ℂ𝕙𝕒𝕡𝕥𝕖𝕣 𝟙𝟛

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La parola abbaglia e inganna perché è mimata dal viso, perché la si vede uscire dalle labbra, e le labbra piacciono e gli occhi seducono. Ma le parole nere sulla carta bianca sono l'anima messa a nudo.
(Guy de Maupassant)

<Hyunjin, sei pronto? C'è un po' di strada, non vorrei arrivare troppo tardi.>

<Sì, sì. Sto uscendo! Sei peggio di mia madre quando mi svegliava per andare a scuola!>
Hyunjin aprì la porta della sua camera non vedendo Chan attenderlo davanti ad essa.

<Carino questo fermaglio, ma quello dell'altra sera era più elegante.>

Il corvino sobbalzò notando il maggiore appoggiato al muro alla sua destra, con le braccia incrociate. Indossava un hanbok nero, semplice ma allo stesso tempo elegante.

<Dillo ad Eodum, lo ha preso come "pegno".> mugugnò sentendo i graffi sulle braccia sfregare in modo fastidioso contro il tessuto delle sue vesti.

Nonostante sapesse il nome dell'altro, non lo aveva ancora detto a Chan. Era sicuro che fosse una bugia inventata solo per prenderlo in giro, e poi un nome era praticamente inutile essendo Jaesan una fortezza molto popolosa. Chissà quanta gente era sua omonima, non potevano certamente imprigionare tutti gli Yongbok del regno solo per la possibilità che tra essi ci celasse il famigerato Eodum. Inoltre, un altro vantaggio del suo nemico era il fatto che poteva cambiare il suo aspetto senza problemi, quindi era a dir poco impossibile catturarlo.

<Ti vedo sovrappensiero. Cosa gira in quella tua testolina, mio caro scrittore?> gli domandò Chan camminando a passo sostenuto al suo fianco, con lo sguardo fisso sulle nuvole bianche che coprivano il sole appena sorto come un velo e da cui sfuggiva qualche stralcio azzurro di cielo.

<Sarà incredibilmente difficile catturare Eodum...>

<Non devi per forza farlo, devi semplicemente ucciderlo, no?>

Hyunjin sospirò voltandosi verso di lui.

<Lo hai visto com'ero ridotto ieri, se combatterò nuovamente con lui, dovrò ritenermi fortunato di poterlo raccontare. Ti ricordo che non mi ha ucciso solo per divertimento, ma è un folle: chissà cosa passerà per la sua mente la prossima volta che le nostre lame si incontreranno. Inoltre, non ha ancora utilizzato contro di me la sua scimitarra e non ho mai ucciso nessuno in tutta la mia vita.>

<Impari in fretta, sono sicuro che tra un po' di tempo sarai uno spadaccino perfetto. In più hai i tuoi poteri e sei l'eroe: hai quel tocco in più che lui non potrà mai avere. Riuscirai a batterlo prima o poi.>

Rimasero qualche secondo in silenzio, avvolti dal suono dei loro passi sul terreno roccioso e dal mormorio della gente che si preparava per iniziare una nuova giornata lavorativa.

<Spero che tu abbia ragione, Hyung. O questa storia finirà con il sottoscritto steso in una pozza di sangue con la testa mozzata o roba simile. Posso già immaginare quel folle festeggiare sulla mia tomba.> commentò il minore, sentendo la pelle d'oca su tutto il corpo al solo pensiero di morire per colpa di quello stupido legame che aveva stretto con il ragazzo al suo fianco.

<Sono sicuro che riuscirai a pubblicare il tuo libro, credo nelle tue capacità... Aspetta, mi hai appena chiamato hyung e non nonnino?!> esclamò il riccio con un allegro sorriso sul volto contraddistinto dalla sua caratteristica fossetta.

Hyunjin si voltò dall'altra parte, rendendosi conto solo in quel momento di aver realmente usato quel termine per chiamare l'altro.

<Sì, c'è qualcosa di sbagliato a riguardo?>

『𝔼𝕠𝕕𝕦𝕞』Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora