Capitolo 6. Il mio giorno preferito.

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Pov Jas

<<Ludo e Mimì venite qui per favore>> esclama Anna, la nostra allenatrice <<cosa ne dite di provare a gareggiare come coppia? Vi vedo molto in sintonia potrebbe funzionare alle gare nazionali>> dice una volta che siamo abbastanza vicine per sentirla.

Io e Ludo ci diamo un'occhiata ed annuiamo all'unisono alla sua proposta <<vabene possiamo provarci>> dico io facendo spuntare un sorriso sul volto di Anna.

E lei non sorride mai.

Iniziamo a provare alcune vecchie coreografie ma non ci troviamo con nessuna, finché non parte "je te laisserai des motes" di Patrick Watson, ed io e Lulù iniziamo a danzare insieme intrecciando ruote a salti, scambi a spaccate, creando così la nostra coreografia perfetta.

<<eccezionale, sapevo che avrebbe funzionato>> ci elogia Anna appena ci fermiamo <<qualche piccola modifica e ci portiamo a casa il primo posto ragazze>> aggiunge poi facendomi sentire davvero fiera di me stessa.

Mi ricordo di quel giorno come fosse ieri.

Avevamo quindici anni ed era la prima volta che Anna mi metteva in coppia con qualcuno invece che farmi gareggiare singolarmente.

Ero modestamente brava, e non sono io a dirlo, ma tutti i risultati che ho ottenuto in seguito ad essermi allenata duramente. Avevo allenamento tutto il giorno tutti i giorni, dalla mattina alle nove alla sera alle sette, con una piccola pausa per il pranzo.

Ho sempre gareggiato da solista e così ho vinto svariate competizioni che passano da delle semplici nazionali alle olimpiadi.

Quando ho scoperto di essermi candida per poco non mi scoppiava il cuore dalla gioia, sapere che tra tantissime ragazze io ero stata scelta era un traguardo gigantesco per me.

Volare fino Tokyo per me era già abbastanza gratificante, di vincere non mi interessava nulla perché la soddisfazione di esserci solamente arrivata era davvero tanta. Avevo triplicato gli allenamenti, mi esercitavo anche di notte.

Tutti i miei sforzi poi mi hanno ripagata perché alle olimpiadi di Tokyo io mi classificai prima.

Nella ginnastica per la maggior parte delle volte gareggi da sola, fai la tua pedana e la tua coreografia per quei pochi minuti di canzone, senza dover pensare ad essere sincronizzata con qualcun altro.

Lasciare la ginnastica per me forse è stata la cosa più difficile da fare, infatti dopo aver smesso non ho più praticato alcun tipo di sport, perché dopo quattordici anni che fai sempre gli stessi esercizi, nella stessa palestra e con la stessa allenatrice, trovarti in un posto nuovo è sconfortante.

Inoltre non mi immaginerei mai a praticare qualche sport di squadra, non sono proprio per me. Per questo motivo le uniche volte che ho gareggiato con qualcun altro era con Ludo ed erano dei semplici duetti.

Insieme eravamo una bella coppia, non ci serviva guardarci per andare a tempo, avevamo un legame talmente forte che la nostra allenatrice non ci faceva fare coppia con nessun altro perché era come se non riuscissimo a sincronizzarci con qualsiasi altra persona ci metteva vicino.

Non abbiamo nemmeno mai gareggiato in squadra, eravamo sempre e solo io e lei.

Ci penso ora perché ho stoppato la mia corsa a metà strada. Perché stamattina quando sono uscita di casa con le scarpe da ginnastica e le cuffie nelle orecchie, non mi sarei mai immaginata di ritrovarmi dopo anni avanti la scuola di ballo.

Non mi ero nemmeno accorta di aver corso fino a qui. Nella palestra in cui ho sudato e pianto per anni, perché la mia allenatrice era russa e se sbagliavi anche solo un esercizio ti mandava in spogliatoio senza farti finire l'allenamento.

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