RATRI
Camminiamo l'una accanto all'altro senza dirci niente. Per quel che mi riguarda, trovo strano essere qui insieme a lui senza litigare, perciò trovo davvero difficile intavolare un discorso logico. La realtà è che avrei molte domande da porgli, ma non credo risponderebbe a nessuna di queste.
Il silenzio diventa pesante, lo sento nelle orecchie più forte e prorompente del suono delle onde che incessanti si infrangono contro la battigia. Il mare è irrequieto, così come dentro lo sono io. E di nuovo mi pare che questo mi ascolti e butti fuori il marcio al mio posto, che si sfoghi per me.
A un tratto, però, Veicht mi supera e inizia a camminare all'indietro, seguendo il perfetto ritmo del miei passi, quasi fosse una macchina progettata per farlo. Le mani nelle tasche come se fosse a suo enorme agio a camminare senza guardare dove mette i piedi.
«Se dobbiamo passare la giornata insieme, conviene scambiarci due parole, non credi anche tu, bestiolina?»
Annuisco.
«Uhm, certo, ehm... come... come intendi passare la giornata? Siamo quasi agli scogli e... la passeggiata sta per finire.»
«Ti va di salire sulla scogliera?» Chiede indicandola alle sue spalle con il pollice.
Sbianco e mi blocco sul posto; ho il terrore degli scogli.
«No, sul serio, no... sono totalmente impedita, rischio di cadere e spaccarmi tutti i denti davanti, non...»
«Ehi, calma. Non ti costringerò. Avevo in mente una bella giornata e l'ospedale non fa parte del programma.»
Riesce a strapparmi un sorriso.
È strano trovarsi qui, con lui, avere delle interazioni normali, senza l'ombra di un litigio o peggio, in arrivo. Le sue vessazioni e minacce dei mesi passati, mi hanno indotta più volte a pensare che qualcosa in lui non andasse, eppure... essere qui, passare del tempo da soli, non m'inquieta come credevo.
Si avvicina lento, si ferma a un passo da me e m'indica un punto oltre la boscaglia al di là della strada.
«Sei già stata sul punto più alto di Aima? Da lì si vede tutta la città.»
La voce di Veicht mi desta dai pensieri. Alzo lo sguardo su di lui e l'espressione benevole che ha in volto, una di quelle che è raro riservi a me.
«Uhm, una sola volta insieme ad Alanora, ma era giorno, immagino che la sera sia uno spettacolo più emozionante.»
«Lo è. Aspettami qui. Prendo la macchina.» Conferma, poi mi supera e fa per andarsene, salvo voltarsi dopo qualche passo, «Ratri ci metterò cinque minuti scarsi. Stai ferma, non ti muovere, non fare niente e, se possibile, non pensare.»
Resto basita. Non capisco se mi prende in giro o se sia davvero preoccupato che in cinque minuti possa accadermi qualcosa.
«Che vuoi che succeda?»
«In cinque minuti può succedere di tutto. Specie con te, bestiolina.»
Sorride divertito, ma riesco a percepire quanto sia serio in realtà.«Mi trovi qui, promesso.»
I muscoli del viso si tirano a formare un sorriso inebetito che non riesco a togliermi nemmeno quando mi volta le spalle e la sua schiena si allontana.
Nel tempo che ci separa, però, non tengo fede del tutto alla promessa. Mi è impossibile non pensare. A lui, al nostro bacio, alle parole crudeli che mi ha detto il giorno dopo e a quello che ha detto prima.
"Ho detto una stronzata..."
Quindi non sono una perdita di tempo?
"Non sei una perdita di tempo"
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Non ti lascerò cadere (Prima Stesura)
FantastikUna discendenza, un potere sconosciuto e una profezia. Una ragazza all'apparenza del tutto normale e innocua, cela dentro di sé un potere straordinario in grado di mettere fine all'esistenza dei vampiri. Ignara di tutto ciò la sua vita la porta a vi...