Capitolo 3

597 28 11
                                    

Yoongi aspettò per più di due ore in carrozza, dopo essersi congedato dai suoi amici, che Mr. Park uscisse. Sapeva che non sarebbe stato semplice individuarlo ma confidava che sarebbe riuscito a riconoscerlo comunque. Madame LeBlanche aveva escogitato un modo per tutelare la privacy delle sue protette: le ragazze uscivano tutte insieme dal retro dell'edificio, tutte con un identico mantello di velluto nero con cappuccio alzato a celarne i lineamenti e montavano su alcune vetture di piazza che poi le riconducevano alle rispettive dimore, anche in gruppi di due o tre fanciulle.

Lui però lo individuò comunque, riconoscendolo dal portamento decisamente molto più signorile delle ragazze, inoltre l'Omega non salì in carrozza con nessuna delle altre giovani e il veicolo che lo trasportava non si diresse verso i quartieri più modesti di Seoul, ma verso quelli dove viveva l'élite. Se ancora gli fosse rimasto qualche minimo dubbio, ora era sicuramente svanito del tutto. Ordinò al cocchiere di seguire l'altra vettura tenendosi a debita distanza. La carrozza della misteriosa Miss Rosé si fermò a mezzo isolato da Hallasan House, ne discese un'ombra silenziosa avvolta nel mantello scuro, che si diresse a rapidi passi verso la grande casa, costeggiando le zone d'ombra della strada e tenendosi ben lontana dai lampioni. Almeno aveva un minimo d'istinto di conservazione. La figura solitaria si diresse verso il retro della dimora dei Park. A quel punto il Duca batté contro il tetto della carrozza col bastone da passeggio e disse al cocchiere di riportarlo a casa, a Min Hall. Aveva bisogno di riflettere.

***

Jimin iniziò a svestirsi rapidamente, cercando di scrollarsi di dosso il gelo della notte. Detestava abbigliarsi in quel modo per tutta una serie di motivi, non ultimo il gelo che penetrava fin nelle ossa. Avrebbe voluto indossare pantaloni lunghi in raffinata e calda lana, invece di quelle impalpabili calze in seta sotto ad abiti decisamente troppo scollati e leggeri, totalmente inadatti ai climi rigidi di gennaio. Rimosse delicatamente l'elaborata parrucca nera e si massaggiò con sollievo la nuca, poi ripose tutti i travestimenti necessari alla sua sceneggiata nel basso e lungo baule celato sotto al letto e ben chiuso da un grosso lucchetto, di cui possedeva l'unica chiave. Si infilò rapidamente sotto le coperte, dopo aver rimosso il trucco pesante, e pensò a quella difficile situazione.

Il baule conteneva anche le prove fino a quel momento raccolte: un medaglione, un flaconcino vuoto, una lettera indirizzata a Jimin e una lettera d'amore indirizzata alla sua amica e firmata Y.

Il medaglione era stretto tra le mani della giovane quando Jimin, dopo aver ricevuto un biglietto che gli dava appuntamento nel loro nascondiglio d'infanzia, aveva scovato il corpo esanime della sua migliore amica. Ricordava ancora chiaramente quell'orribile momento, in cui il cuore per un attimo gli si era fermato. Si era precipitato al fianco della giovane Omega stesa a terra, ma inutilmente. Allora aveva iniziato a tremare incontrollabilmente e non era riuscito a muoversi dal freddo pavimento a lungo. 

Una volta riacquistata un minimo di lucidità si era guardato attorno e aveva scorto il medaglione. Lo aveva preso con mano ancora tremante, fredda e sudata al contempo. All'interno del medaglione c'era incisa sul lato sinistro interno una dedica "A Y.C., con amore, tua H.R.", mentre a destra c'era un ritratto di donna non più giovanissima, ma dal viso meravigliosamente etereo. Jimin purtroppo non aveva ancora scoperto chi fosse la dama del ritratto.

La lettera per lui invece era a fianco della bottiglietta che aveva contenuto il laudano con cui Kyong si era tolta la vita.

Jiminie, mio carissimo,

spero mi perdonerai per questo. Ho peccato contro la mia famiglia tradendone la fiducia e contro di te, il mio unico, vero e più caro amico, nascondendoti la verità.

E per questo sono stata punita.

Sono diventata l'amante di un uomo affascinante e potente, che credevo mi amasse e mi avrebbe sposata. Sono stata una vera ingenua, lasciandomi guidare dal mio sciocco romanticismo, ed ora pago le conseguenze della mia avventatezza. Ho scoperto di aspettare un figlio e gliel'ho confessato. Ha detto che avrebbe risolto tutto, che ci saremmo sposati al più presto. E ho giaciuto nuovamente con lui, rasserenata e convinta del suo amore.

The song of the Nightingale - Il canto dell'usignoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora