9. Beach volley

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Uscii dall'acqua che erano le dodici passate, e mi fiondai al telefono chiamando nonna e avvisandola che non avrei mangiato a casa ma al lido.

Gli altri erano ancora in acqua mentre io andai a farmi una camminata, continuando a parlare di scemenze con nonna.

Chiusi il telefono e mi fermai difronte un campo di beach volley, ammirandolo in tutto il suo splendore.

Mi mancava pallavolo, realizzai, mi mancava assai.

Mi sedetti sulla sabbia noncurante del mio costume bagnato e poggiai il mento sulle ginocchia, osservando due bambine giocare.

Mi ricordavano me e le mie ex compagne di squadra, e il modo in cui ci prendevamo in giro a vicenda ridendo nei nostri errori.

Sorrisi nostalgica e le guardai giocare animatamente.

Poi sentii della sabbia sul mio fianco e mi girai a destra, vedendo solamente un costume nero e un bel paio di addominali.

Voltai la testa di scatto sapendo benissimo a chi appartenessero quei muscoli.

Mi misi una mano sulla faccia sentendomi accaldata e ignorai la sabbia che mi stava calciando addosso.

"Dai, muoviti. Dobbiamo andare a mangiare."

Non lo guardai per evitare spiacevoli incontri e mi alzai, togliendomi la sabbia di dosso e dal costume.

Camminai al suo fianco e diedi un'ultima occhiata a quelle due bambine, sentendo solo e solamente risate.

Lui mi guardò curioso e io ricambiai lo sguardo, alzando leggermente le sopracciglia per chiedergli silenziosamente che cosa volesse.

"Giocavi?" E indicò il campo da beach.

Lo guardai sorpresa e annuii, realizzando quanto fosse bravo nell'osservare e ricordarsi i piccoli dettagli.

"Forse dopo possiamo fare una partita con gli altri." Disse semplicemente, e io gli sorrisi entusiasta.

"Sai giocare?"

"Per niente. Non sono bravissimo negli altri sport." Disse grattandosi il retro della nuca.

Sorrisi divertita. "Allora non vedo l'ora di giocarti contro." E gli feci un occhiolino giocoso.

Lui mi guardò qualche secondo in più del necessario e si lasciò sfuggire un sorrisetto con tanto di fossette.

Gli ultimi passi che ci separavano dall'ombrellone li facemmo in silenzio.

Eppure non era imbarazzante o pesante.

Semplicemente confortevole.

Appena sotto l'ombrellone realizzai che ero solo in costume, così mi affrettai a mettermi il vestito e sentii un braccio sulle spalle.

Mi girai verso Lando che mi guardava con un sopracciglio alzato e sospirai, sapendo già cosa volesse dirmi.

"Sooo. Charl-"

"Shhh!" Dissi posandogli, più schiaffandogli, una mano sulla bocca.

Lui mi guardò curioso e io alzai gli occhi al cielo, desiderando di tirargli una testata.

Mi girai intorno e notai come gli altri si stessero già dirigendo verso il ristorante del lido, così tolsi la mano dalla sua faccia e presi a camminare.

Lo sentii raggiungermi correndo e mi prese a braccetto ancora una volta.

"Stop it. I don't like him. He is just, like, an acquaintance."

Gocce d'estate[C.L]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora