Gli occhi chiusi e il sole sul mio volto.
Odore di fiori e brezza marina.
Il mio cervello che smetteva di procurare rumore abbandonandosi, finalmente, al silenzio.
Le preoccupazioni portate via dal mare.
L'ansia sparita nel vento.
E la me del resto dell'anno che si scioglieva alla luce del sole.
E sotto quella cera, quelle maschere, c'era tutto quello che volevo e potevo essere.
Non qualcuno da imitare.
Ma qualcuno di cui esserne orgogliosa, qualcuno che finalmente era libera dalla schiavitù della propria mente.Aprii gli occhi osservando il portone a me davanti.
Come tante volte prima avevo fatto, spinsi con forza la porta di legno difettosa ed entrai nel palazzo, percorrendo due rampe di scale prima di fermarmi di fronte un ingresso.
Nonna era lì, nascosta leggermente dalla porta aperta che mi sorrideva.
Le baciai la guancia e trascinai le due valigie dietro di me.
"Riposati." Mi disse, "Ti chiamo io quando dobbiamo mangiare."
Annuii leggermente e trascinai ancora quelle maledette valigie pesanti nella mia camera.
Nonna mi chiuse la porta e nel frattempo mi tolsi le scarpe.Mi stesi sul letto e chiusi gli occhi.
Sospirai. Erano anni che non venivo in vacanza in questo luogo.
Ma erano anche anni che continuavo a fingere di essere una persona che non mi rappresentava.
Qualcuno che avrei voluto essere, certo, ma che non ero.
Mi poggiai una mano sul petto sentendo il cuore battere lentamente, con calma.
Erano mesi che non era così tranquillo.
Mi girai su un fianco e strizzai gli occhi, cercando di smettere di pensare.
Ero tornata qui, in questo posto che per anni avevo dato per scontato, alla ricerca di qualcosa.
Ero tornata qui, in un posto che per più di vent'anni aveva dato vita alla versione migliore di me stessa, sperando che la sua magia mi potesse aiutare.
Ed ero tornata qui, perché avevo perso me stessa e non sapevo più distinguere ciò che io volessi essere da ciò che gli altri volevano che io fossi.
Perché se a quindici anni questo posto fece per me magia, dandomi un piccolo assaggio di spensieratezza e libertà, regalandomi speranza e sicurezza in me stessa; perché non avrebbe dovuto farlo anche adesso, che ne avevo ventuno?
E mi addormentai con l'immagine di una me felice, il volto un po' paffuto e i capelli ancora selvaggi.
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Gocce d'estate[C.L]
RomanceDove una ragazza persa incontra un ragazzo ancora più perso e insieme ritrovano la via di casa. Oppure. Martina ha ventun anni e nessuna idea di chi sia, di cosa voglia a fare e quale siano le sue aspirazioni. E quando si ritrova improvvisamente a...