Capitolo 14. I miei mostri

420 16 3
                                    


TW: DCA

Questo capitolo tratterà di un argomento abbastanza delicato e difficile. Vi chiedo di saltarlo se siete sensibili, e tornare al prossimo aggiornamento, perché è più importante la vostra salute che fare visualizzazioni su wattpad. Ho deciso di parlarne perché è una cosa che mi tocca nel profondo, e che ho vissuto sulla mia pelle. Ci tengo inoltre a dire di non ripetere qualsiasi comportamento malsano o sbagliato di cui leggerete.

Detto questo vi auguro una buona lettura.



Pov Jas

Non so dire con esattezza il momento preciso in cui la mia mente ha iniziato a sbarellare, e mi ha imposto di non mangiare più. Ricordo solo che era primavera, perché i fiorellini degli alberi avanti casa mia stavano iniziando a crescere.

Ho iniziato a soffrire di disturbi alimentari, più specificatamente di bulimia, più o meno intorno ai miei quattordici anni, quando mia madre per le prime volte mi faceva notare che secondo lei ero troppo grossa per la mia età, facendomi venire mille complessi.

Così cosa facevo, mangiavo davanti ai miei durante pranzo e cena per non far preoccupare mio padre, e poi mi rifugiavo in camera a vomitare tutto. Imparai con il tempo a non emettere nemmeno un suono, non mi uscivano neanche più le lacrime quando mi inserivo le dita in gola.

A me vomitare però non piaceva, tuttora la sensazione del vomito è una delle cose che odio di più al mondo. Così iniziai a non mangiare proprio più, raggirando i miei genitori con trucchetti stupidi.

L'anno dopo mi venne diagnosticata l'anoressia.

La parola anoressia deriva dal greco "anorexia" che letteralmente vuol dire "mancanza di appetito".

Però in realtà questo termine non è nemmeno del tutto appropriato, perché il centro dell'anoressia non è il non sentire la fame, ma sentirla ed ignorarla volutamente.

Sono tre i diversi criteri che usano solitamente i dottori per capire se qualcuno ne soffre:

1- Diminuzione delle calorie ingerite rispetto a quelle di cui il nostro corpo ha bisogno, che portano ad una diminuzione del peso.

2- La paura costante di ingrassare, e comportamenti che infieriscono con l'aumentare di peso, anche se basso per la norma.

3- Viene alterato il modo in cui viene vissuto il proprio corpo, il peso inizia ad avere un'eccessiva influenza nella vita quotidiana, ed evitabilmente viene intaccata l'autostima che si riduce a meno di zero.

A me ai tempi era stata diagnosticata l'anoressia restrittiva.

Perché il disturbo alimentare dell'anoressia viene diviso in due grandi categorie: quella di tipo restrittivo, e quella di tipo con abbuffate e crisi bulimiche.

Quella restrittiva è causata da diversi fattori, come il digiunare durante i pasti o una eccessiva attività fisica.

Infatti in quel periodo della mia vita, che è durato su per giù quattro anni, io non volevo più mangiare, o fingevo di farlo mettendo i bocconi in bocca e poi buttandoli nel fazzoletto.

Inoltre avevo triplicato gli allenamenti di ginnastica, e quando l'allenatrice mi cacciava dalla palestra, io andavo a correre o mi allenavo in casa.

Wonderland Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora