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Dopo aver trascorso una quindicina di minuti fuori, a congelare per il freddo di Dicembre, io e Charlie ritornammo dentro nei nostri rispettivi posti. Era stato difficile ignorare la presenza di Pedro alla mia destra. Ogni volta che le nostre mani o le nostra ginocchia si sfioravano per sbaglio, il mio cuore perdeva un battito dall'emozione.
Mi staccavo rapidamente da lui come scottata dal fuoco anche se avrei tanto voluto mantenere il contatto fisico più a lungo. La cosa che mi faceva impazzire era proprio il suo comportamento. Prima mi respingeva e poi faceva di tutto per avere la mia attenzione.
Era totalmente assurdo!Dopo aver terminato il pranzo, gli sposi si buttarono in pista e aprirono le danze con un lento. Al termine di questo la musica cambiò diventando più ritmata e la pista si riempì di persone. Io ero una dei pochi invitati seduti nelle proprie postazioni. All'idea di ballare davanti a persone che conoscevo da una vita mi metteva in soggezione e in più i tacchi mi avevano provocato un male ai piedi allucinante.
Dopo quella giornata non avrei più indossato un paio di tacchi, quello era poco ma sicuro!
Tra la folla di invitati vidi Charlie venirmi in contro con un sorriso a trentadue denti. Oh no! Esclamò la mia mente avendo già capito il suo piano malefico.
«Andiamo a ballare?» mi propose prendendomi la mano e cercando di alzarmi dalla sedia.
«Non ho voglia preferisco stare qui» brontolai piantandomi per bene sulla sedia.
«Avanti... ci divertiremo!»
«No»
«Dai, dai, dai! Starò qui tutto il pomeriggio a romperti le scatole se non vieni» mi minacciò appoggiando due mani sui fianchi.Sbuffando mi alzai senza far notare ai presenti seduti al tavolo la mia sofferenza dovuta ai tacchi. Dovevo bere per affievolire il dolore, pensai. Così presi la bottiglia di vino bianco e lo versai nel mio bicchiere.
«Se fossi in te non lo berrei» una terza voce parlò, ma io non l'ascoltai. Scolai tutto d'un fiato il vino e poi mi girai verso Pedro con un sorriso sghembo.
«Pascal fra poche settimane diventerò maggiorenne, credo che un occhi si potrebbe chiudere non trovi? Ora per mia fortuna mi allontanerò da te per andare a ballare» dissi cercando di fermare la scarica di adrenalina che scorreva in me dopo aver provocato una risatina divertita in Pedro. Mi finsi indifferente a quella visione e prendendo la mano di Charlie la trascinai in pista.
«Prima o poi mi dovrai spiegare cosa sta succedendo tra te e Pedro» incominciò a parlare Charlie mentre incominciammo a muoverci a ritmo della musica messa dal dj.
«Assolutamente niente» dissi in tono che non faceva trapelare nessuna emozione. Era troppo complicato da raccontare.
«Si vede lontano un miglio che c'è qualcosa tra di voi» poi si bloccò e con la testa indicò un punto dietro di me «Guardalo... ti sta mangiando con gli occhi» concluse.
Mi girai per guardarlo. Era l'unico seduto a quel tavolo, intento a sorseggiare il vino e teneva lo sguardo puntato su di noi.
Mi girai velocemente sentendo improvvisamente caldo. Charlie scoppiò a ridere puntando un dito contro di me.
«Dovresti vederti, sei tutta rossa in viso!»
«Smettila!» esclamai imbarazzata.
La musica cambio nuovamente ritmo dando spazio a un altro lento. La pista si libero velocemente facendo spazio alle compiette di innamorati.Tra queste vidi Pedro e Nancy.
«Per fortuna che non c'è nulla tra di voi» ricominciò a dire Charlie. Maledizione! Era così evidente la mia gelosia?
«Amely tesoro mi concedi questo ballo?» chiese papà raggiungendoci in pista. Annuii felice di trascorrere un po' di tempo sola con papà. Lo vedevo raramente a casa per via del lavoro e spesso quando era a casa non faceva altro che dormire o leggere il giornale.
Prima di lasciarci Charlie mi sussurrò all'orecchio: «Se è lui ciò che vuoi prenditelo, non lasciare che Nancy te lo porti via».
Ma non risposi, era difficile accettare di provare attrazione per un uomo molto più grande di me, ed era altrettanto difficile ammetterlo a qualcun altro. Charlie si dileguò velocemente ritornando seduta al suo posto mentre io incominciai a ballare con papà.
Sorrisi raggiante e così fece pure lui.
«Ti ricordi il Natale a casa dei nonni? Puntualmente mi chiedevi di ballare con te un lento» parlò papà con occhi tristi al ricordo di me bambina.Annuii ricordando quel dolci momenti che mi mancavano terribilmente e che non sarebbero mai più ritornati.
«Ci stavo pensando pure io» risposi. Appoggiai la testa sulla sua spalla e continuai a muovermi seguendo il ritmo lento della melodia.
«Signor Turner, posso rubare tua figlia per qualche secondo?»
I miei occhi si aprirono di scatto e vidi di fronte a noi Pedro. Stava diventando il mio peggior incubo quell'uomo!
«Certo, ma la rivoglio tutta intera poi!» scherzò papà allontanandosi da noi.
Se solo sapesse quello che stava succedendo tra di noi, non mi lascerebbe mai lasciato ballare con lui.Il mio sguardo arrabbiato incontrò il suo sguardo divertito quando la sua mano si appoggiò sulla mia schiena nuda.
Il respiro mi di mozzò per un secondo, ma mi ricordai di essere arrabbiata con lui.
«Sono qui per chiedere come ti senti» iniziò a parlare iniziando a dirigere la danza e io lo seguii a ruota.
«Strano che tu me lo chieda proprio ora, sono passate diverse ore da quell'episodio» risposi piccata. A pranzo era rimasto vicino a me per tutto il tempo, poteva chiedermelo li anziché chiedermi di ballare.
«Ero molto indaffarato con il lavoro e poi suppongo che nessuno dei presenti sappia di questo spiacevole episodio, parlandone a tavola sarebbe stato sconveniente»
«O forse eri troppo occupato con Nancy» dissi assottigliando gli occhi. Mi avvicinò ancora di più al suo petto tonico provocandomi delle pulsioni nel basso ventre.
«Pequeña io e Nancy siamo solo amici.» sussurrò al mio orecchio.
Al suono della sua voce roca mi morsi il labbro inferiore, ma ripresi ben presto la lucidità e gli pestai un piede di proposito senza nemmeno scusarmi. Sentii da parte sua un ansimo di dolore.
Beccati questo stronzo!
«Da come Nancy ti guarda e ti parla direi che lei non la pensa allo stesso modo!»
«Vedrò di sistemare la faccenda allora. Avanti non hai risposto alla mia domanda, come ti senti?» ritornò a guardarmi con occhi seri.
Odiavo quando faceva così. Sembrava che riuscisse a scrutarmi addirittura l'anima con quei pozzi scuri.
«È tutto okay, come se non fosse successo nulla. Tu hai avuto più notizie su Erik?» risposi tranquilla.
Pedro mi fece fare una piroetta. «Ho ingaggiato un agente per tenerlo d'occhio e al momento sembra comportarsi bene. Forse ha intuito di essere sorvegliato»
«Non mi fido di lui»
«Nemmeno io per questo non mi arrenderò» disse e quando la musica terminò, ci staccammo velocemente e ritornammo ai nostri posti.
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Whiskey eyes
Chick-Lit|| AGE GAP BOOK || Come un fulmine a ciel sereno Pedro Pascal è piombato nella mente di Amelia Turner. È bastato un solo sguardo per farla cadere ai suoi piedi. C'è però un piccolo problema: lui è il nuovo sceriffo della città mentre lei è la figlia...