Il tuo obiettivo come scrittore è quello di mantenere viva la credenza del lettore, sebbene entrambi sappiate che si tratta di finzione.
(Margaret Atwood)
La melodia di uno strumento a corde fece svegliare Hyunjin.
Iniziò a tossire, schiudendo gli occhi per comprendere da dove proveniva quel suono.<Vedo che sei già sveglio, alla fine il tuo corpo è quello di un membro delle tre famiglie.>
La voce era tremendamente familiare, tanto da farlo rabbrividire per quel tono così freddo e distaccato. Alzò lo sguardo incrociando quello serio di Minho. Vedere il ragazzo davanti a sé e in salute fece nascere un sorriso sul suo volto senza che lui potesse impedirlo.
<Sei vivo!> esclamò felice di non dover assistere al funerale di quello che ormai era diventato uno dei suoi amici più cari. L'altro, tuttavia, non sembrava entusiasta quanto lui di vederlo. La melodia continuava come un sottofondo piacevole.
<Lo sono perché sono attento ai dettagli.> rispose schiettamente Minho, i capelli mossi ricadevano sulla sua fronte giocando con le ombre generate dal braciere acceso nella stanza, unica fonte di luce. Qualcosa non andava nell'atteggiamento dell'altro.
<...Hai visto chi ha tentato di uccidermi prima? Era uno dei ribelli?> provò a chiedere, iniziando ad essere infastidito dalle corde pizzicate con sempre più irrequietezza.
<Non l'ho visto.>
<Oh... Cap->
Hyunjin smise immediatamente di parlare accorgendosi della fonte della melodia: Minho stava suonando un gayageum. Più precisamente, quello di suo padre. Iniziò a collegare i campanelli di allarme che aveva analizzato in quei pochi secondi. Il suo sorriso crollò, lasciando il posto ad un'espressione piena di risentimento e tristezza.
<Sei stato tu?> sussurrò, fissando dritto negli occhi il ragazzo che ricambiava il suo sguardo con la freddezza che solitamente riservava solo ai criminali. Non ottenne nessuna risposta, ma capì dalla nota stonata nella melodia alla sua ultima parola di avere ragione.
<Perché?>
<Faccio io le domande qui.> lo interruppe con tono sprezzante Minho, i suoi occhi ribollivano di disprezzo. <Chi sei?>
Hyunjin sollevò un sopracciglio fingendo confusione, mentre il suo cuore tentava di fuggire via da lui per la tensione. Doveva assolutamente mentire, ma sarebbe riuscito a nascondere il dolore dovuto agli effetti magici dello strumento?<Cosa intendi? Lo sai chi sono.>
L'unica speranza era quella di rispondere vagamente, ricercando mezze verità.
<Se ne fossi certo non te lo chiederei con questo metodo, non credi? Non prendermi in giro, sai benissimo che non sono un idiota.>
Hyunjin si maledì mentalmente per aver inventato un personaggio così intelligente: che avesse capito che la persona con cui aveva vissuto più di un mese non era il vero Byeol? Se sì, come? Cosa doveva dire Hyunjin per salvarsi la pelle?
Ideare personaggi molto astuti era spesso ritenuto un tentativo rischioso, ne era consapevole. Tuttavia, quando aveva deciso di rendere il primogenito dei Lee la mente del gruppo si immaginava di trovare ostacoli come pensare per intere settimane ai piani che doveva escogitare, non sicuramente tentare di ingannarlo per non morire!
<Stai davvero dubitando di un Hwang? Lo sai che siamo sinceri di natura.>
Tecnicamente, lui era veramente un Hwang: infatti, aveva deciso un po' egoisticamente di assegnare alla famiglia del protagonista il suo stesso cognome per vivere in parte la sua gloria. Forse l'universo aveva preso troppo a cuore quel suo desiderio facendolo entrare appieno nella vita del personaggio.
<Ti avviso, Hwang, sto iniziando a perdere la pazienza. Oltre a tecniche curative, conosco anche quelle letali. Non so fin quanto ti convenga fare il simpatico con il sottoscritto. Dimmi il tuo vero nome.>
Messo alle strette dal tono tagliente e dalle minacce dell'altro, sospirò amaramente preparandosi alle conseguenze che avrebbero avuto le sue parole.
<Sono Hwang Byeol.> disse con convinzione sfidandolo con lo sguardo e con il tono deciso.
"Forse il gayageum non prende come bugie quello che riguarda la mia vita fuori da questo mondo." pensò sollevato, sentendosi perfettamente bene. Sorrise soddisfatto della sua vittoria, per poi bloccarsi improvvisamente. Gli occhi di Minho rimasero impassibili, anche nel momento in cui quello che aveva creduto fosse il suo amico d'infanzia tossì una boccata di sangue.
Hyunjin portò una mano sulle labbra incredulo, per poi crollare su un lato per il dolore insopportabile. Non riusciva a vedere nulla, non capendo se era dovuto al gayageum o alle lacrime che scorrevano calde sul suo volto. Era come se qualcuno gli stesse strizzando il cervello come si fa con un panno zuppo. Tentò di coprire le sue orecchie con le mani tremanti, ma le note continuavano a perforare i suoi timpani con violenza. Era come se l'energia nel suo corpo fosse impazzita, provocando dei danni interni.
<Sei contro le tre famiglie? Hai ucciso Byeol?>
Hyunjin rispose subito alle domande, nella speranza che l'ira dell'altro si placasse così come la sofferenza che stava provando.
<N-non ho ucciso nessuno, sono con le tre famiglie... Io->
Dopo quelle affermazioni riuscì a prendere una boccata d'aria, per poi essere subito attaccato da un'altra frase di Minho.
<ALLORA DIMMI CHI SEI!>
<Non posso, non->
<Se non dici nulla ti ucciderò, non posso rischiare.>
<NO! Io->
"Voglio solo che finisca... Voglio tornare a casa..."
<PARLA.>
La melodia si era trasformata in un'aggressiva sequenza di accordi.
<Sono->
Non poteva dirlo. Doveva resistere.
<Dillo.>
Un'altra boccata di sangue.
<SONO HWANG HYUNJIN!>
~CC~
Hey :)
Scusate per il ritardo, ma ho avuto tanti impegni T-T
Spero che la storia vi stia piacendo<3
Buona giornata/serata a tutt*!^_^
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『𝔼𝕠𝕕𝕦𝕞』
FantasyHyunjin è uno scrittore che sogna di pubblicare il suo primo libro, ma non sa che, durante la sua breve vacanza a Daegu, qualcosa di inaspettato cambierà totalmente il suo rapporto con la scrittura e la sua storia, portandolo a rischiare la sua vita...