ℂ𝕙𝕒𝕡𝕥𝕖𝕣 𝟙𝟜

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)

<Vai tu per primo, con i tuoi poteri puoi illuminare un po' il percorso, no? Ho dimenticato di preparare una candela per scendere... E' un problema per te?>

<No, no! Nessun problema.> rispose semplicemente Hyunjin chiudendo gli occhi e concentrandosi per trovare una fonte di luce nelle vicinanze. Percepita la presenza di una candela portata da uno degli studiosi presente nella sala, ripeté lo stesso processo che aveva eseguito per interiorizzare l'energia delle fiamme dell'incendio per poi far manifestare l'armatura di luce solo sulla sua mano. Nel caso di quella sera, aveva fiamme a sufficienza da cui prendere potere, quindi non si preoccupava minimamente di restare senza, ma in quel momento non voleva usufruire di tutte le candele della sala quindi doveva essere più parsimonioso.

Aperti nuovamente gli occhi, notò con piacere di essere riuscito nel suo intento vedendo la piccola fiammella posta sul palmo della sua mano. Il contatto tra il fuoco e le sue dita semichiuse gli dava sulla pelle una leggera e piacevole sensazione di solletico.

<Direi di andare.> gli ricordò Seungmin indicando la scala.

Hyunjin lanciò uno sguardo veloce a Chan, che sorrideva lievemente ammirando la fiamma tra le sue dita, poi iniziò a scendere con prudenza le scale strette, seguito prima dal riccio e poi dal biondo.

Camminarono in silenzio finché il pavimento si richiuse sopra di loro lasciandoli totalmente al buio se non per la fiamma di Hyunjin. Il ragazzo proseguiva con immensa cautela: non era abituato a camminare con un hanbok che arrivava fino ai suoi piedi, vedeva a malapena vista la scarsa illuminazione ed aveva notato che gli scalini avevano iniziato ad essere ad una distanza sempre maggiore l'uno dall'altro.

<E' da tanto che non vengo qui, non sono più abituato a queste scale...> mormorò, nella speranza che il minore rispondesse a quella sua provocazione velata di saperne di più al riguardo.

<Io le percorro ogni giorno e ancora alcune volte rischio di inciampare, quindi posso capirti.> disse semplicemente Seungmin, deludendo la curiosità di Hyunjin che bramava informazioni. Il corvino era rimasto così amareggiato di non essere riuscito nel suo intento, da non notare l'hanbok incastrato sotto la sua suola.

Sentì il suo stomaco fare una capriola mentre il senso di vuoto lo assaliva. Gli ricordava vagamente quando aveva provato il teletrasporto di Jisung, ma quella che stava provando in quel momento era sicuramente una sensazione migliore.

Trattenne il respiro strizzando gli occhi e preparandosi all'impatto, per poi sentire qualcosa che lo teneva per il colletto della veste.

<Guarda dove metti i piedi.>

La voce di Chan aveva una leggera ombra di preoccupazione, come un padre che rimprovera il figlio.

<Grazie, nonnino.> gli rispose con un tocco di sarcasmo il corvino, per poi rendersi conto del modo in cui aveva chiamato l'altro.

Sentì la sua presa sul suo colletto svanire, obbligandolo ad appoggiarsi al muro di pietra per non cadere.

Sapeva di aver commesso un OOC: Byeol non avrebbe mai chiamato Chan "nonnino", solitamente lo chiamava "hyung" o al massimo col suo nome. Rimase deluso da se stesso: era stato tanto bravo a impersonare il suo personaggio per tutto quel tempo e si era perso per uno scherzo.

<Cosa hai detto?> chiese Seungmin in un misto di confusione e curiosità.

<Che intendi?> domandò Chan, fingendo di non comprendere cosa turbasse l'altro.

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