ℂ𝕙𝕒𝕡𝕥𝕖𝕣 𝟛𝟛

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Nulla è più facile che scrivere. Il difficile è farsi leggere.

(Enzo Bianco)

Era caduto su Eodum, quindi non si era fatto praticamente nulla. I loro volti erano a pochi millimetri l'uno dall'altro quindi si sbrigò a voltarsi.

Schiuse gli occhi alla luce eccessiva dopo il lungo periodo di ombra tentando di capire chi fosse quella figura che li fissava.

<Byeol-hyung...?>

<JISUNG!>

Alla voce dell'amico poggiò entrambe le mani sul petto di Eodum, cercando di farsi forza per mettersi a sedere, ma l'altro lo spinse verso di sé.

<Che diavol->
<Se mi vede in questa forma sono morto! Ti ricordo che sono arrivato fin qui come la signorina Park. Non farò scoprire il mio volto così facilmente.> sussurrò al suo orecchio nascondendo il volto nella chioma corvina di Hyunjin.

Non sapeva se scoppiare a ridere per il terrore dell'altro. Era la prima volta che lo vedeva provare quell'emozione, quindi fu una sensazione soddisfacente: per una volta non era lui ad essere in difficoltà.

<Tutto bene là dentro? C'è qualcuno con te?>

<Meno male che c'è la penombra, non osare alzarti imprudentemente!> mormorò Eodum stringendo le vesti dell'altro nei pugni.

Hyunjin si mise a riflettere per qualche istante: cosa doveva fare? Poteva tranquillamente alzarsi e far scoprire a un membro delle tre famiglie quella che ormai Hyunjin stava iniziando a dedurre fosse la vera forma di Eodum, condannandolo quasi certamente alla morte vista la sua posizione di netto svantaggio oppure aiutarlo, salvandolo di conseguenza dalla forca. Sapeva esattamente quale fosse la risposta più logica, ma poteva davvero farlo? Alla fine si conoscevano da più di un mese e l'altro lo aveva aiutato molto in quella missione. Ma non erano amici, non doveva fidarsi. Era sbagliato, era contro il suo personaggio: l'eroe è contro il cattivo.

<Byeol? Non riesco a vedere da qui... Sei ferito? Aspetta che scendo a darti una mano.>

Però in quel momento c'era un nemico ancora più grande da dover affrontare: la signora Yeou e il resto dei suoi seguaci. Sarebbe riuscito a salvare Jaesan senza l'aiuto del ragazzo che in quel momento gli solleticava l'orecchio con il suo respiro? Eodum era davvero contro di lei? Sentiva il cuore dell'altro battere contro il proprio petto. Digrignò i denti sospirando, per poi sollevarsi sui gomiti. I loro nasi si sfioravano. Il volto di Eodum era coperto dai suoi capelli sciolti, come una tenda che nascondeva quel loro scambio di sguardi dal resto del mondo. In quegli occhi lesse una preghiera, una pura richiesta d'aiuto.

<NO! Non scendere, c'è una sorta di incantesimo che blocca i poteri. Io sto bene, non preoccuparti. Vedi dei vestiti vicino a te? Ci hanno rubato le vesti esterne, probabilmente per perquisirci.> disse con un tono abbastanza forte da farsi sentire da Jisung, senza mai distogliere lo sguardo da quegli occhi che ora brillavano di serenità. Eodum aveva lasciato andare un sospiro di sollievo.

<Eccoli... C'è qualcun altro con te? Queste mi sembrano le vesti di una ragazza.>

I loro abiti caddero a mezzo metro da loro sollevando un po' di paglia all'impatto.

<Sì, è una signorina che mi ha accompagnato per la missione. Ci aiuterà a sconfiggere i ribelli.>

Guardò Eodum attendendo un segno di assenso da parte sua con un sopracciglio alzato e un sorrisino dipinto sul volto.

La sua risposta, tuttavia, arrivò in modo totalmente inaspettato.

Fu un tocco veloce, non ebbe nemmeno il tempo di evitarlo, ma aveva regalato a Hyunjin una sensazione mai provata, qualcosa che aspettava di vivere ogni volta che lo vedeva o leggeva in uno dei suoi libri. Un bacio. Rimase paralizzzato per diversi istanti, incapace di analizzare quel turbinio di pensieri, sensazioni, sentimenti e immagini. Lo sguardo divertito dell'altro, le sue guance lievemente rosee, segno che non era l'unico in imbarazzo per quel gesto fuori dalle sue aspettative, le labbra che poco prima avevano toccato le sue leggermente schiuse in un sorriso, i propri capelli che lo circondavano, per non parlare di quel formicolio diffuso, come una scarica elettrica. Rimpianse di aver ricordato proprio in quel momento di aver sentito dire quale fosse l'emozione che sentivi in tutto il corpo: la felicità. Era felice in quel momento? Forse. Non riusciva ad etichettare quella sensazione. Capì che non era il momento per fare introspezione oppure Jisung si sarebbe insospettito e Eodum avrebbe capito cosa stava passando per la sua mente, quindi si sforzò a prendere la veste dell'altro con una mano lanciandogliela in faccia. Non voleva vederlo per il momento. Si sbrigò ad alzarsi in piedi e allontanarsi da lui indossando il proprio abito.

<Cosa diavolo stai facendo?> sussurrò appena per non farsi sentire dal povero Jisung che li aspettava ignaro di cosa fosse appena accaduto.

Hyunjin, pur di non incrociare i loro sguardi, aveva iniziato ad osservare con attenzione dei fili di paglia sul pavimento all'angolo della stanza. <Sto cercando...> rifletté qualche istante nella speranza di avere un lampo di genio, fallendo miseramente.

<Cosa...?>

<Il mio fermaglio. L'ho perso.>

Vide con la coda dell'occhio Eodum avvicinarsi quindi si allontanò immediatamente.

<Aspetta->

<No, lo cerco da solo.>

<Ascol->

<Non lo trovo proprio da nessuna parte...>

<Ma->

<Chissà dov'è finito...>

<Hwang! Non avevi un fermaglio con te, ma un nastro di cuoio. In più il tuo amico ha messo una scala per farci risalire e ha detto che sta andando a liberare gli altri. Direi che non c'è momento migliore per uscire da qui, non credi?>

Hyunjin lo fissò per svariati secondi, l'espressione di Eodum era tra il preoccupato e il divertito per le condizioni dell'altro.

<Non ridere. Mi ero confuso.>

Eodum deglutì con un mezzo sorriso sul volto scuotendo la testa. <Io? Ridere? Assolutamente no. Vedi di salire, oppure ti lasciò qui da solo.>

A quelle parole Hyunjin scattò in direzione della scala uscendo da quello scantinato come fosse stato in apnea per tutto quel tempo.

Percepì i poteri tornare a scorrere nelle sue vene: l'incantesimo era davvero solo in quella stanza. Appena si voltò nuovamente verso l'altro si accorse che era tornato nuovamente alla sua versione femminile. Non vedere il suo vero volto fu un sollievo per lui: poteva rinviare i suoi monologhi interiori per un altro po'.

<Già mi manca stare in una stanza solo con te, stellina.> commentò con voce civettuola Eodum tentando di sollevare il braccio, accorgendosi immediatamente che qualcosa glielo impediva. Guardò prima i suoi polsi legati da un fascio di luce, poi Hyunjin con volto sconvolto.

<Fai sul serio, Hwang?! Dopo quello che è successo?>

<Faccio sul serio proprio per quello che hai fatto, idiota. Non credere che l'averti salvato una volta ti dia il permesso di pensare che io sia un tuo alleato...o altro. Continuo a non fidarmi di te, ma sei utile.>

Eodum ridacchiò ancora stupito dall'atteggiamento dell'altro.

<Sei più imprevedibile di quanto pensassi, Hwang.>

<Ti ricordo che sono come il makgeolli.>

~CC~
Onestamente la citazione ad inizio capitolo mi rappresenta molto al momento :')
Spero che vi sia piaciuto il capitolo, cerco di fare sempre del mio meglio per pubblicare ogni settimana <3
Buona giornata/serata a tutt*!^_^

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