Capitolo 28

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Ryan's pov:

Sono qui in auto in mezzo al nulla ad aspettare quella testa di cazzo di Hugo che prima fissa un appuntamento ed un orario e poi non si presenta. Non posso chiamarlo perché ovviamente non c'è campo in questo posto di merda e sto morendo di caldo data questa giornata del cazzo.

Ieri notte quando mi ha chiamato mi ha espressamente detto che era urgente e di primo mattino sarei dovuto essere in questo spiazzale perché doveva parlarmi, ha voluto evitare di venire alla villa e ora non lo sento da stanotte, spero solo che non sia successo dell'altro, non lo sopporterei in questo momento.

«Calmatevi Signor Ryan, se vuole faccio un altro giro e poi torniamo qui?» Robert il mio autista mi sopporta da ore, con i miei dubbi incessanti, i miei mormorii e i miei cazzo di nervi tesi.

«No Robert, non me la racconta giusta questa storia, 5 min e torniamo a casa!» ordino ormai esausto di stare ore chiuso in questa cazzo di auto a sudare, ho finito due pacchetti di sigarette, fumato due canne e la calma ancora non si impossessa di me.

«Signore vedo arrivare un auto. Che faccio?» dice indicandomi un luogo impreciso dietro a degli alberi. È una jeep rossa fiammante con a bordo 3 ragazzi di cui non riconosco ancora il viso.

«Resta fermo... fa scendere prima loro» dico bloccando i movimenti di Robert.
Una volta scesi tutti e 3 noto che fra loro c'è finalmente Hugo, ma chi sono gli altri due? Cani da guardia?

Scendiamo entrambi dall'auto e raggiungo il centro fra le due macchine. Appena sono ad un soffio da quel figlio di puttana lo prendo
per il colletto alzandolo in aria.

«Cazzo Ryan ma che fai? Mettimi giù!» si smuove senza sfuggire alla mia presa mentre i suoi amici sono fermi a fissarci senza muovere un dito visto il mio sguardo infuriato.

«O mi dici tutto in 3 secondi o ti faccio fuori stanne certo. A che gioco stai giocando eh? Mi vuoi prendere per il culo?» sputo incazzato.

«Se mi lasci parlare magari capisci testa di cazzo!» lo lascio ma solo per il gusto di sentirmi dire le quattro cazzate che aveva promesso di dirmi ore e ore fa.

«Loro sono dei miei amici, sono venuti da Cuba di nascosto solo perché ho chiesto rinforzi. Al nostro paese non si capisce più nulla e non si fidano più di Torres da quando è sparito e pensavano tu l'avessi fatto fuori. Il capo di cui nessuno parla è proibito saperlo anche lì. Solo lo zio di Raul...» mi indica l'amico alla sua destra «... ha avuto a che fare con lui, nonostante non l'abbia visto in volto. È un uomo potente e in giro si pensa che tu abbia fatto qualcosa di sbagliato per averlo fatto incazzare, e si dice anche che sia strano come mai non abbia ucciso tuo fratello, o non abbia torto un capello a te, sono arrivato al punto di pensare che i bersagli veri e propri non siete voi, ma non capisco ancora chi allora»

In pratica non sa ancora un cazzo, il nome non è uscito, Torres è sparito, ci sono rinforzi che non servono ad un emerito cazzo e sono solo più furioso di prima.

«Tu mi hai fatto aspettare ore in macchina sotto al sole per dirmi queste tre cazzate?» spero per lui ci sia dell'altro.

«Non è finita, gli uomini di Torres ci sono ancora dietro quindi non sono andati via dalla città. Quindi l'uomo misterioso è ancora qui, abbiamo seminato cinque auto da stamattina e siamo finalmente riusciti ad arrivare da te» spiega infine cose che già sapevo, controllo gli aeroporti, i porti, le stazioni e perfino i confini da giorni.

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