twenty-eighth chapter

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Il sole era sorto da non molte ore in quella splendida giornata, persino gli uccellini cinguettavano allegramente, come se potessero sentire le emozioni ed i cuori dei due giovani ancora addormentati, l'uno abbracciato all'altro, al punto da poter sentire il respiro altrui. Il primo che aprì gli occhi fu, stranamente, il minore, che iniziò a lamentarsi della luce che passava anche attraverso le tende di seta, riposte a coprire le finestre di quell'ampia camera. L'altro ragazzo non sembrava lo stesse ascoltando o meglio si, l'aveva sentito, ma completamente ignorato come suo solito, d'altronde chi non riesce a sentire i lamenti continui di Gou Mingrui? Assolutamente nessuno. Dopo continue imprecazioni pronunciate sottovoce, diversi cambi di posizione, che non erano paragonabili nemmeno al più noto attore pornografico, sempre per evitare lo stesso raggio solare che lo aveva disturbato poco tempo prima, decise di rivolgersi direttamente al suo ragazzo. Nemmeno lui riusciva ancora a definirlo come tale, era tutto troppo bello, così surreale, per essere vero; si vede che in fondo, un'unica cosa è sempre stata scritta nel loro destino: dovevano ritrovarsi e stare insieme.

I leggeri pizzicotti sul braccio, ormai distrutto da quel gesto ripetitivo, non erano più efficaci, bisogna pensare ad altro. Decise quindi di guardarlo nel mentre sembrava stesse dormendo e di toccargli leggermente la spalla con l'indice prima, per poi scuoterlo violentemente dopo, ma fu interrotto prima di portare a termine il suo intento.
<<Perché mi guardi piccoletto?>> Dopo quella frase, calò il silenzio per alcuni attimi. Il minore perse dei battiti ed arrossì terribilmente, non stava capendo come aveva fatto l'altro ad accorgersene, tanto meno a come aveva finto di dormire così bene. Non ricevendo alcuna risposta a quella frase detta con voce roca, tipica del ragazzo a quell'ora del mattino, aprì gli occhi, che si unirono subito nello sguardo incantato dell'altro. Il loro amore era percepibile lontano mille chilometri. Solamente da quello sguardo così intenso si poteva intuire quanti sentimenti, così intensi, fossero maturati, con il tempo, da parte di entrambi.
<<Qual è il problema adesso?>> Decise di mormorare sottovoce, rompendo il ghiaccio, ma non il loro interminabile contatto.

<<La tua schifosa finestra è il problema, stavo dormendo così bene, quando 'sto sole di merda mi ha destato, per essere formali, impedendomi di continuare beatamente il mio sogno stupen->> Non riuscì a terminare la frase, poiché fu fermato da un bacio sulle labbra, seguito da delle carezze sul suo punto vita, che gli fecero aumentare il battito cardiaco.
<<Stavi dicendo?>> rispose facendo il suo solito sorrisetto, in modo da provocarlo ed innervosirlo ulteriormente. <<Ti odio>> nascose il capo sulla sua spalla: aveva trovato la giusta posizione per evitare il suo peggior nemico mattutino. <<Buongiorno a lei principe>> gli accarezzò i capelli dolcemente, rimanendo pochi secondi a guardarlo anche lui incredulo. Non sembrava vero, la situazione non lo era, per non parlare del più piccolo: letteralmente un angelo ai suoi occhi. Yu Zeyu aveva esaudito il proprio sogno per il quale aveva creduto per anni: ce l'aveva fatta. Dopo non molto tempo, riuscì a convincere l'altro ad alzarsi, in modo da potersi preparare entrambi per la giornata scolastica.

Fecero entrambi una doccia a turno, nonostante la insistente richiesta del maggiore nel farla insieme, rifiutata dal più piccolo, ancora insicuro sul proprio corpo. Una volta pronti entrambi, andarono a fare colazione, accolti dalla madre del corvino, mentre il padre era già andato a lavoro. La donna, già con indosso gli indumenti da lavoro, pronta per uscire, salutò amorevolmente entrambi con un bacio sulla fronte ed augurò loro una buona giornata. I due intrapresero la breve strada che gli avrebbe condotti a scuola mano nella mano, il maggiore non vedeva l'ora di raccontare ai propri amici della splendida novità, mentre l'espressione dell'altro non sembrava esprimere la stessa euforia.
<<Che c'è?>>
<<Niente Zeyu>> continuò a guardare basso, specialmente una volta entrati nel cortile scolastico, dove molti gruppetti composti da ragazzi e ragazze iniziarono a parlare di loro, facendo ipotesi sulla loro possibile relazione, vedendo il loro contatto. <<Volete un autografo da me e dal mio ragazzo?>> rispose a quella gente pettegola, che si nutriva delle informazioni private degli altri, ed ad alcuni sguardi invidiosi che terminarono subito lì grazie a quelle parole.

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