C'è qualcosa di delizioso nello scrivere le prime parole di una storia. Non sai mai dove ti porteranno.(Beatrix Potter)
Scrivere.
Un'azione semplice, ma che per Hyunjin era più importante di qualsiasi altra cosa.
Il semplice odore dell'inchiostro lo tranquillizzava e il contrasto tra questo e la carta del suo taccuino era l'abbinamento di colori che più adorava. Sapere di poter avere controllo su qualcosa come una storia gli portava pace, liberare la sua mente dalle mille idee che la affollavano semplicemente macchiando un foglio di carta gli sembrava una magia. Poteva essere qualsiasi tipo di racconto: fantasy o storico, in prima persona o in terza, basato su una parte della sua vita o su un suo desiderio irrealizzabile, lungo una pagina o centinaia; lui lo avrebbe raccontato appena la sua mente ne avrebbe originato anche una singola scena. Scrivere per lui era la sua arma segreta per scappare dai problemi o affrontarli. Allo stesso tempo, tuttavia, metteva a nudo tutta la sua essenza e i suoi pensieri più profondi rendendolo estremamente vulnerabile.
Ogni giorno riusciva ad andare avanti perché il vero Hyunjin era ben protetto nel cassetto destro color panna della sua scrivania insieme alle sue due penne preferite, che prediligeva in base alla situazione: nel caso che la sua fosse un'idea venuta improvvisamente e che gli faceva fremere le mani e palpitare il cuore dalla voglia di fissarlo tra le macchie d'inchiostro per impedirgli di fuggire velocemente com'era arrivata usava una penna stilografica argento dall'inchiostro blu notte, un vecchio oggetto appartenuto a suo padre fino a dieci anni prima, quando Hyunjin l'aveva trovata in un cassetto nel suo astuccio di pelle dello stesso colore dell'inchiostro; se invece il racconto era qualcosa che si era formato con calma nella sua mente, che lui aveva curato per farlo sviluppare come una piantina che cresce per diventare una grossa quercia, la sua scelta sarebbe ricaduta su qualcosa di ancora più vecchio stile che gli avevano regalato i suoi amici per un compleanno, cioè una piuma verde smeraldo munita di un'impugnatura d'oro dallo stile barocco e una decina di pennini diversi tra cui scegliere. In quel caso , usava una boccetta d'inchiostro nero corvino come i suoi capelli.
In quel pomeriggio invernale, Hyunjin faceva scorrere la sua penna argento con vigore sul taccuino. Scriveva con tale foga che l'inchiostro non aveva tempo di asciugarsi macchiando il suo mignolo. Andava avanti così da diverse ore, tanto che la mano era diventata quasi insensibile al dolore. Alzava lo sguardo dalle pagine solo per osservare il cielo limpido dalla finestra della sua camera d'albergo. Non si trovava infatti a casa sua a Seul ma a Daegu per un "viaggio di lavoro", così lo definiva il corvino. Era un'uscita di due giorni per staccare dalla sua vita per ritrovare ispirazione e scrivere la storia che tormentava i suoi sogni con delle idee sempre diverse ogni notte.
Hyunjin era seduto a gambe incrociate sul suo letto. I suoi lunghi capelli neri come la pece erano raccolti in un codino da cui sfuggivano solo due ciuffi che gli accarezzavano le guance pallide. Le sue braccia erano nascoste fino ai polsi da un maglione largo bianco che gli fasciava perfettamente il petto e il collo. Le cuffie trasmettevano un brano calmo ma allo stesso tempo suggestivo che faceva parte della sua playlist di scrittura.
In quel momento stava scrivendo l'inizio della scena che più aveva atteso di mettere su carta: la rivelazione del volto della nemesi di Byeol (stella), il nome del protagonista nonché l'eroe della città. L'antagonista era stato il personaggio che più aveva studiato e perfezionato in ogni dettaglio per renderlo il più fastidioso possibile. Solitamente per inventare un personaggio prendeva ispirazione da qualcuno che conosceva, ma nel caso dell'antagonista non era riuscito a trovare una persona tanto spregevole. Lui stesso lo odiava più di qualsiasi persona avesse mai incontrato e non vedeva l'ora di arrivare alle pagine della sua uccisione. Non aveva idea di come lo avrebbe descritto, non era mai riuscito ad immaginarne le caratteristiche fisiche. Era un criminale ricercato in tutta la Corea, conosciuto con il nome di Eodum (tenebre), perché era sempre protetto da quest'ultime. Già la mente di Hyunjin aveva immaginato nei dettagli la scena: Byeol sarebbe corso verso il palazzo in fiamme vedendo Eodum totalmente coperto da un mantello scuro come il suo pseudonimo che tentava di fuggire dalla scena indisturbato. Il protagonista si sarebbe avvicinato al suo nemico che aveva tentato innumerevoli volte di assassinarlo, avrebbe afferrato un lembo del suo mantello e-
STAI LEGGENDO
『𝔼𝕠𝕕𝕦𝕞』
FantasyHyunjin è uno scrittore che sogna di pubblicare il suo primo libro, ma non sa che, durante la sua breve vacanza a Daegu, qualcosa di inaspettato cambierà totalmente il suo rapporto con la scrittura e la sua storia, portandolo a rischiare la sua vita...