La descrizione inizia nell'immaginazione dello scrittore, ma dovrebbe finire in quella del lettore.
(Stephen King)Hyunjin poteva sentire il suo cuore palpitare nel petto e le mani fremere per l'adrenalina. Poteva vedere quella sagoma scura a pochi metri da lui venire illuminata dalle fiamme, sentiva il tappeto di foglie autunnali scricchiolare sotto la potenza dei loro passi, il vento pizzicargli il volto come tanti piccoli spilli, l'odore fastidioso del fumo inondargli le narici.
Non riuscì a diminuire la distanza tra lui e la figura scura per diversi minuti.
Erano giunti in un groviglio di viottoli di paese, ormai il rumore dell'incendio era solo un lieve sussurro di sottofondo, al contrario dei loro respiri ansimanti.
Hyunjin era fortemente tentato di fermarsi, ma era consapevole del fatto che altrimenti tutti i suoi sforzi fino a quel momento sarebbero stati vani. Non sapeva più dove si trovasse con esattezza, avevano svoltato così tante volte che ne aveva perso il conto.
Il ragazzo davanti a lui rallentò per un istante, troppo stanco dopo aver corso per tutto quel tempo con un mantello addosso che lo appesantiva ulteriormente. Fu in quel momento che Hyunjin gli si gettò addosso, riuscendo ad afferrare un lembo del manto e tirarlo.
Lo sconosciuto si voltò immediatamente mentre il mantello cadde sul terreno polveroso.
I capelli bianchi come le pagine del taccuino su cui Hyunjin aveva scritto della sua esistenza, lunghi fino a poco sopra le spalle, furono finalmente liberi di brillare sotto la lieve luce della luna e di danzare con il vento autunnale. Il suo volto era totalmente coperto da una maschera nera che faceva risaltare ulteriormente il suo singolare colore di capelli e i suoi occhi di un azzurro zaffiro da togliere il fiato.
Hyunjin sguainò la spada cercando di avvicinarsi all'altro che afferrò prontamente il suo polso impedendo i movimenti della sua mano e obbligandolo a lasciare l'elsa dell'arma che rovinò a terra accompagnata da un rumore metallico. Tentò di far allentare la presa al ragazzo il quale, con un movimento agile del braccio, bloccò il suo dietro la schiena, per poi dare un calcio allo Hwandudaedo per allontanarlo. Hyunjin strinse i denti per cercare di non emettere nemmeno un gemito nonostante il dolore lancinante.
Il corvino si trovò in difficoltà, non avendo idee per cercare di ribaltare la situazione. Sarebbe morto in quel momento? Perché aveva accettato quello stupido accordo con Chan?
"La missione... Ho la penna!" pensò il ragazzo ricordandosi di quella sorta di arma che portava sempre accanto alla sua spada. Riuscì ad afferrarla ma prima di avere il tempo di attaccare, lo sconosciuto afferrò il suo polso.
<Mh... E questo nuovo pugnale da dove arriva, Hwang?> domandò con voce grave ma provocante il ragazzo, avvicinando a sé Hyunjin per impedirgli di tentare altri colpi di testa rendendogli difficile l' osservazione dell'arma.
Il corvino sentì il sangue ribollire nelle vene sentendosi profondamente umiliato dall'altro.
<Eodum...> sussurrò digrignando i denti.
<Byeol. E' incredibile come sappiamo i nostri nomi, non è vero?> lo stuzzicò l'altro sporgendosi da dietro le sue spalle.
<Amo quando fai questa smorfia irritata. Perdi tutta quell'aura eroica che ti ostini ad indossare in ogni momento.> commentò lasciandosi scappare un piccola risatina derisoria, per poi continuare. <E' da un po' che non ci vediamo, dico bene? Devi perdonarmi per prima, Hwang, ma non volevo di certo che qualcuno ci disturbasse durante la nostra chiacchierata e avevo il vago presentimento che se ti avessi proposto di vederci per bere una tazza di tè non avresti accettato.>
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『𝔼𝕠𝕕𝕦𝕞』
FantasiHyunjin è uno scrittore che sogna di pubblicare il suo primo libro, ma non sa che, durante la sua breve vacanza a Daegu, qualcosa di inaspettato cambierà totalmente il suo rapporto con la scrittura e la sua storia, portandolo a rischiare la sua vita...