51. Nodi che vengono al pettine

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Quando la porta si aprì, mi trovai faccia a faccia con una donna che non avevo mai visto prima. Sembrava stanca, ma portava sul volto un'aria fiera e sicura, come se fosse pronta a difendersi da qualsiasi cosa. Mi ci volle un attimo per notare il dettaglio che mi colpì più di tutto: il suo ventre arrotondato, chiaramente segnato da una gravidanza avanzata.

Lei si accorse che la stavo fissando e così sorrise accarezzandosi il pancione, facendomi notare anche la luccicante fede dorata.

Rimasi congelata, incapace di dire una parola. Immediatamente le rotelle della mia mente incominciarono a far ripartire l'ingranaggio e ogni pezzo del puzzle sembrava avere un senso. Non poteva essere... eppure, dentro di me già sapevo.

Era la moglie di Pedro.

Lei mi guardò con un sopracciglio alzato, come se aspettasse che io dicessi qualcosa. Quando il silenzio si fece troppo lungo, riuscii a dire qualcosa, anche se la mia voce era debole, quasi tremante: «Sto cercando Pedro»

Non appena pronunciai il suo nome, il volto della donna cambiò. Il sorriso che comparve sulle sue labbra era tutto fuorché amichevole. C'era un'ombra di fastidio, forse persino di disprezzo, nei suoi occhi.

«Ah. Pedro ma certo» rispose con un tono tagliente che mi fece venir voglia di sparire. Fece una pausa, incrociando le braccia sopra il ventre con un gesto che sembrava voler marcare il territorio. «Beh, lui non è qui. È in centrale. Sai, è uno sceriffo, è sempre molto occupato forse è meglio se lo lasci stare»

Il suo sguardo mi trapassò come una lama, come se volesse scavare dentro di me per trovare una conferma ai suoi sospetti. Io rimasi muta, incapace di controbattere o spiegarmi.

Poi, come se non potesse trattenersi, aggiunse con un sorriso ironico: «Strano, però, che tu sia venuta a cercarlo proprio a casa sua. Solitamente chi ha bisogno di lui va in centrale»

Ogni parola mi colpiva come un macigno.

Lei sapeva?

Aveva capito?

O forse stava solo mettendo alla prova i miei nervi?

Non ne ero sicura, ma il senso di colpa e di vergogna mi soffocava.

«Grazie» mormorai appena, voltandomi di scatto per andarmene.

Mentre mi allontanavo, sentii il suo sguardo bruciarmi la schiena. Sapevo che non aveva finito, che in qualche modo quella donna avrebbe trovato un modo per farmi pagare tutto questo. E, più di tutto, sapevo che Pedro non avrebbe mai potuto rimediare al dolore che aveva causato.

***

Entrai nell'ufficio senza bussare, il cuore che mi batteva così forte da rendermi difficile respirare. Non ero sicura di cosa aspettarmi, ma la scena che si presentò davanti a me mi tolse il fiato.

Era peggio del previsto.

Pedro era seduto alla sua scrivania, rigido, il volto teso e i pugni serrati. Davanti a lui, mio padre: la sua figura imponente dominava la stanza, gli occhi carichi di una rabbia che sembrava divorare ogni cosa.

Sul tavolo c'erano delle foto. Anche da lontano, le riconobbi subito: io e Pedro. Insieme. Erano la nostra condanna, la prova definitiva. Chi gli aveva procurato quelle foto?

Mio padre si voltò verso di me, lanciandomi uno sguardo che mi fece gelare il sangue. Ma non disse nulla. Si voltò di nuovo verso Pedro e riprese a parlare, con una calma spaventosa che mi faceva venire voglia di scappare.

Non avevo mai visto Johnatan Turner così accecato di rabbia in vita mia.

«Credevo fossi un uomo. Credevo che almeno avessi il senso dell'onore. Ma guardati. Un uomo sposato che si comporta come un ragazzino, andando a letto con una minorenne! Uno sceriffo che infrange la fiducia di chiunque lo circondi» disse, scandendo ogni singola parola.

«Papà non è colpa sua basta!» esclamai con gli occhi lucidi.

«Tu stanne fuori per adesso!» tuonò livido di rabbia.

Pedro alzò lo sguardo, freddo, ma la tensione nel suo volto era evidente. Non c'era traccia dell'uomo che conoscevo, dell'uomo che pensavo mi amasse. La fine di qualcosa che nemmeno pensavo fosse nato, si stava sbriciolando davanti ai miei occhi e io non ero in grado di fare nulla.

«La colpa non è solo mia. Amelia era consenziente» disse con un tono duro, che mi colpì come uno schiaffo.

Quelle parole mi lasciarono senza fiato. Sentii il peso di quello sguardo cadere su di me: mio padre mi fissava, incredulo e disgustato.

«Consenziente?» ripeté, con un sorriso amaro che non raggiunse gli occhi. «Ah, quindi adesso è colpa di mia figlia? Sei più viscido bastardo»

«Non sto dando la colpa a lei. Sto dicendo che entrambi sapevamo cosa stavamo facendo» ribatté Pedro, il suo tono freddo, alzandosi dalla sedia e ritrovandosi faccia a faccia con mio padre.

Ogni parola che pronunciava mi feriva più di quanto avrebbe fatto un coltello. Non c'era traccia di emozione nella sua voce.

Nessun rimorso.
Nessuna protezione.
La nostra relazione era finita prima ancora di iniziare.

Mio padre lo guardò con un disprezzo e sospettavo che si stava trattenendo dal mettergli le mani addosso.

«Ascoltami bene, Pedro. Tua moglie ti sta dando un figlio. Ringrazia Dio per questo, perché altrimenti ti avrei già distrutto. Ti avrei fatto cacciare da questo ufficio, ti avrei tolto ogni cosa. E non finisce qui: se anche solo osi pensare di toccare ancora mia figlia, ti assicuro che non rimarrà nulla della tua carriera. Ti ridurrò in cenere» sibilò minaccioso. Sapevo che era in grado di fare questo e altro di molto più peggiore.

Pedro rimase immobile, le mani ancora serrate in pugni. Poi, mi guardò per un lungo istante, ma non c'era nulla nei suoi occhi che ricordasse l'uomo che conoscevo. L'uomo pieno di passione e di emozioni.

«Non c'è niente da salvare qui. Tutto questo non sarebbe mai dovuto accadere. Non lo rifarò mai più»

Le sue parole mi colpirono come un colpo al petto. Provai a dire qualcosa, a giustificarmi, ma lui distolse lo sguardo prima che potessi parlare.

«Non voglio altro dramma... » continuò, rivolgendosi a mio padre. «Mi prenderò cura della mia famiglia. Amelia non la rivedrò più» si accordò con mio padre e parlò con distanza, come se io non posso a pochi metri da lui, spettatrice silenziosa di quel terribile litigio.

Il silenzio che seguì fu peggiore di qualsiasi altra cosa. Mio padre mi fissò, la rabbia nei suoi occhi era mista a una delusione che mi trafisse l'anima. «Tu sei stata una sciocca. Una sciocca che non capisce nulla. Noi due parleremo a casa. E sarà un discorso che non dimenticherai mai più»

Abbassai lo sguardo, incapace di sopportare il peso di quelle parole. Mio padre uscì dalla stanza, lasciando dietro di sé un silenzio insostenibile.

Quando rimasi sola con Pedro, sperai che dicesse qualcosa. Che mi guardasse, che mi rassicurasse, che mi dimostrasse che non ero sola. Ma lui rimase in piedi, a fissare il pavimento.

«Vai» disse infine, senza nemmeno guardarmi.

Lo fissai per un lungo momento, aspettando una parola, una spiegazione, qualsiasi cosa. Ma non arrivò nulla. Alla fine, mi voltai e uscii.

Quando chiusi la porta dietro di me, sentii che non stavo lasciando solo quell'ufficio. Stavo lasciando ogni cosa che avevo pensato di avere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 3 days ago ⏰

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