sua passione con il lavoro di Capopalestra, senza neanche sospettare che qualcuno fuori dalla sua regione potesse apprezzarlo come artista e non come Allenatore o Capopalestra. A Galar aveva ancora la macchia del Capopalestra di Spikeville, ormai quella era un'etichetta marchiata a fuoco sulla sua pelle, ma forse a Hoenn poteva davvero ricominciare da zero come gli aveva proposto Seikatsu: fare un concerto con una scenografia pensata da lei lo avrebbe fatto conoscere a Hoenn come Ginepro il cantante e non come Ginepro il Capopalestra. Si ritrovò a sollevare gli angoli della bocca quando pensò a Seikatsu: quella ragazza era in grado di cambiare atteggiamento e umore alla velocità di uno schiocco di dita, era in grado di farsi rispettare nonostante i suoi Pokémon parlanti la prendessero in giro. Tutte le sue fan erano membri del Team Yell, ragazze che sapevano quasi tutto su di lui ed erano delle vere e proprie fanatiche. Le altre fan che aveva per Galar o erano delle poser che volevano farsi notare, oppure erano legate a lui per la storia del Capopalestra. In ogni caso, Ginepro non aveva mai provato interesse per una fan: le ragazze che aveva avuto erano state delle conoscenze avvenute per caso, non erano alternative e nemmeno erano state sue fan. Però Seikatsu in qualche modo lo aveva attirato: forse era la forma fisica un po' insolita, che al pensiero di stringere di nuovo gli vennero in mente i suoi testi delle canzoni esplicite, forse era anche lo stile, ma forse era anche il fatto che lei sapesse farsi valere a prescindere. Inoltre non era una fan sfegatata, e tranne per i momenti dove lei arrossiva o era troppo accondiscendente o lo trattava coi guanti di velluto, lui si sentiva trattato come una persona normale e questo gli piaceva molto, lo faceva stare decisamente bene. Senza farci troppo caso, Ginepro si trovò a canticchiare a bocca chiusa, a far muovere la testa e a tamburellareil tavolino con le dita della mano libera, battendo anche il piede a terra e pensando anche ad una serie di frasi da inserire in un testo per una canzone. Senza farci caso, Ginepro era arrivato ad ideare una canzone nuovadopo quasi due settimane di atrofizzazione. Non poteva suonare di certo, però poteva buttare giù le note e le parole del testo, per cui tornò dentro e andò a cercare il suo quadernetto delle canzoni per scrivere il testo e accese il suo portatile e si mise le cuffie, collegandole al pc per fare la base strumentale: era troppo preso dall'ispirazione per mettersi a dormire, per cui preferì rimanere sveglio a lavorare piuttosto che stare sveglio a rigirarsi nel letto e a non fare nulla.

Seikatsu dopo l'abbraccio rapido dato a Ginepro, era ancora rossa e si sentiva la faccia in fiamme, come se avessero volato sopra al Monte Camino. Il cuore scalpitava ancora come un Rapidash che usava Fuococarica, Latios non fece commenti perché sapeva che quella notte lei non avrebbe chiuso occhio, per cui lanciò un segnale telepatico a tutti i Pokémon che si trovavano in cielo in quel momento e che avevano intenzione di stare svegli, giusto perché lei facesse un volo notturno per rischiararsi le idee. Latios l'avrebbe accompagnata ma il giorno dopo avrebbe dovuto portare in giro lei e gli altri con Latias, per cui non poteva permettersi di stare troppo sveglio ancora. Atterarono sull'Isola Eone, accessibile solo con Latios o Latias, dove Seikatsu aveva una piccola casa: al piano terra aveva una cucina e salotto insieme, con il bagno, mentre al piano di sopra aveva la sua stanza che lo occupava tutto. Vivendo con solo due Pokémon in casa, poiché Latios stava fuori con Latias e gli altri si erano trovati un loro habitat in giro per Hoenn, Seikatsu non aveva bisogno di un sontuoso villone, anche perché Zoroark e Banette avevano delle compagne ma a loro piaceva tanto dormire sul lettone con lei. La casa di Seikatsu era piuttosto ordinata, perché Banette era solito fare la casalinga. 

Giunti all'Isola Eone, Latias salutò tutti quanti molto allegramente e affettuosamente, facendo sorridenre Seikatsu, che con un braccio reggeva Morgrem addromentato, come se fosse stato un bambino. Seikatsu aprì la porta di casa, seguita da Banette che trascinava Zoroark per la caviglie, il quale russava con la lingua di fuori. Seikatsu mise a dormire tutti i suoi Pokémon e si sdraiò sul letto con loro, mettendosi però ad osservare i vari poster di Ginepro appesi sulla parete: nessuno di quei poster lo raffigurava con la tuta da Capopalestra di tipo Buio, ma erano cover degli album suoi o era vestito in stile goth, senza trapelare il lavoro di Capopalestra. Uno di quei poster lo raffigurava in un concerto, nel quale era a petto nudo, e Seikatsu arrossì parecchio e sperò che Ginepro non entrasse mai in camera sua. Infatti durante il ritorno a casa, Banette aveva commentato:"Tra tutte le attrazioni turistiche non hai nominato l'Isola Eone. Tu non la vuoi far vedere per i poster, altro che tutela di latias, vero pupilla ormonata?" Seikatsu non aveva ribattuto, e neanche aveva voglia di farlo, e poi Morgrem e Zoroark stavano dormendo, per cui non volle disturbarli per lanciare Banette in acqua o lanciarlo e basta e riprenderlo al volo, facendolo urlare in ogni caso.

Seikatsu era sdraiata sul letto, circondata da Morgrem, Banette e Zoroark, che guardava i poster di Ginepro: fino a quel giorno lui era solo un'immagine, una voce che ascoltava quotiadianamente e che le faceva compagnia quando non aveva voglia di parlare, oppure si sentiva capita quando le sembrava che nessuno potesse farlo. Ora Ginepro era reale, e in un certo senso, stava facendo parte della sua vita. Sospirò, capendo che quella notte non avrebbe chiuso occhio, per cui si alzò senza svegliare i tre che dormivano sul suo letto, e uscì di casa , trovandosi Noivern davanti:"Ti ha chiamata Latios, vero?" Chiese Seikatsu sorridendole, mentre Noivern annuì e le fece cenno di montare in groppa. Seikatsu obbedì e saltò in groppa al Pokémon, e Noivern partì in alto non appena sentì che l'Allenatrice si era sistemata a dovere.

Volando in alto nel cielo, Seikatsu guardò le città dall'alto, illuminate e meravigliose per poi guardarsi intorno e ammirare la luna e le stelle che la circondavano in cielo, assieme a Noivern. Seikatsu pensabva a Ginepro, a come lui avesse potuto diventare reale e parte della sua vita, facendole rendere conto che Ginepro era davvero un essere umano come tutti gli altri, e che forse poteva apparire diverso da quello che era, o meglio da come si faceva vedere. Seikatsu sperò che conoscendolo le cose non precipitassero, ma doveva liberarsi dal vederlo come un qualcuno di irraggiungibile, come se fosse stato mandato dal ciuielo, come se fosse stato un dono di Rayquaza o di qualche altro Pokémon Leggendario di tipo Drago. 

Seikatsu volò a lungo, fino a quando non vide i primi albori dell'alba, e lì capì che era ora di tornare indietro, che un nuovo giorno assieme a Ginepro, non come voce soltanto, sarebbe cominciato: sentì il cuore battere e felice, Seikatsu disse a Noivern:"Noivy, bella mia, torniamo a casa. Riposiamoci un po' dai. Grazie!" Noivern fece un verso felice e la riportò all'Isola Eone. Anche Ginepro andò a dormire agli albori dell'alba, una volta completata la canzone, soddisfatto del suo lavoro al momento. Seikatsu e Ginepro, senza saperlo, andarono a dormire quasi nello stesso identico momento.

Ginepro X OC Tsundere! (Pokémon Spada e Scudo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora