Rischiate! Capiremo pienamente il miracolo della vita solo quando lasceremo che l'inatteso accada.
(Paulo Coelho)
Erano arrivati al palazzo Lee.
La loro precedente conversazione si era conclusa con naturalezza così come era iniziata. Quei momenti di pausa e riflessione facevano parte del loro rapporto breve ma allo stesso tempo unico.
Superate le guardie che li accolsero senza troppe domande riconoscendoli all'istante, i due si diressero direttamente verso le camere di Minho. Non avevano certo intenzione di scomodare il signor Lee, specialmente durante le sue ore di riposo dopo una giornata di interrogatori.
Non era la prima volta che Hyunjin si addentrava nei meandri di corridoi pieni di opere d'arte eleganti e impregnati dall'odore lievemente pungente delle erbe medicinali, quindi non ebbe problemi a trovare la strada. Arrivati ad un giardinetto all'esterno con alcuni ciliegi, si fermò improvvisamente, riflettendo ad un dettaglio: poteva davvero guidare un loro nemico nel palazzo Lee? Ormai si fidava di Eodum, ma non poteva certo essere eccessivamente imprudente. Mettere l'altro a conoscenza della posizione esatta della camera dell'amico non era certo una buona idea. Eodum si era fermato a guardarlo, confuso da quel suo gesto improvviso in attesa di spiegazione.
<Scusa, ma sai...> tentò di spiegare grattandosi la nuca con un sorrisetto.
L'altro alzò le mani con un'espressione lievemente delusa indietreggiando fino a un ciliegio del giardino per poi appoggiare la schiena alla sua corteccia.
<Oh... Capisco. Non ti fidi ancora del tuo amico.> commentò con tono triste.
<Non posso, sei anche il mio nemico ti ricordo.>
<Ma è acqua passata! Sono contro il potere in generale, te l'ho detto.> ribatté, alzando le spalle.
<Sì, sì. Come vuoi tu. Trovo una scusa per farlo arrivare qui, tu aspettami. Non muoverti.>
Eodum fece schioccare la lingua fingendosi infastidito. Era tornato nuovamente alla sua forma originale.
<Mi credi forse un bambino?>
<Esattamente.> rispose Hyunjin con schiettezza.
Eodum iniziò a gesticolare infervorato, parlando senza prendere nemmeno un respiro e tenendo lo sguardo in alto, sognante.
<Hai così poca fiducia in me? Dopo le nostre avventure? Ormai siamo complici, migliori amici. Ci definirei anime gemelle viste le nostre somiglianze, uno il completamento dell'altro! Siamo->
Il suo monologo si fermò appena si accorse di non poter più muovere le mani. Abbassò lo sguardo sui suoi polsi vedendo una corda che li legava. Alzando nuovamente lo sguardo davanti a sé vide Hyunjin stringere meglio i nodi con un sorriso sul volto.
<Davvero, Hwang? Davvero?!>
<Davvero. Mi dispiace, ma non posso rischiare.>
Hyunjin fissò l'altro per qualche istante, indeciso su che fare.
Aveva la possibilità di vendicarsi di tutti i dispetti di Eodum, ma aveva il coraggio di essere spudorato come l'altro? Cosa avrebbe fatto il vero Byeol, un valoroso eroe, in quella situazione? Probabilmente non sarebbe nemmeno arrivato a viverla una situazione del genere. Più ci rifletteva su, meno risposte otteneva. Forse doveva solo fare quello che aveva continuato a fare da quando era finito in quella storia: seguire il proprio istinto. Era Hwang Hyunjin, l'autore di quel racconto, quindi avrebbe deciso da solo cosa fare.
Gli toccò giocosamente il naso per poi girare i tacchi e allontanarsi.
L'imbarazzo gli attanagliò lo stomaco: aveva seriamente riflettuto così attentamente per poi scegliere un'azione così semplice? Era un idiota. Ma alla fine provocarsi a vicenda era un loro modo di comunicare, si infastidivano per avere sempre l'attenzione dell'altro quindi non era stato qualcosa di totalmente sciocco.
<Ah, già ti anticipo che è inutile tentare di liberarti. E' una corda che utilizzo di notte, in assenza del mio serpente del sole, quindi ho fatto in modo che avesse la sua stessa caratteristica: resiste alla magia.>
Ridacchiò soddisfatto, salutando l'altro con un gesto della mano per poi dirigersi immediatamente verso la camera di Minho che raggiunse senza lnemmeno farci caso, bussando nella speranza che l'altro fosse ancora sveglio.
Nulla.
Appoggiò l'orecchio alla porta nella speranza di sentire qualche suono, ma il legno era troppo spesso. Fissò per qualche secondo la porta dubbioso: doveva bussare di nuovo?
<Minho-hyung, sei sveglio? Sono Byeol.> disse, con tono rilassato ma forte abbastanza da essere sentito all'interno della camera.
Attese in silenzio, per poi giungere alla conclusione che l'altro si era probabilmente addormentato.
<Di solito ha un sonno molto leggero... Che gli interrogatori lo abbiano sfinito?> rifletté confuso tra sé e sé. Doveva tornare da Eodum e rinunciare per quella sera? Ma mancava così poco all'attacco dei ribelli... Poteva andare da Jisung o Changbin: loro avevano le chiavi delle loro stanze, potevano aprire la porta. Minho non si sarebbe innervosito eccessivamente per una buona causa, giusto?
Hyunjin sbuffò portando indietro le ciocche corvine che erano ricadute davanti ai suoi occhi. Poggiò la spalla contro il muro dando le spalle alla porta indeciso su come gestire la situazione.
Un rumore improvviso alle sue spalle lo fece sussultare.
Non ebbe il tempo di voltarsi prima di sentire qualcosa stringersi attorno al suo collo. Iniziò a tossire senza fiato, tentando di colpire la persona alle sue spalle senza successo.
Tentò di raccogliere l'energia dentro di sé per attivare l'armatura di luce. C'era un sicario al palazzo Lee? Che fosse l'assassino della signora Kim? Com'era riuscito ad arrivare alle sue spalle senza farsi notare?
L'ultimo pensiero che raggiunse la sua mente prima di svenire gli fece mancare un battito: se quell'assassino fosse uscito dalla camera di Minho dopo averlo ucciso?
~CC~
Hello :)
Nuovi capitolo per voi <3
Alla prossima settimana!
Buona giornata/serata a tutt*!^_^
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『𝔼𝕠𝕕𝕦𝕞』
FantasyHyunjin è uno scrittore che sogna di pubblicare il suo primo libro, ma non sa che, durante la sua breve vacanza a Daegu, qualcosa di inaspettato cambierà totalmente il suo rapporto con la scrittura e la sua storia, portandolo a rischiare la sua vita...