Capitolo 8. Il filo rosso

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Pov Dylan

Mi sveglio per via del caldo che sento addosso e di qualcosa che si muove freneticamente nel letto.

Apro gli occhi e la prima cosa che vedo è la fronte della ragazzina imperlata di sudore, i suoi occhi serrati ed i pugni chiusi.

Credo stia avendo un incubo.

Dice parole incomprensibili, e delle lacrime iniziano a scenderle sulle guance.

La scuoto e la chiamo ma lei sembra persa nel suo mondo, così continuo finché non spalanca gli occhi e con uno scatto si mette a sedere.
Si guarda intorno come per accertarsi che fosse solo un brutto scherzo della sua mente, poi si gira verso di me.

<<e tu cosa ci fai qui?>> chiede con aria imbarazzata.

Le sue guance si tingono di un rosso scarlatto, si tocca nervosamente la testa e si alza in piedi.

<<credo di essermi addormentato>> le rispondo io.

Ci metto qualche secondo prima di ricordarmi degli avvenimenti di ieri sera, e mi sento un emerito ciglione.

Potevo finalmente passare una notte con la ragazza che ho immaginato per giorni sotto di me, e mi sono addormentato.

L'ultima cosa che ricordo è lei che si chiude in bagno, io che mi spoglio, ed il mio braccio ancorato alla sua vita.

<<non farò domande, ma se preferisci me ne vado>> aggiungo poi vedendola a disagio.

Lei scuote la testa <<ormai sei qui, è notte fonda, torna a dormire>>

Si avvicina alla sua borsa e ne estrae una sigaretta, prende un accendino che era posizionato sopra la scrivania e si avvicina alla finestra per aprirla.

Appoggia i gomiti sul davanzale e passa il pollice più volte sulla rotella finché la fiamma non le tocca la punta di tabacco che fuoriesce dalla sua Winston Blu, chiude gli occhi e fa un generoso tiro.

Rassegnato all'idea di non riaddormentarmi prendo a mia volta una sigaretta dal mio pacchetto e mi avvicino a lei che mi passa il suo clipper per accenderla.

<<prima di addormentarti mi hai detto una cosa strana, ma ho paura di chiederti cosa significasse>> esclama occhietti belli guardando avanti a se.

Io so già cosa vuole chiedermi, o per lo meno lo immagino, così le risparmio l'imbarazzo di pormi quella domanda e le rispondo direttamente.

<<soffro semplicemente di insonnia, e la notte che abbiamo passato assieme sono riuscito a dormire>> butto fuori una nuvoletta di fumo <<volevo testare se anche stasera ci sarei riuscito>>

A quel punto lei si gira verso di me, con occhi interrogativi, ponendomi una domanda silenziosa <<anche stanotte ce l'ho fatta, fino ad ora almeno>> aggiungo saziando la sua curiosità.

<<scusa non volevo essere invadente>> risponde lei dopo qualche secondo di silenzio, e decido di cogliere la palla al balzo.

<<una confessione per un'altra ragazzina>> le dico guardandola negli occhi.

<<soffro d'incubi, da così tanti anni che ormai per me è normale. Questa camera è insonorizzata, così mia madre non si precipita qui ogni volta che mi sente urlare>> dice guardando ovunque meno che me.

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