Capitolo 24

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Il ritorno ad uno stato di coscienza fu lento e piuttosto seccante: non riusciva ad aprire gli occhi né a deglutire. Avrebbe voluto parlare, chiedendo di Yoongi e del bambino, vedere il viso dell'uomo che amava e sapere se stavano tutti bene, eppure l'oscurità continuava ad avvolgerlo e la voce gli rimaneva intrappolata in gola. Inoltre aveva sete e un doloroso mal di testa.

I rumori gli arrivarono attutiti, in principio, come fossero distanti.

Dapprima udì il vento ululare e la pioggia battente che picchiava contro le vetrate. Poi il lento ticchettio delle lancette di un orologio a pendolo, seguite dallo scoppiettare del fuoco nel caminetto.

Un vago sentore di legna che arde e della cera delle candele furono i primi odori che poté percepire, subito seguiti dal profumo di agrumi del suo Alpha.

All'inizio ad andare oltre la soglia della semi incoscienza fu solo una sorta di bisbiglio a malapena udibile, poi Jimin capì che si trattava della voce di un uomo. Yoongi. Ripeteva più o meno sempre le stesse parole.

"Dea Luna, ti prego. Fai che stia bene e giuro che lo lascerò andare. Non mi importa di nient'altro, solo che si riprenda. E prometto non cercherò più di tenerlo legato a me, come ho fatto finora, ma lascerò che prenda la sua strada. Lo giuro. Dea ti prego, fa solo che stia bene."

Il cuore gli si strinse dolorosamente, mentre una fitta lancinante lo trafisse fino all'anima. Era dunque al capolinea, il loro matrimonio? L'oscurità lo inghiottì nuovamente, mentre le parole di suo marito gli riecheggiavano ancora nella mente e nel cuore.



Il secondo risveglio fu meno infruttuoso, ma comunque piuttosto lento. Questa volta oltre alla voce di Yoongi ne distinse un'altra a lui sconosciuta.

"...sicuro di questo?" stava dicendo suo marito con voce tesa e angosciata.

"Sì, stanno entrambi bene, Vostra Grazia e sono certo del fatto che il Duca Consorte si sveglierà a breve. Ora però dovreste riposare anche voi, non aiuterete vostro marito, in queste condizioni."

In queste condizioni?  Yoongi stava male?

Jimin riuscì finalmente ad emettere un basso gemito e ad aprire lentamente gli occhi, sbattendo più volte le palpebre.

Tentò di parlare e la voce gli uscì in un sussurro appena udibile "Yoonie?"

L'Alpha lo sentì comunque "Eccomi amore, sono qui. Sono qui con te, piccolo, apri gli occhi, guardami, ti prego."

Jimin capì di avere abbassato nuovamente le palpebre e si sforzò di rialzarle e mettere a fuoco il bellissimo viso di suo marito. Ci riuscì solo per qualche breve istante.

"Permettetemi, Vostra Grazia." quello che doveva essere un medico fece spostare il moro, gli tastò il polso, poi lo guardò negli occhi e gli chiese cosa ricordasse.

"Tutto." una sola parola che riassumeva perfettamente il suo dolore.

Guardò il marito negli occhi e vi lesse angoscia e... senso di colpa.

Certo. Il dottore aveva parlato del fatto che entrambi stavano bene. Lui e il loro bambino. Yoongi voleva lasciarlo ma, sapendo del figlio che aspettava, ora si sentiva in colpa.

Jimin distolse lo sguardo, per posarlo sull'altro uomo. Un Beta a giudicare dall'odore. Era più giovane di quanto si fosse aspettato, la voce gentile, un viso bello e fine in cui risplendevano caldi occhi nocciola con capelli castano scuro piuttosto lunghi ad incorniciarlo.

Gli rivolse un sorriso amichevole e avvicinò alle sue labbra un infuso caldo "Bevete Vostra Grazia, vi aiuterà a riposare."

"Per quanto tempo sono stato privo di coscienza?" bofonchiò con voce rauca Jimin.

The song of the Nightingale - Il canto dell'usignoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora