Un giorno troverò le parole giuste, e saranno semplici.
(Jack Kerouac)
<Ti va di parlare un po'?>
Erano passati diversi minuti dalla loro ultima conversazione quindi la proposta di Eodum fu molto invitante per Hyunjin.
<Come vuoi. Di che vuoi parlare?>
<Mh...> passò qualche secondo a riflettere silenziosamente, per poi continuare la frase. <Cosa ne pensi di me? Sono curioso di sapere come risulto agli occhi della mia adorata stellina.>Nonostante il suo tono fosse giocoso, Hyunjin ragionò profondamente alla sua domanda. Era un tipo molto sincero e sicuramente non si faceva problemi a parlare schiettamente all'altro.
<E' una domanda molto complicata. Non potevi chiedere qualcosa del tipo "Qual è il tuo colore preferito?">
<So già che per te è il blu.>
<Come->
<Rispondi alla mia domanda!>
Hyunjin sospirò per poi inumidirsi le labbra.
<Sei un libro.>
Il silenzio riempì la stanza, per poi essere rotto dal minore.
<Onestamente, mi hai stupito Hwang. Potresti dirmi il perché di questa tua risposta?>
<Prima dimmi tu cosa pensi di me.>
Era molto curioso di sentire la risposta dell'altro, nonostante non ne comprendesse bene il motivo. Forse perché il ragazzo era una sua creazione?
<Penso che tu sia il makgeolli*.>
*(막걸리) come già detto in precedenza, vino di riso coreano, preparato già nel I secolo a.C. Si beve spesso nei giorni di pioggia.
<Che vuol dire?>
<Dimmelo prima tu, che intendi con "libro"?>
Quella conversazione stava diventando più interessante e imprevedibile di quanto Hyunjin si sarebbe mai aspettato. Cercò di sistemarsi meglio contro la colonna, i muscoli delle spalle dolevano per la posizione scomoda così come i suoi polsi stretti dalle corde che graffiavano la sua pelle.
<Dalla copertina sembri il classico cattivo, ma credo che leggendoti meglio sto finendo per avere le idee sempre più confuse. Sembri non voler stare nel tuo personaggio: vuoi essere di più, spingi il lettore a voler sapere il perché di ogni dettaglio di te. L'origine dei tuoi atteggiamenti, dei tuoi pensieri, delle tue scelte. Un libro di cui mi mancano le pagine per capirne a fondo la trama e decidere se mi piace o meno. Vorrei riposarti nello scaffale, ma c'è sempre qualcosa che mi fa cambiare idea e mi spinge a leggere ancora un'altra pagina di te.>
Dopo aver esternato i pensieri che affolavano la sua mente e il suo cuore da tempo, si sentì più libero, come quando scriveva le sue storie. Non riusciva a capire il perché stava diventando sempre più difficile odiare del tutto l'altro. Ogni volta che pensava alla sua missione con Chan le sue certezze vacillavano: sarebbe stato davvero capace di uccidere la persona al suo fianco? Colui che aveva risparmiato la sua vita e l'aveva salvata senza chiedere nulla in cambio se non qualche chiacchierata. Se non fosse stato per il suo aiuto, sarebbe morto tra le mani di quell'assalitore alla locanda consigliata da uno dei suoi servitori.
Un altro silenzio li avvolse. Non poter vedere le espressioni sul volto dell'altro gli rendeva impossibile comprendere che effetto avevano avuto le sue parole su di lui.
<Allora spero di riuscire a convincerti a continuare a leggere il più a lungo possibile.>
Non riuscì a comprendere le emozioni nascoste dietro la voce di Eodum, ma la sua risposta era bastata per fargli trattenere il fiato per un istante. Quella frase era una di quelle che leggeva spesso, ma che era sicuro di non poter mai sentire per se stesso. Il suo cuore perse un battito per quell'emozione totalmente inaspettata.
Il biondo rilasciò un lungo e profondo sospiro, poi riprese a parlare.
<Mi hai sempre ricordato il makgeolli ed il motivo è semplice: chi non ti assaggia ti crede candido e trasparente, solo chi ti beve può assaporare l'aroma dolce, a volte anche stringente e amaro. Non sei il santarellino che tutti credono che tu sia e questo ti rende diverso da tutti quei nobili che vanno in giro vantandosi delle loro capacità. Sei l'unica persona di mio gradimento, come il makgeolli che è la mia bevanda preferita. Sei imprevedibile, quindi sei intrigante. Direi che alla fine siamo abbastanza simili tra noi, non credi?>
Il discorso di Eodum lo aveva colpito molto. Era la prima volta che qualcuno lo descriveva con tanta precisione ma allo stesso tempo semplicità senza praticamente conoscerlo. Era davvero così facile da capire o era il biondo incredibilmente bravo ad analizzarlo senza difficoltà?
<Direi che hai ragione.>
Ora il silenzio era piacevole, pieno di parole non dette, sensazioni che scorrevano sulla pelle, respiri leggeri e quasi impercettibili.
Quel momento di pace fu rotto da qualcosa che sfiorò la mano di Hyunjin facendolo trasalire.
<Calmati, sono io. Sono riuscito ad allentare le corde.> rispose semplicemente Eodum, allungando nuovamente la sua mano verso quella dell'altro sfiorandone appena le dita.
<Dammi la mano.>
<No.> rifiutò subito Hyunjin con tono nervoso: perché mai avrebbe dovuto farlo?
<Fidati del tuo amico.>
Rimase qualche secondo titubante con la mano chiusa a pugno per poi distenderla con lentezza incontrando nuovamente la pelle dell'altro. Eodum intrecciò subito le loro dita, poi Hyunjin si irrigidì sentendo dell'energia iniziare a scorrere lungo il suo corpo.<Cosa->
<Ti ho detto fidati! Fai troppe domande, stellina, te lo hanno mai detto?>~CC~
Ecco a voi il nuovo capitolo :)
Ho dovuto riflettere molto per questo episodio che potrebbe sembrare quasi inutile ma in realtà fa riflettere meglio ad entrambi i nostri protagonisti su come vedono l'altro. Onestamente, mi è piaciuto molto scriverlo <3
A voi è piaciuto leggerlo?
Buona giornata/serata a tutt*! ^_^
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『𝔼𝕠𝕕𝕦𝕞』
FantasyHyunjin è uno scrittore che sogna di pubblicare il suo primo libro, ma non sa che, durante la sua breve vacanza a Daegu, qualcosa di inaspettato cambierà totalmente il suo rapporto con la scrittura e la sua storia, portandolo a rischiare la sua vita...