Capitolo 23

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All'improvviso una furia cieca colpì Jimin con la forza di un maglio. Quella donna era pazza, ed era un'assassina, ma lui non aveva intenzione di farsi paralizzare né piegare dalla paura.

"Sbagliate e dispiacervi milady. Io, al contrario di voi, so cos'è l'amore. Quello vero. E voi di certo non avete agito per questo motivo. Se lo aveste amato non vi sarebbe importato dello scandalo, ma solo della possibilità, con il divorzio, di poter sposare l'uomo che dite di amare. E lo stesso avrebbe dovuto essere per Choi. Ma lui non vi ama, come voi non amate davvero lui, la vostra è solo un'ossessione. E di sicuro quello più lucido in tutta questa sporca faccenda è lui, altrimenti vi avrebbe chiesto di diventare sua moglie, ora che siete vedova, e non gli sarebbe importato di un eventuale scandalo per aver sposato la sua matrigna. Ma non l'ha fatto, non è vero? Per lui non siete altro che una delle tante. -fece una breve pausa ad effetto, per poi continuare con la sua invettiva- Volete sapere perché l'ho seguito per mesi alla sala da gioco? Bene, ve lo dirò. Io ero il migliore amico della giovane donna che quel maledetto ha sedotto e messo incinta quando si trovava nella Contea di Busan l'anno scorso. E che, a causa sua, è morta. Miss Kyong Sol. È stata la sua amante e, stando a quel che dite, lo è stata dopo Miss Mirabelle. Un uomo che ama non tradisce. A quanto pare invece il Marchese non si mette poi tanti scrupoli nel tradire voi!" quando terminò di parlare ormai la sua voce sprigionava tutto il disprezzo e il disgusto che aveva trattenuto fino a quel momento.

La donna serrò le labbra e strinse gli occhi fissandoli con odio su Jimin. "Se pensate di creare una frattura tra me e il mio Yeongsu, sbagliate di grosso, piccola serpe impertinente. Sapevo di quella campagnola e lui non poteva fare sul serio con lei. Vedete, mentre la sgualdrinella di Madame LeBlanche avrebbe potuto essere la sua mantenuta e dunque un problema, la vostra cara Miss Sol non poteva essere niente di più di una scappatella. Era solo la figlia di un signorotto di campagna, quindi non sarebbe mai potuta diventare la Marchesa di Ulsan, né la sciocchina avrebbe accettato di essere la sua mantenuta. Ho consigliato io stessa a Yeongsu il modo migliore per liberarsene. Credevo che minacciarla di svelare tutto e rovinare lei e la sua famiglia sarebbe stato sufficiente a tenerla alla larga, ma quella stupida ingenua è riuscita a rimanere incinta del figlio bastardo di Yeongsu prima ancora che potesse dirle nulla. -la donna lo guardò per un lungo istante prima di proseguire, con uno sguardo crudele e un sorriso beffardo a distorcerle i bei lineamenti.- Almeno ha avuto la buona grazia di togliersi di mezzo, una volta e per sempre. Ci ha risparmiato parecchi fastidi futuri." Poi scoppiò in un'allegra risata.

Jimin sentì il cuore quasi fermarglisi nel petto, mentre l'orribile donna seduta di fronte parlava con disprezzo della fanciulla che era stata come una sorella per lui, finché quella risata crudele lo riscosse come da un incubo orrendo e oscuro. Senza quasi rendersene conto la furia lo sommerse come un'ondata violenta. Giunse le mani tra loro, le sollevò di lato e si lanciò su Lady Hela colpendola al viso con il dorso, poi ricadde sul sedile di fianco alla donna, spalla a spalla con l'avversaria. Raccolse le forze e, restando sul fianco per poter proteggere il ventre che accoglieva il bambino suo e di Yoongi, le diede una gomitata alla cieca verso l'alto. Sentì di aver colpito qualcosa, e il gemito della donna gli confermò che il colpo era andato a segno.

"Yeongsu! Yeongsu aiutami!" l'urlo lacerò acuto il silenzio della notte e rimbombò nell'abitacolo e nella testa ancora dolorante di Jimin, poco prima che la donna lo spingesse da parte liberandosi del suo peso, per poi scattare e lanciarsi sul sedile dove prima era stato seduto il biondo, tenendosi una mano sul viso, nel punto in cui era stata colpita.

La carrozza si arrestò bruscamente, mentre voci concitate provenivano dall'esterno. Dopo una manciata di secondi lo sportello della carrozza si spalancò e il vano fu occupato interamente dalla figura imponente di un uomo. La luce dei lampioni si rifletteva sui capelli del nuovo arrivato mandando riflessi dorati, mentre due occhi chiarissimi da predatore lo fissarono con ferocia, togliendogli ogni dubbio sulla sua identità. "Buonasera, Rosé, mia cara. Non sarete stata cattiva, vero?" chiese con voce vellutata il Marchese di Ulsan, subito prima di entrare nella vettura e richiudersi lo sportello alle spalle.

The song of the Nightingale - Il canto dell'usignoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora