ℂ𝕙𝕒𝕡𝕥𝕖𝕣 𝟙𝟡

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Lo scrivere, per poco che valga, mi ha aiutato a passare da un anno all'altro, perché le ossessioni espresse si attenuano e in parte vengono superate. Sono certo che se non fossi stato un imbrattacarte mi sarei ucciso da un pezzo. Scrivere è un enorme sollievo. E pubblicare anche.

(Emil Cioran)

Il suo risveglio poteva essere definito con molti aggettivi diversi, ma sicuramente non con "piacevole" o "tranquillo". Almeno che qualcuno fosse felice di aprire gli occhi e trovarsi davanti uno sconosciuto con una maschera sul volto seduto sul davanzale della sua finestra mentre lucidava la sua scimitarra che brillava di un'aura omicida.

Mancavano probabilmente una decina di minuti all'alba.

Non ebbe nemmeno il tempo di tastare al suo fianco tra le coperte sfatte con la mano alla ricerca del suo Hwandudaedo che l'altro ridacchiò leggermente mostrando la spada che teneva appoggiata al suo fianco.

<Cos->

<E' veramente un'arma meravigliosa, sai? Credo di prenderla in prestito.> disse con tono calmo l'altro ammirando l'elegante decoro dell'elsa.

Hyunjin si mise a sedere, analizzando la persona davanti a sé per riuscire ad avere più informazioni possibili sul suo avversario.

Alto poco meno di lui, probabilmente suo coetaneo visto il suo fisico, i capelli biondi ricadevano sulla maschera di kumiho che gli copriva il volto. Era sicuramente membro della ribellione e quella scimitarra sembrava un'ottima arma. Si accorse che il ragazzo aveva preso non solo la sua spada, ma anche la sua penna stilografica disarmandolo completamente. Non poteva capire molto dalla voce essendo che era modificata dal suo travestimento.

Quell'insieme di dati che era riuscito ad estrapolare fece emergere nella sua mente un solo nome: Eodum.

Il ragazzo si alzò in piedi chiudendo la finestra alle sue spalle, facendo regnare il buio più totale nella stanza. Hyunjin percepì i passi dell'altro avvicinarsi a lui velocemente.

Non avendo nessuna arma con cui difendersi e sapendo che la sua armatura di luce fosse inutile contro qualsiasi attacco di Eodum, capì di non avere speranze di sopravvivere ad un possibile attacco.

<Non so se definirti un coraggioso o uno stupido ad aver avuto il coraggio di entrare volontariamente nella tana del lupo, ma non ne uscirai vivo.> disse freddamente il biondo per poi attaccarlo con la sua scimitarra con un fendente diretto alla sua gola.

Hyunjin imprecò mentalmente chiedendosi come potesse essere stato così sfortunato.

Stavolta non aveva via di scampo: era sicuramente morto.

Vide la lama dell'arma dell'altro brillare nel buio, il suo sibilo tagliare l'aria.

Percepì il libro che stava leggendo prima di addormentarsi sul suo petto.

Sarebbe morto nella sua storia, sgozzato, ma con un libro accanto. Quando aveva fantasticato sulla sua possibile uccisione durante il corso della storia aveva immaginato qualcosa di più epico, magari uno scontro all'ultimo sangue contro Eodum, non un combattimento così svantaggioso nei suoi confronti. La sua nemesi si era rivelata più immorale di quanto si fosse mai aspettato.

Il suo cervello ebbe un sguizzo, forse dovuto alla situazione estremamente critica, facendo muovere il suo corpo in automatico.

Un istante dopo si accorse di essere ancora vivo e di avere qualcosa in mano: il libro!

Il volumetto era stato trapassato da parte a parte dalla lama di Eodum che digrignò i denti per la rabbia di non aver preveduto una mossa del genere dal suo avversario. Gli venne in mente una lezione del un corso di difesa personale gratuito che aveva seguito tempo prima. Se si trovava a terra con una persona sopra di sé, doveva colpirla al ginocchio per fargli perdere l'equilibrio.

Come programmato, l'altro cadde su di lui stupito di quella mossa inaspettata. Hyunjin non aveva esitato ad estrarre la penna stilografica che l'altro teneva nella sua cintura colpendolo alla spalla. Poi lo spinse di lato, per essere in grado di alzarsi.

Sentì il sangue dell'altro bagnargli le mani, il suo odore riempire l'aria.

Ora era sicuro di vincere, era migliorato molto nel combattimento . Non era più lo scrittore inesperto di una volta.

Si buttò su Eodum tentando di attaccarlo con la penna, ritrovandosi con il polso bloccato dalla sua presa, per poi tentare un attacco con la sua scimitarra, di cui Hyunjin prese senza riflettere la lama con la sua mano nuda.

Era la prima volta che provava un'azione del genere, l'aveva vista fare molte volte in film e serie tv, ma solo in quel momento comprese quanto fosse una difesa da folli.

Il sangue sulla sua mano ora non era più solo del suo avversario, ma ormai doveva andare fino in fondo.

Si lasciò sfuggire un lamento, per poi stringere la lama dell'altro fino a far diventare le sue nocche bianche, riuscendo a prenderla e lanciarla lontano da loro. Ora era l'unico armato tra i due, era in netto vantaggio.

Tentò di liberarsi dalla presa ferrea dell'altro sul polso della mano che teneva il pugnale, ma l'altro non intendeva permetterglielo lottando con tutte le sue forze per impedirglielo.

Sentì una ginocchiata raggiungere il suo stomaco, facendogli trattenere il respiro.

<Ora sfrutti le mie stesse mosse? Non ti sembra fin troppo immorale?> mugugnò con un principio di sorriso sul volto, per poi afferrare il braccio del biondo per ruotarlo con uno scatto violento. Sentì il rumore delle ossa del braccio rompersi, seguito da un urlo dell'altro. Approfittando del suo attacco precedente, riuscì a liberarsi totalmente, alzando l'arma contro l'altro.

Era la situazione perfetta: Eodum era in netto svantaggio, lo aveva davanti a sé, poteva colpirlo senza difficoltà e tornare a casa sua. Anche se gli piaceva quel mondo, sapeva bene che non poteva rimanerci per sempre se aveva intenzione di tornare alla sua casa, a mangiare ramen istantaneo e rivedere i suoi vecchi amici in qualche bar e ballare fino a non sentire più i piedi, leggere i suoi libri preferiti sul divano, scrivere qualche nuova storia nel cuore della notte e ascoltare la musica dei suoi cantanti preferiti. Vivere nel ventunesimo secolo aveva molti pro che lo spingevano ad abbassare contro il corpo della persona sotto di sé l'arma che gli era stata donata ormai un mese prima da quello che era diventato un suo amico.

<Sono stufo di te, Eodum. Voglio tornare a casa mia. Nessun rancore, giusto?> disse al biondo che ancora si lamentava per il dolore che gli procurava il braccio rotto.

Alle sue parole, l'altro prese un respiro per parlare, senza sapere ancora che quello sarebbe stato l'ultimo.

~CC~

Buone feste :)

Spero che vi sia piaciuto il capitolo e che vi stia incuriosendo la storia <3

Buona giornata/serata a tutt*!^_^

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