ℂ𝕙𝕒𝕡𝕥𝕖𝕣 𝟛𝟘

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Scrivere è un'esplorazione. Cominci dal nulla e impari strada facendo.

(Edgar Lawrence Doctorow)

La signora Yeou si era dileguata da pochi secondi quando un uomo con il volto coperto dalla tipica maschera da kumiho si era avvicinato al tavolo con Soomin, Minho e Seungmin.

Hyunjin si irrigidì naturalmente, spaventato per i suoi amici.

<Che facciamo se la situazione degenera?> domandò in un sussurrò ad Eodum, mantenendo lo sguardo fisso sull'uomo che stava dialogando con i tre con un tono troppo basso per essere udito.

<Scegli tu. Sono a tua disposizione, stellina. Se vorrai fingere di non conoscerli, ce ne andremo senza rischiare. Se invece vuoi fare il bravo eroe e salvare i tuoi amici sarò disposto anche a morire per te.>

La frase era stata pronunciata con tale calma da far stupire il ragazzo ancora di più del dovuto.

<Anche se onestamente preferirei la prima opzion->

<Non volevi uccidermi?>

Eodum prese un respiro prima di rispondere.

<Ti ricordo che ora siamo diventati amici. Gli amici si aiutano, quindi dovrò rimandare i miei piani. Inoltre, sarebbe un grande onore essere ucciso per te, Hwang.>
Hyunjin si voltò verso di lui sollevando un sopracciglio. Non poteva vedere nulla della sua espressione per colpa della maschera, ma il suo tono trasmetteva sicurezza e tranquillità. Che cosa era successo all'altro in quel mese di assenza? La sua curiosità gli mandava il cuore e la mente in subbuglio. Gli venne naturale chiedersi come si sarebbe sviluppata quella storia senza l'aiuto di Chan: sarebbe riuscito ad inventare la stessa trama, gli stessi personaggi? Sicuramente, sarebbe stato seduto alla sua scrivania con le cuffie nelle orecchie, una comoda tuta addosso e il suo tè in mano mentre ridacchiava e sorseggiava la calda bevanda. In quel momento tuttavia era nella tana del lupo, con un hanbok che aveva indossato solo per qualche foto da piccolo ed un corpo che non era nemmeno il suo, la mano stretta in quella del personaggio che aveva odiato quando aveva iniziato a scriverlo ma che ora iniziava a trovare più intrigante che fastidioso e il cuore che voleva scappare dal suo corpo per la paura di non sapere cosa sarebbe successo a se stesso e ai suoi personaggi che ormai erano diventati una seconda famiglia per lui.

L'uomo durante la loro breve conversazione aveva afferrato il polso di Soomin con violenza ricevendo uno spintone da quest'ultima. La ragazza poteva sembrare debole, ma secondo Hyunjin sarebbe riuscita a stenderlo in un combattimento con una mano legata dietro la schiena. Lo sconosciuto era quasi caduto per la potenza della ragazza, cosa che fece ridacchiare Eodum accanto a sé.

<Sei un'infiltrata, dico bene?>  disse l'uomo, attirando l'attenzione di tutti i presenti.

<Che c'è? Inventi supposizioni perché non sai accettare un rifiuto?> ribatté immediatamente Soomin, il suo tono di sfida nascondeva la tensione leggibile solo da loro sei che sapevano esattamente che le parole pronunciate prima erano la pura verità.

<Dico la verità. Il mio potere mi permette di riconoscere le bugie, non mi faccio ingannare da una bugiarda.>

<E come facciamo a sapere che non sei tu stesso a mentire sui tuoi poteri?> domandò incuriosita una donna in un tavolo nelle vicinanze. Sembrava abbastanza incuriosita da quella situazione.

Hyunjin si rilassò un po'. Quella donna aveva ragione: non c'erano prove da nessuna delle due parti quindi quelle supposizioni non erano attendibili! Forse per una volta l'universo era dalla sua parte.

<Io so come fare. Ho un talismano  jug-eum* con me. Sempre se entrambe le parti sono disposte.>

*(죽음) traduzione letterale di morte.

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