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«Non ridere delle mie disgrazie!»

«Tu che balli con un vecchio? Perché non dovrei ridere!»

«Stronza!» Le due ragazze iniziarono a rincorrersi nel grande giardino della villa. Do Ayeon e Ryu Aseo erano amiche fin da bambine grazie all'amicizia dei loro padri. Il signor Ryu era sempre stato un uomo rispettabile e di grandi valori morali, figlio di un ricco commerciante e di una donna di borghesia, aveva girato il mondo fin dalla tenera età. In uno dei suoi viaggi da adolescente aveva conosciuto Do Shindo, figlio di una coppia ricca quasi quanto i reali, una delle famiglie più influenti del tempo; erano diventati subito amici. Quando Shindo fu costretto al matrimonio dalla sua famiglia, Ryu Hyunhwa era al suo fianco a supportarlo. E quando Hyunhwa mise incinta una donna di basso rango, domestica della sua famiglia, Do Shindo era lì per lui. Le loro bambine nacquero a due anni di distanza, ma questo non le fermò dall'essere inseparabili. Erano cresciute insieme, erano state educate insieme, avevano vissuto insieme nella stessa casa, la residenza dei Do. Infatti, dopo la nascita della bambina del suo migliore amico e scoperto l'intrigo famigliare che lo stava affliggendo, Shindo gli offrì un lavoro come suo consigliere. Il conte Do era di animo buono, a differenza di sua moglie che era la classica donna che aveva tutto ma desiderava sempre di più. Alla donna non andava a genio che la figlia frequentasse la sua amica a causa della sua provenienza, ma il marito le aveva imposto di stare al suo posto, non dandole voce in capitolo. Infatti, Aseo aveva partecipato una sola volta al ballo delle debuttanti poi, essendosi sentita a disagio a causa delle dicerie sul suo conto aveva preferito non mettere più piede in una sala da ballo di un qualche salone di un qualche riccone della capitale. Ayeon, invece, era maggiorenne da tre anni e passava la maggior parte delle sue primavere a ballare con vecchi maniaci vogliosi solo di avere un erede che gli permetteva di continuare la stirpe della propria famiglia. Ogni richiesta di corteggiamento che le veniva posta, lei la rifiutava. Credeva nel vero amore e prima o poi l'avrebbe trovato. Quando non lo sapeva, ma non si sarebbe mai lanciata tra le braccia di uno sconosciuto per vivere una vita infelice. Non voleva questo per lei e nonostante la giovane età era consapevole e decisa nelle sue scelte.

«Signorine.» Un valletto del padre di Ayeon le andò a chiamare.

Le due, che erano sdraiate nel prato a ridere come se fossero ubriache, si misero a sedere cercando di ricomporsi «Sì, Jacob?» Disse la più piccola, dagli occhi azzurri, la pelle chiara e i capelli lunghi fino alle spalle e di un biondo splendente. In quel momento, però, la sua chioma era un groviglio di nodi dovuto all'essersi rotolata nel prato insieme alla sua amica fino a poco prima. 

«Vostra madre, signorina Do. E' appena tornata dal suo viaggio nel sud.»

Le giovani si guardarono e all'unisono dissero «Merda!» Si alzarono, ringraziando quell'adorabile ragazzo con cui spesso avevano avuto a che fare.

Mentre correvano verso l'ingresso principale dell'abitazione, Aseo cercava di sistemare i capelli alla sua amica, riuscendoci solo in parte. Ma il vestito celeste era segnato da macchie verdognole «Non poteva avvisare che stava tornando?»

«Shh! Eccola lì.» Aseo tirò un lieve colpo sul sedere di Ayeon per farla stare più dritta con la schiena. Lei e il padre erano dietro ai loro amici, come due guardie del corpo. Era stato bello stare senza quella donnaccia tra i piedi. I quattro avevano pranzato e cenato tutti insieme allo stesso tavolo, avevano riso, scherzato, giocato per tutto l'inverno. Ma era giunta la primavera e la contessa non si sarebbe mai persa la stagione d'eccellenza per gli incontri d'amore. Quell'anno, sua figlia, avrebbe dovuto sposarsi e non voleva sentire scuse.

«Conte.»

«Contessa.» Gli sposi si salutarono in modo freddo, guardandosi appena in volto. Per questo la donna aveva passato gli ultimi tre inverni nella loro tenuta al sud. Dopo che la figlia era diventata maggiorenne i due genitori avevano iniziato a discutere del suo futuro, non giungendo mai ad una conclusione.

«Bambina mia, fatti abbracciare.» Nonostante il suo carattere discutibile, quella donna amava molto sua figlia.

«Mamma, che piacere rivederti.» E nonostante Ayeon non lo volesse ammettere, anche lei amava molto sua madre. La faceva imbestialire, ma era pur sempre sua madre «Come è andato il viaggio?»

«Abbastanza bene. Te la ricordi la signora Lee?» La prese a braccetto.

«La nostra vicina della casa delle vacanze?»

«Sì, devo raccontarti cosa è successo. Vieni.» La portò con sé, ignorando completamente i membri restanti della famiglia Ryu.

Aseo sospirò troppo sonoramente per non essere sentita dai due uomini, i quali si guardarono, sapendo che cosa sarebbe aspettato alla ventiduenne in quei mesi primaverili. Il padre le mise un braccio attorno alle spalle «Torniamo a casa? Ti faccio quella zuppa che ti piace tanto.»

La giovane annuì con un sorriso un po' tirato, ma seguì il padre salutando quello che per lei era come un secondo padre con un gesto della mano.

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«Non dovresti essere qui!» Aseo si guardò in giro prima di trascinare per un polso la sua migliore amica all'interno della sua piccola abitazione che condivideva con il padre quando la contessa era in zona. Hyunhwa era nella villa dei Do a gestire alcune faccende, ma aveva sentito tutto e sapeva che la piccola della famiglia sarebbe andata in cerca di supporto in quella che chiamava casa. Era una catapecchia di due piani, tutta in legno e ricca di spifferi, ma lui e sua figlia se la facevano andare bene «Che è successo?» Le chiese la maggiore preoccupata «Perché piangi?»

«Mia madre.»

Aseo si sedette a fianco della sua amica su quel divano celeste, sospirando «E' qui da meno di ventiquattro ore ed è già riuscita a farti piangere? Penso sia un nuovo record.»

«Lei...» Ayeon sbuffò «Ha firmato un accordo matrimoniale. Sono promessa in sposa a qualcuno che nemmeno conosco e che vuole usarmi solo per-»

«No...» La abbracciò «Non succederà. Tuo padre troverà il modo di disdire questo accordo.»

«Non voglio andarmene via da qui...»

«Non succederà. E poi ricorda: chiunque sposi te, in realtà sposa anche me perché io non ti lascio da sola. Ce lo siamo promesse, ricordi?»

Ayeon sorrise, tirando su col naso «Ovunque vada una, va anche l'altra.»

«Esatto. Abbiamo fatto un patto col sangue, niente e nessuno può superare un patto di sangue.»

«Era polpa di pomodoro e siamo state in punizione per tre settimane per essere entrare nell'orto distruggendo un quarto del raccolto.»

La maggiore rise «E' la stessa cosa!»

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