Nonostante il giorno prima fossimo tornati ad un orario piuttosto ragionevole, trovai veramente difficile alzarmi dal letto e mi decisi a rotolare via da sotto le coperte solamente dopo la quarta sveglia.
Perché a volte ne mettevo una decina. Per sicurezza.
Le qualifiche della sprint race sarebbero iniziate fra quasi tre ore, così mi buttai in doccia e cercai di essere il più veloce possibile, i capelli zuppi mentre uscivo dal bagno e mi infilavo un jeans e un top blu scuro. E davvero, cercavo di vestirmi il più comodo possibile perché avrei passato un'intera giornata fuori. Sotto al sole, per di più.
Mi asciugai distrattamente i capelli e riscaldai la piastra, le mie dita esperte ed abili che lavoravano veloci mentre controllavo l'orario e notavo che la colazione sarebbe finita fra circa mezz'ora.
Mi applicai un po' di olio rimpolpante sulle punte dei capelli e misi un po' di mascara, una spolverata di correttore nei punti necessari e mi infilai i sandali dal tacco basso, gli occhiali in una mano e la borsetta nell'altra.
Ed infilai la chiave elettronica nella mia tasca mentre mi affrettavo a prendere un ascensore, quest'ultimo che stava per chiudersi mentre premevo velocemente il bottone per l'apertura delle porte e sospiravo irritata quando esse si chiudevano comunque.
Mi spostai verso l'altro ascensore premendo il bottone con insistenza, il suono delle porte che si aprivano al mio lato destro mentre sorridevo trionfante ed entravo nel cubicolo che avevo tanto maledetto prima.
E non lo avessi mai fatto perché all'interno vi trovai il monegasco e la sua fidanzata, i miei occhi comicamente spalancati mentre mi impegnavo a far finta che la loro presenza non mi turbasse.
Alex mi sorrise graziosamente e Charles si portò una mano dietro la nuca, un leggero goodmorning che lasciava le mie labbra mentre mi torturavo le dita e pregavo che l'ascensore arrivasse a destinazione il più velocemente possibile.
Perché era quasi soffocante e non avevo nessuna intenzione di passare un minuto in più chiusa tra quei due. E Leclerc non mi aveva lanciato nemmeno uno sguardo quella mattina.
Non mi aveva guardato una singola volta da quando ero arrivata il giorno prima, in realtà.
Appena le porte si aprirono li salutai con una mano velocemente e mi diressi a gran passo verso la sala colazione, Lando seduto su una sedia poggiato sulla propria mano che sonnecchiava mentre Max lo ignorava totalmente e parlava con un paio di persone.
Scossi leggermente Lando e quest'ultimo sobbalzò, un piccolo sorriso divertito sulle mie labbra mentre scuotevo la testa e mi sedevo a lui accanto. E mangiavo qualsiasi Lando mi avesse posto nel piatto che mi aveva gentilmente già preparato.
E a volte credevo vivamente di poterlo amare. Ma il pensiero mi spaventava e probabilmente non ero abituata a questo tipo di premura.
"You can't even imagine what just happened to me," Spezzai il silenzio mentre lui mi dava un bacio rapido sulla guancia, io che tiravo un morso al mio cornetto e masticavo lentamente mentre Lando mi guardava impaziente.
"So?"
"I had to take the fucking elevetor to come here, right? So, I was late and the doors closed so I was like 'Fuck, I don't wanna do the fucking stairs!' Then the doors opened and I was like 'Thank God, I'm too lazy for that!' and guess who I meet?"
"No!"
"Yes! Stupid-Leclerc and his girlfriend!" Sussurrai a pochi centimetri dal suo volto, Lando che scuoteva la testa mentre rideva e io che mi imbronciavo e incrociavo le braccia davanti al mio petto. "Don't laugh! I was in a good mood and now I'm not anymore."
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Gocce d'estate[C.L]
RomanceDove una ragazza persa incontra un ragazzo ancora più perso e insieme ritrovano la via di casa. Oppure. Martina ha ventun anni e nessuna idea di chi sia, di cosa voglia a fare e quale siano le sue aspirazioni. E quando si ritrova improvvisamente a...