ℂ𝕙𝕒𝕡𝕥𝕖𝕣 𝟛𝟟

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L'universo è fatto di storie, non di atomi.

(Muriel Rukeyser)

<Perché vuoi parlare con Minho-hyung?>
<Sembra il più sveglio insieme al figlio di Kim, tuttavia non mi sembra il momento adatto per parlare con lui. Sappiamo già che io sono innocente per l'omicidio della signora Kim, anche se tutti mi designano come colpevole, sai anche che io non c'entro nulla con questi ribelli, ma nessuno crede che il temibile Eodum sia estraneo a questa faccenda, dico bene?>

Hyunjin annuì grattandosi timidamente la nuca, lui stesso era stato il primo a pensare che il biondo fosse pienamente colpevole.

<Sappiamo che la signora Yeou è una donna. E' già un inizio, no? Da dove la conosci?>
<Non fidarti delle sue sembianze, non hai notato che indossa un anello come quello di Kim e Lee? Potrebbe essere chiunque.>

Come aveva fatto a non notare un dettaglio così importante? La sua tensione in quel momento non era una giustificazione per quell'errore madornale.

<Hai ragione...>

Rimasero qualche istante in silenzio, camminando tra le strade quasi deserte visti i continui attacchi dei ribelli in quel periodo. Ricordando alla prima volta che le aveva percorse con Chan provò un po' di nostalgia. 

<Hai qualche idea di chi possa essere?>

<Noi due, Soomin, Hyunbok e gli altri primogeniti siamo da escludere. Eravamo tutti presenti insieme a quella vecchia volpe.>

<Non potrebbero aver avuto qualche complice che prendesse momentaneamente il ruolo della signora Yeou?>

<A dir poco impossibile. Come ben sai, ho già parlato in precedenza con lei, quindi mi sarei accorto di qualche differenza nel suo atteggiamento, credo che tu abbia ormai notato la mia indole osservatrice. Inoltre, non sono a conoscenza di alcun potere che rende il proprietario capace di possedere quello degli altri, tu?>

Hyunjin scosse il capo. Nonostante lui stesso avesse ideato quel mondo, non aveva il benché minimo ricordo di qualcosa di simile. Sarebbe stato indubbiamente molto utile, ma avrebbe reso eccessivamente potente quel personaggio rompendo l'equilibrio già precario della storia. 

<Il lavoro che sta compiendo in questi giorni il signor Lee è estremamente utile ad escludere la gran parte degli abitati di Jaesan.>

Era da giorni che il capofamiglia interrogava gente grazie al suo strumento magico: il gayageum*.

(가야금)cetra a dodici corde in seta rette da dodici parti mobili, che rappresentano i dodici mesi. Le corde pizzicate dalle dita possono produrre un suono delicato, puro.

Il suo, in particolare, era in grado di riconoscere le bugie. Ogni volta che il signor Lee interrogava qualcuno suonando quest'ultimo non poteva mentire, in caso contrario avrebbe patito un dolore insopportabile. Alcune persone che avevano tentato invano di resistergli erano svenute, o peggio, morte. Hyunjin era grato di non dover essere sottoposto a una tortura così crudele, ma era convinto che quel potere fosse perfetto per la personalità fredda e diretta del signor Lee.

<Ha già interrogato tutta Jaesan e dintorni...>

<Io stesso ho dovuto cambiare corpo per essere interrogato. Fortunatamente non è stata fatta nessuna domanda non sviabile, o sarei rimasto fregato. Tuttavia, ti ricordo che non sono stati interrogati i nobili. Sono sicuro che i pezzi grossi dei ribelli si nascondono tra loro, specialmente la signora Yeou.>

Erano quasi arrivati a palazzo. Erano determinati a risolvere la questione il prima possibile, ognuno per i propri tornaconti personali.

<A proposito, avevo intenzione di porti questa domanda alla locanda ma non ne ho avuto più l'occasione: come ti sei conosciuto con lei? Ti ha riconosciuto come signorina Park.>

Le sue labbra si sollevarono in un sorrisetto, i riccioli scuri ricadevano sulla fronte mielata.

<L'ho vista durante il mio mese di assenza. Ero andato in un villaggio ad ovest a risolvere delle questioni personali e mi ha offerto un tè dopo aver ucciso un suo vecchio scagnozzo, definito "inutile" da lei stessa. Ha detto che era felice di poter parlare un po' con un'altra donna che viveva una vita simile alla sua.>

Hyunjin si limitò ad annuire silenziosamente per poi scattare con il capo in direzione dell'altro che ricambiò la sua espressione dubbiosa con un sopracciglio alzato.

<Aspetta... La signora Yeou l'altro giorno mi ha indicato come il ragazzo di cui avevate parlato. Che cosa intendeva?>

Non poteva certo dimenticare quella conversazione per lui insensata dove aveva accettato la stretta della mano di Eodum, terrorizzato dalla figura della donna.

Eodum sgranò leggermente gli occhi capendo subito a cosa si stesse riferendo per poi scoppiare a ridere di cuore.

Ora era lui quello che fissava l'altro con un sopracciglio alzato.

<Allora?>

<Eravamo due donne insieme a chiacchierare allegramente, credi che abbiamo parlato solo di omicidi e piani malefici?>

Lo sguardo di Eodum risplendeva di una malizia scherzosa: attendeva divertito che l'altro afferrasse il concetto sottinteso nelle sue parole.

<N-Non capisco...?>

Avevano svoltato in una stradina deserta, una scorciatoia per raggiungere più velocemente il palazzo Lee. Eodum tornò alle sue normali apparenze in un istante avvicinandosi a lui fino a sfiorargli il naso con la punta del proprio. Una risatina sfuggì dalle sue labbra.

Hyunjin indietreggiò di un passo con un'espressione tra lo stupito e lo spaventato.

<Parlavamo di ragazzi, idiota!>esclamò con tono divertito, allontanandosi nuovamente da lui per poi riprendere a camminare come se nulla fosse.

Vederlo di nuovo così vicino a lui fece riemergere dai suoi ricordi quel momento di appena un paio di giorni prima. Afferrò istintivamente il braccio dell'altro il quale si voltò verso di lui confuso. Lo sguardo di Hyunjin era serio come non mai.

<Perché?>

<...Perché cosa?>

<Perché fai sempre così? Ti diverte prendermi in giro?>

La sua voce uscì tagliente come la sensazione che provava in quel momento. Doveva risolvere quel suo dubbio per poter andare avanti. Nonostante lui stesso fosse stato il primo a voler usare quella loro "amicizia" per i propri scopi, in quei pochi giorni di vicinanza continua aveva finito per cambiare idea. Eodum lo stava sfruttando o quello era solo il suo modo di relazionarsi con lui? Meritava davvero di morire? Poteva ucciderla e tornare alla sua vecchia vita come se nulla fosse?

Più Il tempo stringeva prima della possibile distruzione di Jaesan, più i suoi dubbi sul ragazzo peggioravano. Non poteva permettersi di avere così tanti pensieri per la mente in un momento così critico.

<Il motivo per cui mi comporto così è semplice, sai?> iniziò, poggiando la sua mano libera su quella che l'altro stava usando per bloccargli il braccio. Il suo tono era calmo ma veritiero.

La mano dell'altro si mosse con uno scatto ribaltando in pochi istanti la situazione senza che lui potesse fare nulla al riguardo.

Aveva il braccio bloccato dietro la schiena, il mento di Eodum era poggiato sulla sua spalla. Tentò di liberarsi con l'altra mano, ma il suo polso venne immediatamente bloccata dall'altro. Come per il loro primo incontro.

<Hai catturato la mia attenzione, Hwang. Mi diverte stuzzicarti perché sono curioso di conoscere ogni sfumatura del tuo carattere, come il sapore di un buon sorso di makgeolli.>

~CC~

Buon martedì :))

Spero che la storia vi stia piacendo <3

Buona giornata/serata a tutt*!^_^

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