Ancora una volta mi svegliai con la luce del sole che entrava insistentemente dalla finestra, la mia mano sinistra che mi copriva gli occhi mentre mugugnavo leggermente nel sonno.
Provai a girarmi dall'altro lato, un peso sul mio fianco e un altro tra le mie gambe che mi impedivano di muovermi.
Sussultai quando realizzai fosse un braccio, e mi girai leggermente col capo notando una testa arruffata dormire poco sotto l'incavo del mio collo.
La mia mano era intrecciata alla sua e lentamente iniziavo a collocare i ricordi della sera prima, le mie guance che diventavano automaticamente rosse quando realizzavo come ci fossimo finiti in quel letto. A dormire insieme.
Lo sentì lamentarsi sonoramente nel sonno, la sua testa che si nascondeva tra il mio collo e la mia spalla mentre mi stringeva di più a lui.
E le mie labbra si incurvarono automaticamente, i miei occhi che si chiudevano ancora una volta mentre provavo a riprendere sonno.
E la pace non durò tanto, dei passi rumorosi che percorrevano il corridoio e la porta della stanza del pilota che veniva spalancata.
"Charles. Wake up, breakfast is re- oh!" Aprii gli occhi di scatto e alzai la testa verso l'intruso, la mia mano che cercava di liberarmi dalla morsa del monegasco mentre lui sembrava proprio non volermi lasciar scappare.
"Five more minutes, Carlos." E la sua voce roca mi fece venire i brividi, la mia testa che sprofondava nel cuscino mentre lo spagnolo si volatizzava via dalla camera.
"Oddio." Mugugnai strofinandomi il volto con la mano libera, la mia testa leggermente dolorante e le mie guance di nuovo rosse.
E, veramente, farmi arrossire solitamente era un'impresa davvero ardua.
"Charles. Charles, svegliati." Gli mossi leggermente il braccio, la sua testa che affondava ancora tra i miei capelli mentre scuoteva lentamente la testa.
"No, restiamo in letto altro po'." E la sua voce assonnata mischiata al suo italiano ancora confuso mi fecero sorridere brevemente.
"Dai, chissà che staranno pensando gli altri."
"Non mi interessa."
"Interessa a me." E lo sentii sospirare leggermente, il suo braccio che mi lasciava andare mentre si metteva a pancia in su.
"Contenta?" E si girò a guardarmi, io che mi ero tolta da sotto il lenzuolo e mi ero messa seduta.
Lo vidi arricciare gli angoli delle labbra e guardarmi divertito, le mie sopracciglia che si aggrottavano mentre pensavo a cosa ci trovasse di tanto spiritoso.
"Perché ridi?"Il suo sorriso si allargò e poggiò tutto il suo peso su un gomito, allungando l'altro braccio e avvicinando la sua mano al mio volto.
"Sei un piccolo panda." E mi strofinò un dito sopra la guancia, il suo polpastrello che si tingeva di nero mentre io sbuffavo annoiata.
"Questa è colpa tua!" E lo indicai scuotendo la testa, lui che si sorreggeva il capo con una mano mentre mi guardava da sotto.
"Ah si? E perché mai?"
"Mi hai- mi hai distratto."
"Distratto? E come ti avrei distratto, Ferrari girl?"
E imitò la mia posizione, il suo torso nudo che mi costringeva a guardare da un'altra parte mentre cercavo una risposta intelligente.
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Gocce d'estate[C.L]
RomansaDove una ragazza persa incontra un ragazzo ancora più perso e insieme ritrovano la via di casa. Oppure. Martina ha ventun anni e nessuna idea di chi sia, di cosa voglia a fare e quale siano le sue aspirazioni. E quando si ritrova improvvisamente a...