Appena entrai in chiesa i miei occhi si illuminarono alla vista delle composizioni floreali. Erano proprio quelle che avevo composto io insieme a Kate!
Gli invitati ammirarono la navata della chiesa decorata con maestria e io sotto sotto mi compiacqui. Avevamo fatto proprio un bel lavoro ieri.
Insieme ai miei genitori presi posto in una delle panche di legno. Nell'attesa rimasi a fissare la miriade di persone che prendevano posto e la mia attenzione venne catturata da una coppia in particolare: Pedro e Nancy.
Cosa ci facevano loro due assieme? Un moto di rabbia mi travolse come un onda. Non c'era nulla tra di loro, almeno così aveva detto l'uomo. Ma per quale motivo allora si presentano al matrimonio? Atteggiandosi come una coppietta sposata?Mi posizionai meglio nella panca e rivolsi il mio sguardo verso lo sposo già pronto all'altare. Sorrisi. Liam sembrava così agitato, non vedeva l'ora di vedere la sua amata Vanessa percorrere la navata centrale della chiesa in abito da sposa.
«Smettila di muoverti così tanto Amelia. Siamo in chiesa cerca di mantenere un po' di decoro» si lamentò mia madre agitando il suo ventaglio frettolosamente. Puntai uno sguardo assassino verso la donna. «Non mi sembra di aver fatto nulla di male. Per favore, non agitare il ventaglio contro di me mi fai venire freddo!» le risposi cercando di reprimere uno spasmo di freddo.
«Vestiti di più la prossima volta anziché mettere quel vestitino così corto!»
Rimasi a bocca aperta per lo stupore.
«Ehi ho messo le calze... comunque tu potresti anche vestiti di meno così non muori di caldo!» ribattei indicando la sua pelliccia sintetica.Non capivo per quale motivo quella donna in pieno dicembre avesse così tanto caldo da tirar fuori il ventaglio. Forse stava andando in menopausa prematuramente!
«Per Dio ragazze smettetela entrambe di bisticciare, non vogliamo mica rovinare la giornata a Liam e Vanessa» ci rimprovera papà. Sbuffai incrociando le braccia al petto. La mia giornata invece era già stata rovinata da Pedro e Nancy.
Finalmente la cerimonia ebbe inizio e dovetti trattenere le lacrime di emozione. I due sposi erano così carini. Nel vederli insieme così felici e sorridenti, mi spuntò nella mente il desiderio di voler incontrare un giorno un uomo così e di poter vivere la mia vita dei sogni.
La festa poi si spostò in una grande sala che avevano affittato per l'occasione. Era enorme e decorata con i toni del bianco e dell'oro. All'interno della sala erano disposti grandi tavoli rotondi per il pranzo e un vasto spazio vuoto che poi sarebbe stato adibito a pista da ballo.
Cercai con i miei genitori i nostri posti assegnati e pregai che nel posto affianco al mio non ci fosse un vecchio bavoso o una zitella in calore in cerca di marito. Gli eventi pubblici li odiavo, proprio perché dovevo aver a che fare con amici di mio padre o di mia madre. Da loro dovevi affrontare critiche e domande. A volte dovevo limitarmi ad annuire e sorridere, anche se quello che era stato detto non era nelle mie corde.
Il posto vuoto alla mia destra venne occupato da Pedro. Il mio cuore perse un battito. No ti prego no! Lo guardai seria e lui mi rivolse un sorriso gentile. Cosa ti ridi stronzo! Pensai tra me e me.
«Pedro da quanto tempo non ci vediamo? Non ho ancora avuto modo ti ringraziarti per quello che hai fatto a mia figlia» parlò mia madre Liz.
A parte spezzarmi il cuore mamma, cosa aveva fatto per me Pedro? Per fortuna i pensieri rimasero chiusi nella mia mente e non uscirono fuori dalla mia bocca.«Figurati signora Turner, se avete bisogno non esitate a chiedere»
«Lo prenderemo in considerazione» rispose.
«Vi siete accorti che ci sono pure io? Prossima volta potete anche rendermi partecipe delle vostre intenzioni» mi lamentai iniziando a smangiucchiare una fetta di pane che poco prima era stato portato al tavolo.
«Oh ci eravamo accorti tutti della tua presenza» rispose Pedro ridacchiando.
Per il resto del pranzo rimasi in silenzio a mangiare o ad ascoltare i discorsi a cui difficilmente sarei riuscita a prendere parte. Non tanto perché erano complessi da capire, ma perché riguardavano persone o eventi a cui non ne ero a conoscenza. L'unica cosa che mi interessava era guardare storto la signorina Nancy la gattara. Faceva di tutto pur di attirare l'attenzione di Pedro. Gli toccava il braccio, gli passava il sale, gli faceva assaggiare il suo cibo dalla stessa forchetta.
La cosa che mi faceva imbestialire era proprio Pedro, che stava al suo gioco e allo stesso tempo si rivolgeva a me come se nulla fosse. O almeno, tentava di rivolgersi a me, ma io cercavo di evitarlo a tutti i costi.
Era terribilmente difficile evitarlo poiché eravamo troppo vicini. Sussultai quando il suo ginocchio si appoggiò sul mio ginocchio nudo. Una scarica di adrenalina lungo tutta la mia schiena. Cazzo, come potevo andare avanti in quel modo?
«Per caso voi due siete una coppia?» chiese una donna seduta al nostro tavolo, indicando prima Nancy e poi Pedro. L'uomo s'irrigidì mentre la Nancy scoppiò in una risata acuta. Io mi agitai sul posto e per sbaglio feci cadere la forchetta per terra.
Il tintinnio della posata spostò lo guardo di tutti su di me. «Cazzo ora come faccio a mangiare?!» brontolai altre espressioni poco femminile ed educate che mandarono mia madre in bestia.
«Amelia Rosemary Turner modera il linguaggio!» esclamò mia madre ormai rossa in volto.
«Liz mantieni la calma» la rassicurò mio padre. Io non badai tanto a loro e mi sporsi con una mano sotto il tavolo per cercare la forchetta caduta. La mia mano incontro quella di Pedro e mi bloccai a fissare il suo sorriso sghembo. Giuravo su tutto quello che avevo di più caro che avrei tanto voluto prenderlo a schiaffi.La sua mano si soffermò ad accarezzare la mia e io non riuscì più a capire nulla. Avevo solamente voglia di saltargli addosso. Ecco cosa volevo fare in quel momento.
«Carino il tuo nome per intero, non me l'avevi mai detto» disse porgendomi al forchetta caduta.
«Perché tu non sei tenuto a sapere nulla!» presi la forchetta e ritornai a sedermi composta cercando di non incontrare lo sguardo di Pedro.Guardai l'orario dal display del telefono, erano solo le 13:45, la giornata era ancora lunga e avevo bisogno dell'unica cosa che riusciva a calmarmi: la nicotina. Così presi la borsetta, il cappotto e uscì dal salone.
Il freddo pungente mi pizzicò la punta del naso e il leggero venticello mi scompigliò i capelli.Mi accessi velocemente una sigaretta e aspirai tutto il fumo. Avevo smesso per qualche mese con quella merda e non negavo di stare meglio senza, ma era l'unico modo per fermare le voci nella mia testa che si erano infittite ancora di più da quando Erik aveva cercato di abusare di me.
«Eccoti qui, siamo capitate nei tavoli opposti! Ma io dico si potrà? Ero tanto così dal chiedere a Vanessa di spostarmi vicino a te» si lamentò Charlie raggiungendosi velocemente. Mi guardò di sottecchi e si accese pure lei una sigaretta. La sua presenza mi confortò.
Anche lei era presente al matrimonio perché era una parente di Vanessa. Cugina di secondo grado per la precisione.
«Non avevi detto di aver smesso con questa merda?» chiese curiosa alzando la sua sigaretta accesa.«Le cose cambiano» dissi pensierosa.
«Ehi è successo qualcosa?» mi chiese mettendomi una mano sopra la spalla. Lei (così come Stacy) era ignara di tutto quello che aveva tentato di fare Erik, nessuno tranne Pedro lo sapeva. Me ne vergognavo. Speravo solo che Axel non fosse tale e quale al suo amico o Charlie avrebbe corso un grosso pericolo.Sbuffai buttando a terra il mozzicone della sigaretta e spegnandolo con la suola del tacco.
«Sono seduta vicino a Pedro e a Nancy la gattara»Lei scoppiò a ridere portandosi le mani sul viso. «Oddio!»
«Ecco hai già capito» le sorrisi.
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Whiskey eyes
أدب نسائيCome un fulmine a ciel sereno Pedro Pascal è piombato nella mente di Amelia Turner. È bastato un solo sguardo per farla cadere ai suoi piedi. C'è però un piccolo problema: lui è il nuovo sceriffo della città mentre lei è la figlia del sindaco. ‼️EVE...