Capitolo 16. Pasternak

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Pov Jas

Ho sempre coltivato tante passioni in vita mia.

Partendo dalla ginnastica, alla lettura, finendo per i tatuaggi e le stelle. Mi piace andare a correre, fare attività fisica, ed a volte anche disegnare.

Ma una più di altre ha richiesto tantissimo del mio tempo e delle mie energie.

Ed è la scrittura.

Scrivere è sempre stato per me liberatorio, e non importava cosa buttassi giù sul foglio, bastava solo che io lo facessi. Anche per questo motivo avevo deciso anni fa di iniziare un mio libro, perché ero certa del fatto che non lo avrei lasciato a metà come magari invece ho fatto in passato con altri hobby che ho avuto.

Molti credono che scrivere sia un passatempo, senza sapere in realtà quando duro lavoro c'è dietro. In tanti altri pensano che fare la scrittrice sia un lavoro secondario, senza contare quanto tempo ed energie ti porta via.

Per non parlare della soddisfazione di avere tra le mani una tua creazione, pagine e pagine di parole scritte da te messe in esposizione nella vetrina della tua libreria preferita. Io purtroppo non ho mai provato questa sensazione.

Ed il motivo è semplice: il blocco dello scrittore. Una delle cose più fastidiose che mi siano mai capitate in tutta la mia vita.

Se dovessi fare una similitudine, paragonerei il blocco dello scrittore a quando hai le dita unte e le sfreghi contro un fazzoletto. Tanto fastidioso quanto quel suono orribile che fanno le scarpe quando strùsci la punta a terra su un pavimento lucido.

Succede che all'improvviso, dopo aver scritto una miriade di cose, ti ritrovi una pagina di word davanti, e non sai più come riempirla.

Il blocco dello scrittore è sostanzialmente una condizione in cui ti trovi quando non sei in grado di produrre nuovi manoscritti, o nel mio caso se ne stai scrivendo uno al momento, questo subisce un rallentamento notevole.

Inizia ad annoiarti leggere la tua stessa storia, non sai neanche più di cosa parlare, e lasci quel documento in stallo fino a tempo indeterminato.

Oggi ho deciso di rimettermi in gioco, ed in questo momento ho sotto gli occhi un quadernino nero, che usavo all'epoca per appuntarmi idee e capitoli.

Ho sfogliato qualche pagina e sono piene di schemi, parole buttate lì a caso, frasi evidenziate ed elenchi puntati.

A vedermi da fuori sembro una pazza. Ho una penna in una mano, un mollettone in testa, indosso un pigiama discutibile, mentre con l'altra mano mi sorreggo la fronte.

Ridacchio da sola divertita, perché se qualcuno mi vedesse, probabilmente direbbe che non sono poi tanto diversa dal dipinto di Pasternak, in cui rappresenta proprio il blocco dello scrittore.

La cosa brutta è che questa condizione è poco "conosciuta", o meglio, in molti la conoscono ma in pochi ci credono davvero. Io in primis non credevo fosse possibile smettere di scrivere da un giorno all'altro.

Ora che però mi ci ritrovo, inizio a pensare a quanto possa essere strana la nostra mente.

Il blocco dello scrittore può venire per diversi motivi.

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