Capitolo 14

565 27 12
                                    

Jimin si svegliò sentendo il canto di un usignolo e sbatté lentamente le palpebre guardandosi intorno. Gli occorse qualche istante per capire dove si trovava, ma meno di un secondo per percepire un persistente odore agrumato tutt'intorno a sé a coprire il suo e il pesante braccio posato mollemente sulla sua vita.

Si rese conto del corpo nudo dietro di sé, premuto contro il suo, altrettanto nudo.

Rimase per un attimo senza fiato. Oh cielo!

Sapeva che di solito gli Alpha raggiungevano gli Omega solo per congiungersi a loro, per poi tornare nelle loro stanze. Yoongi invece era rimasto lì con lui. Il cuore prese a battergli impazzito mentre tutto il suo corpo si risvegliava, consentendogli così di sentire chiaramente l'indolenzimento al sedere e quello più profondo, in posti di cui non aveva mai nemmeno immaginato l'esistenza. Fece per scivolare fuori dal letto, ma la presa del braccio divenne improvvisamente una morsa di ferro intorno al suo corpo.

"Uhm... dove pensi di andare, piccolo?" gli sussurrò l'Alpha vicino all'orecchio con voce strascicata e graffiante. Oh Dea! Già la sua voce lo mandava in confusione normalmente, ma appena sveglio era come un colpo al basso ventre.

"I-io... ecco... beh non pensavo che voi sareste rimasto qui, così, insomma credevo fosse più decoroso vestirmi in vostra presenza." per fortuna che era alle sue spalle e non poteva vederlo arrossire, si disse Jimin, sentendo le gote in fiamme.

"Mi pareva di averti già detto di darmi del tu in camera da letto Jimin. Inoltre mi sembra un po' sciocco tutto questo pudore da parte tua, visto ciò che abbiamo condiviso stanotte. Serve a ben poco rivestirsi. Quanto alla mia permanenza in questo letto, non avrei potuto fare diversamente, visto il modo in cui ti stringevi a me nel sonno." gli disse con voce improvvisamente più sveglia e vigile.

Perché diamine d'un tratto tutta questa formalità? si chiese stizzito l'Alpha.

Certo Jimin non poteva capire quanto fosse stato speciale ciò che c'era stato tra loro, vista la sua inesperienza, eppure lo feriva il sentire che avrebbe preferito che lui lo lasciasse solo dopo ciò che avevano condiviso. Nonostante in effetti l'avesse pensato lui stesso solo poche ore prima.

"Oh. Io... non avrei mai voluto obbligarvi... no, cioè... obbligarti a rimanere. -balbettò Jimin, arrossendo ancora di più- Chiedo scusa."

Cielo, quant'era imbarazzante! Yoongi avrebbe voluto andarsene e lui glielo aveva impedito aggrappandoglisi nel sonno come un bambino bisognoso di attenzioni. In quel momento avrebbe voluto solo sparire, tanto più che percepiva chiaramente la rabbia del marito attraverso la tensione del corpo dietro di sé, del braccio che lo stringeva e del respiro rapido alle sue spalle.

Yoongi si accorse di essere davvero arrabbiato, avrebbe dovuto andarsene da quel letto immediatamente, prima di perdere le staffe!

Jimin non avrebbe mai voluto che lui rimanesse. Le cose stavano in questo modo, dunque. Non si curava nemmeno di fingere che non fosse così, inoltre si era sbagliato ancora, dandogli nuovamente del voi. Perché accidenti non riusciva a lasciarsi andare con lui?

Eppure con quel bastardo di Choi non aveva avuto difficoltà a dargli del tu. In un lampo l'immagine di Jimin che si stringeva al braccio del Marchese, sussurrandogli all'orecchio e carezzandogli i capelli, gli attraversò la mente.

Che diavolo! Sapeva che era un pensiero del tutto irrazionale, e la mancanza di razionalità decisamente non era una sua caratteristica. Eppure con Jimin gli capitava di perdere tanto la calma, quanto il dono del raziocinio, a quanto pareva. Seppe però con certezza che in quel momento non gli importava, voleva solo rendergli ben chiaro che gli apparteneva.

The song of the Nightingale - Il canto dell'usignoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora