Capitolo 25. Ti amo

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Pov Jas

Non sono mai stata una persona empatica, che esternava i suoi sentimenti o che ti dimostrasse a parole quanto tenesse a te.

Ho sempre avuto una corazza, che mi rendeva la stronza di turno in qualsiasi occasione.

Tutti mi dicono che sono troppo cinica, antipatica, a tratti menefreghista.

Ma come glielo spieghi alle persone, che dopo aver visto la metà del tuo cuore dentro una bara, niente potrà più ferirti?

Semplicemente non glielo spieghi, e questa è l'ennesima domanda che seduta sulla spiaggia pongo alle stelle e alla quale non riceverò risposta.

Dicono che guardare la luna, lo faccia chi prova mancanza, e che oltretutto tutti pensiamo a qualcuno mentre la guardiamo.

Ed è vero se ci penso.

In queste notti in cui tutto sembra distante, tutto sembra non appartenerti e ti senti persa. Le notti in cui sembra mancarti tutto. Le notti in cui sei da sola con te stessa e senti quello strano peso che preme sul cuore. In quelle notti in cui la tua mente viaggia nel buio ed hai solo voglia della luce della luna.

La luna, che è la perfetta custode della mia solitudine e delle mille emozioni che ogni notte mi squarciano l'anima.

E se mentre la guardo penso a qualcuno, quel qualcuno diventa per un po' la mia luna. Tu torni ad essere la mia luce per un po'.

Perché ogni volta che alzo gli occhi verso il cielo, inevitabilmente inizio a pensarti Lu.

I tuoi ricordi sopravvivono nelle mie occhiaie, troppo accentuate per la mia età, e che sento pesare sui sorrisi che forzo. Ci sono stati vari momenti in cui a causa tua ho passato notti insonni, nonostante tu mi abbia insegnato la bellezza dei sogni.

Anche se in realtà ti ritrovo nel peso di ogni mio gesto, nella fatica di ogni colpa, nei lividi che mi causa l'insonnia, ed in ogni carezza che non è la tua.

E vorrei potertelo dare quell'addio, vorrei giurartelo, ma non ci sarebbe più il tuo mignolo sigillato al mio.

Lei era la mia anima gemella platonica.

Era quella persona che era la mia immagine speculare, la metà della mia anima, ma non in modo romantico.
E credo sinceramente che per dire di aver vissuto a pieno, tutti dovrebbero provare un'amicizia del genere.

E mentre guardo il cielo, non ho la solita luce che dicevi mi distingueva dagli altri. Dicevi sempre che avevo gli occhi che sgrondavano di stelle, quando guardavo le stelle stesse. Adesso mentre le guardo ho gli occhi spenti, perché al centro ci brillavi tu.

Quante cose ti ho dedicato, che tu neanche sai, quante parole ho urlato al vento con la speranza che potessero raggiungerti.

Una volta ci dicevamo le cose belle noi, ricordi? Eravamo solo noi due contro tutto il mondo.

I nostri occhi che si guardavano erano la cosa più bella del mondo, e l'addio non era mai stato preso in considerazione.

Eppure c'è stato un addio, dimmi, lo avresti mai detto?

Io sinceramente no, non l'avrei neanche lontanamente immaginato.

Adesso sono sola contro tutto il resto, i miei occhi spesso fissano il vuoto e sono la cosa più triste del mondo.

E alla fine l'addio è stata una possibilità.

Prima o poi ricomincerò a cucire gli strappi, a stirare le pieghe, ci metterò una pezza ed andrò avanti. Sempre più malinconica, sempre più spiegazzata. Rattoppata e piena di ferite che la tua assenza mi ha provocato.

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