ℂ𝕙𝕒𝕡𝕥𝕖𝕣 𝟚𝟞

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Per vivere una vita creativa dobbiamo perdere la nostra paura di sbagliare.

(Joseph Chilton Pearce)

<Questa mattina non è successo assolutamente nulla, chiaro?!>

<Certo, Hwang. Nulla di nulla.>

Hyunjin si alzò da terra sistemandosi le vesti mentre Eodum portò con sé le loro ciotole vuote che avevano usato per fare colazione.

Dopo essersi ripreso dal sogno, il corvino aveva spiegato all'altro di aver avuto un incubo e che non gliene avrebbe parlato. Non poteva sicuramente rivelargli il motivo per cui si trovava nel corpo della sua nemesi nonostante fosse lo scrittore di quel libro.

Eodum aveva insistito un po' per sapere qualcosa in più, per poi alla fine ignorare la questione.
Era ancora buio, ma non potevano perdere tempo se volevano raggiungere il prima possibile la base dei ribelli. Hyunjin rimpiangeva il dormire fino a tardi nella sua vecchia vita. Appena sveglio rileggeva i capitoli che aveva scritto la notte precedente alle tre di notte e correggere i discorsi insensati che poche ore prima sembravano perfetti, magari con una tazza di cioccolata calda in una mano.

Hyunjin si avvicinò ad una pergamena al muro per osservarla meglio quando un rumore alle sue spalle attirò l'attenzione.

<Sei tornato finalmente, partiamo? Se i miei calcoli sono giusti, potremmo arrivare al tramonto con la velocità di ieri.>

Si voltò verso la porta che era stata aperta incontrando un paio di occhi scuri sgranati.

La persona davanti a sé non era Eodum, bensì un ragazzo alto quanto lui, con dei lunghi e lisci capelli castani legati in una coda alta che gli arrivava alla vita. Due ciuffi laterali al suo volto arrivavano fino a poco oltre le spalle, ricadendo sul suo petto. Indossava un elegante hanbok del medesimo colore del nastro, sulle tonalità del blu e del viola. Dalla sua postura emergeva un aura di superiorità: una mano dietro la schiena dritta, e il capo alto. Sembrava quasi distaccato da quel mondo. I suoi lineamenti erano molto eleganti ma allo stesso tempo i suoi occhi che ricordavano quelli di una fenice lasciavano un alone di mistero sulla sua figura.

<Oh, Hyunbok. Eccoti finalmente! Hai portato il cavallo di cui ti avevo parlato?>

Eodum sbucò da dietro le spalle del castano, per poi superarlo ed entrare nella stanza.

Appena accortosi dello sguardo di Hyunjin puntato sullo sconosciuto, le sue sopracciglia si innarcarono leggermente, come se si fosse appena ricordato qualcosa.

<Quasi dimenticavo di fare le presentazioni. Byeol, lui è il mio assistente Hyunbok. Hyunbok, lui è->

<Hwang Byeol, primogenito di una delle tre famiglie, possessore dello Hwandudaedo più famoso di tutta Jaesan e dei poteri della luce. E' un onore per me conoscerla di persona, signorino.> disse come se stesse recitando una poesia a memoria, per poi inchinarsi lievemente in segno di rispetto.

Hyunjin rimase stupito da quante informazioni quel ragazzo conoscesse sul suo conto, ma alla fine era naturale. I membri delle tre famiglie erano famosi come degli idol in quel mondo, quindi era più raro che qualcuno non lo conoscesse che il contrario.

<Dov'è Soomin? Non è ancora arrivata?> domandò Eodum al compagno, ricevendo la risposta da una voce femminile.

<Direi che è ora di andare, oppure non arriveremo mai in tempo per la riunione dei ribelli. Oh, salve signorino Hwang. Spero che Eodum non l'abbia trattata male durante questo suo soggiorno. Sa essere un po'... Appiccicoso.>

Alle parole della ragazza, Hyunbok roteò gli occhi.

Hyunjin stava iniziando ad essere curioso di vedere con i suoi occhi l'aspetto di quella voce dolce come il miele che sembrava invece irritare l'altro.

『𝔼𝕠𝕕𝕦𝕞』Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora