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«Infine questo è il bagno, non è tanto grande ma è bellissimo!» esclamò mamma dall'altro campo del telefono.
Ero in chiamata da qualche minuto con mamma. Appena aveva risposto aveva iniziato a raccontarmi del viaggio, di quanto fosse caldo in quel luogo e di quanti insetti ci fossero.
Successivamente aveva deciso di farmi un room tour della sua stanza in nave. Dire stupenda era due poco.
Inoltre era uscita nel piccolo balconcino per farmi vedere il magnifico panorama che si estendeva.Finalmente avevo deciso di chiamare i miei genitori per sapere come stava andando la loro crociera, nei giorni precedenti ero stata tanto indaffarata con la scuola che avevo perso tempo e il fuso orario non giocava dalla mia parte. Poteva accadere che mi ricordassi di chiamarli quando da loro era notte fonda.
«Che te ne pare?» la voce di mamma mi riportò alla sua attenzione.
«Sembra tutto magnifico, mi passeresti papà?»
La vidi annuire e attesi di parlare un po' con papà che stava comodamente steso nel letto a leggere un giornale locale.
Cercai di trattenere le risase quando vidi che mio padre si stava portando il telefono vicino all'orecchio, convinto che stessimo facendo una telefonata normale.Jonh e la tecnologia non andavano per niente d'accordo!
«Papà sono in videochiamata, se allontani il telefono dal tuo orecchio mi vedi... ecco perfetto»
«Oh ciao piccolina che bello vederti, che forte la videochiamata perchè non l'abbiamo mai fatta prima d'ora?» mi domandò sistemandosi meglio gli occhiali sul naso. Io sghiggnazzai divertita vedendo papà mezzo scompigliato.
«Non abbiamo mai avuto la possibilità. Abbiamo sempre trascorso le vacanze assieme e io non mi sono mai allontanata da casa»
«Presto però andrai al colleghe, allora si che inizieremo a fare videochiamate...» aggiunge papà con un sospiro. Intravidi nei suoi occhi tristezza.
Mi lamentavo sempre perché i miei genitori faticavano a lasciarmi andare via dalla loro ala, ma non mi ero mai chiesta quanto potesse essere doloroso per loro farlo. Però dovevano farlo prima o poi giusto? Faceva parte della vita. E per quanto io amassi stare con i miei genitori, non potevo rimanere per sempre piccola.
«Per il momento pensiamo al mio ultimo anno di liceo, volete sapere le ultime novità? L'altro giorno è successo che...»
Così iniziai una lunga chiacchierata con i miei genitori, per metterli a corrente ciò che stava succedendo a me e nella nostra cittadina.
Con mamma e papà avevo un rapporto molto speciale, nonostante fossero molto severi, potevo parlare di tutto. Tranne delle piccole scappatelle alle feste o nei club con Stacy e Charlie.A mal in cuore dovetti chiudere la videochiamata perché mamma e papà dovevano andare a riposare e io non volevo che stessero in piedi fino a tardi, il giorno successivo loro avevano una visita guidata e sarebbe stato piuttosto stancante per loro.
Chiusi il computer sistemandolo per bene sopra la piccola scrivania, da noi erano le cinque di pomeriggio e il sole stava pian piano morendo in un tramonto bellissimo.
«Mel!» urlò Pedro dal giardino sul retro. Cosa ci faceva già a casa? Poi mi ricordai delle parole di questa mattina che io avevo distrattamente ascoltato. In un batti baleno mi alzai dal letto per affacciarmi alla finestra.
Lo vidi indaffarato con il barbecue, stava preparando la brace. Vidi che il gazebo era stato decorato con piccole lucine che illuminavano il tavolo apparecchiato con birre, stuzzichini, piatti e bicchieri.
«Mi porteresti un bicchiere di acqua?» chiese guardando verso l'altro, verso la mia direzione.
«Arrivo subito»
Andai in cucina chiedendomi perché aveva intenzione di fare un barbecue con questo freddo, a metà ottobre. Era tutto matto Pedro Pascal. Subito mi domandai se fossi invitata pure io, chi altro ci sarebbe stato?
Mi strinsi nella mia felpa quando una freschino brezza mi travolse. Con il braccio tremante dal freddo porsi il bicchiere a Pedro che sorseggiò con foga il liquido. Lo osservai attentamente e notai che due goccioline erano colate sul suo collo, fino ad essere prosciugate dalla sua leggera maglietta grigia. Bene... una persona come si sarebbe potuta trasformare in una maglietta? Avevo necessità di saperlo in quel momento.
Mi morsi il labbro per cercare di placare qualsiasi pensiero sporco che la mia mente avrebbe potuto immaginare.
Non aveva freddo? Io stavo congelando... ma vedendo quella scena improvvisamente il mio corpo prese a bruciare.
«Grazie» mi ringraziò inconsapevole di ciò che stavo pensando in quel momento.
«Prego. Hai ospiti questa sera?»
«Abbiamo» mi corresse impegnato a girare la brace ormai bollente.
«Abbiamo. Ma chi sono? Magari li conosco»«Sono tutti colleghi di lavoro. Kate e Simon Doson, Johnny McLaren e la sua futura moglie, Luis Preston e Nancy Mur...»
«Nancy la gattara?!» i miei pensieri presero voce per via dello stupore. Pedro mi guardò con un sopracciglio alzato. Io appena mi accorsi della figura di merda appena fatta sgranai gli occhi e mi portai le mani davanti alla bocca.
«Ehm... volevo dire Nancy Murphy non lavora in centrale come l'hai conosciuta?» chiesi quasi infastidita dalla sua presenza. Quella donna era veramente bellissima, non era strano che anche Pedro fosse caduto ai suoi piedi. La cara Nancy aveva degli standard troppo alti che molti uomini di questa città non riuscivano a soddisfare, a quanto pare però Pedro aveva scaturito interesse in lei.
Magari poteva anche nascere l'amore tra di loro. Controllai se nell'anulare della sua mano sinistra ci fosse ancora la fede, ma non la trovai. Si trattava forse di un caso?
«Mi ha chiesto aiuto a montare un mobile qualche settimana fa e ho pensato che fosse un gesto gentile invitarla»
Certo, certo... solo un gesto gentile.
Questa volta per fortuna la mia bocca non formulò inconsciamente i miei pensieri, altrimenti mi sarei scavata molto volentieri la fossa da sola per scomparire una volta per tutte da Pedro.Cercai di mantenere la calma e di non far notare il mio fastidio. Chi ero io per entrare negli affari sentimentali di Pedro? Una sciocca che gli piaceva un po' troppo.
Dondolai prima su un piede e poi su un altro pensando a cosa dire.
«Posso darti una mano?»Lui annuì tutto indaffarato. Guardò il display del telefono per controllare l'orario e poi i suoi occhi scuri incontrarono i miei. «Fra qualche ora devono arrivare gli ospiti, ti va finire di apparecchiare la tavola? Poi ti lascio libera di prepararti, voi donne siete molto lente a prepararvi!»
Rimasi a bocca aperta e gli diedi una pacca scherzosa sulla spalla. «Io sono velocissima a prepararmi!» esclamai fingendomi offesa e il mio cuore sussultò quando vidi il sorrisone di Pedro. Se mi sentissero Charlie e Stacy avrebbero molto da contestare, ma fortunatamente loro non sono qui.
«Allora sei l'eccezione che conferma la regola» disse lui grattandosi la sottile barba.
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Whiskey eyes
Chick-Lit|| AGE GAP BOOK || Come un fulmine a ciel sereno Pedro Pascal è piombato nella mente di Amelia Turner. È bastato un solo sguardo per farla cadere ai suoi piedi. C'è però un piccolo problema: lui è il nuovo sceriffo della città mentre lei è la figlia...