Capitolo 13

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Ally's pov:

«Io ti piaccio?» dovevo pur chiederglielo, non li capisco proprio i fratelli Morris. Prima fanno un passo verso di te poi 100 indietro.

Credevo di piacere a Ryan, abbiamo passato una serata bellissima insieme, a parte il piccolo intoppo dell'allarme, e nonostante odiassi la sua insistenza nel voler stare sempre in mezzo, nel trovarmelo dappertutto.

Poi d'improvviso il vuoto, mi guardava con occhi pieni di rabbia, non mi voleva trai piedi, mi ha letteralmente cacciato più volte da questa casa, poi che fa? Viene in camera mia mi prende e mi porta di nuovo da lui dicendo che ci devo anche restare.

Qualcosa non mi convince, è vero che sono entrambi lunatici, ma in poche ore non possono cambiare le cose, quando ha sentito che qualcuno mi chiamava insistentemente ha cambiato espressione ed ha cominciato a fare domande.

Ho accettato per una sola ragione, punto uno non sarò imprigionata qui, seconda cosa devo capire cosa succede e cosa c'entro io con tutto questo.

«Che domanda stupida, pensavo fossi intelligente..» mi risponde vago e continua a fumare come se niente fosse e gli strappo la sigaretta dalle labbra «Non devi fumare quando ti parlo, odio questa puzza e voglio che mi rispondi!» come ho detto prima, non starò ai suoi ordini e ho il diritto di fare domande.

«Bimba avanti ridammi la sigaretta, non scherzare col fuoco che ti bruci, la mammina non te l'ha insegnato?» cerca di riprenderla ma l'allontano sempre di più.

«Mia madre mi ha insegnato a giocarci, quello che si brucia sarai tu se non rispondi!» mentre cerca di riprenderla faccio SOLO il gesto di spegnergliela addosso, tanto non lo farò mai, ma deve capire che sono seria.

«Dammi quella fottuta sigaretta e stai al tuo posto, non sei nessuno, non detti le regole, se ancora non l'avessi capito comando io qui!» si sta innervosendo ma non ha capito con chi ha a che fare, mi ha cacciata e poi voluta qui? Non sa cosa gli aspetta.

«Tu rispondi non fare il ragazzino, che c'è non sai dare una semplice risposta?» lo provoco. Secondo me per far parlare Ryan è l'unico metodo che funziona.

«No non mi piaci per niente io ti odio okay? Mi infastidisce averti trai piedi!» risponde di scatto e velocemente toglie i piedi dall'acqua e si alza indietreggiando. «Sei un bugiardo...» rido e sposto lo sguardo altrove.

«Cosa te lo fa pensare?» non se ne va, resta fermo immobile alle mie spalle «Io ti ho chiesto se ti piacessi o meno, non ti ho chiesto cosa provi per me, e se mi odiassi non saresti venuto a chiedermi aiuto, non odi una persona di cui ti fidi!» ahhh caro Ryan quanto sei irritante.

Tolgo anche io i piedi dall'acqua e ancora scalza percorro quei pochi centimetri che ci separano e mi metto proprio davanti a lui.
Lo guardo negli occhi e aspetto che dica qualcosa anche se non arriva risposta. Gli rimetto la sigaretta in bocca, soffermandomi su quest'ultima per quanto sia bella.

«Vado a vedere la mia nuova camera, spero sia lontano dalla tua!» faccio per andarmene ma come al solito mi ferma prima che lo faccia.

Mi guarda negli occhi e sbuffa il fumo proprio sul mio viso, poi toglie la sigaretta da bocca per parlare ma non riesce a dire nulla che il mio telefono squilla. Col braccio non bloccato riesco a prendere il cellulare nella tasca del retro dei miei pantaloncini «Questo dallo a me, chi ti sta chiamando?» ruba il cellulare dalle mie mani prima che possa vedere il nome sul display.

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