23. Beau

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La musica era alta e il posto abbastanza piccolo, i ragazzi molto più di quanto ricordassi ci fossero in questo paesino e le luci che offuscavano la mia vista già confusa dall'alcol.

Ero in pista, ovviamente, e ballavo con Kika, i crampi alla pancia che avevano ripreso mentre cercavo di ignorarli.

Quando ne ebbi abbastanza mi allontanai leggermente dal gruppo dirigendomi verso il bar, i miei piedi che sospiravano di felicità quando mi sedetti su uno degli sgabelli e prendevo un po' di fiato.

Si avvicinò un ragazzo più o meno della mia età e mi sorrise amichevolmente, lui che chiamava il barista mentre si girava verso di me affascinante.

"Posso offrirti qualcosa?" Sorrisi educatamente e scossi la testa, il ragazzo che insistette leggermente ma annuì sconfitto quando capì fossi decisa.

E non era brutto e sembrava pure un bravo ragazzo, quindi quando mi si sedette accanto per finire il suo drink non mi dispiacque del tutto.

"Sei qui con qualcuno?" Mi urlò nell'orecchio, avvicinandosi leggermente ma mantenendo sempre una ragionevole distanza.

"Si, sono in pista." Lui annuì e mi porse il suo drink, io che guardavo il contenuto giallastro e scuotevo la testa.

"Non mi piace il limone."

Lui si portò una mano al cuore e fece finta di sentirsi male, io che ridevo leggermente mentre lui si ricomponeva e mi rivolgeva uno sguardo suggestivo.

"Quindi tu sei una per la pesca, eh?" E quasi alzai gli occhi al cielo alla battuta penosa.

"Ok, ok, era brutta, lo ammetto." E questa volta gli sorrisi più genuinamente, concordando con lui mentre continuava ad osservarmi.

Mi si avvicinò più vicino e ancora una volta mi parlò nell'orecchio, utilizzando la scusa che non sentisse mentre si avvicinava un altro po'.

"Vuoi ballare?" E davvero non mi sembrava una cattiva persona, era pure abbastanza carino e normalmente avrei accettato quasi immediatamente; eppure la nostra interazione fu interrotta quanto sentii una mano calda sulla mia schiena e una figura alle mie spalle.

Mi raddrizzai immediatamente e mi girai verso l'autore di quel gesto, i suoi occhi verdissimi che per la prima volta non erano me a guardare così decisi.

"È occupata, ciao." E il ragazzo sconosciuto spalancò leggermente la bocca prima di guardarmi con le sopracciglia aggrottate e andarsene via.

Mi bagnai le labbra e non seppi cosa pensare, un lato di me eccitato dalla sua mano sul mio corpo e l'altro razionale che desiderava solamente di urlargli contro.

E vinse il mio orgoglio.

"Perché lo hai cacciato via? Non aveva fatto niente di male!"

"Sei impazzita?! Sei sparita all'improvviso e non ti trovavo- trovavamo più!"

"Ero in ottima compagnia, tranquillo." E lo vidi serrare la mascella, la sua mano che cadeva dal mio fianco mentre si allontanava leggermente.

E quasi volli rimangiarmi le parole, dirgli che ero stupida e di rimettere il suo stupido palmo dove doveva stare.

"Andiamo dagli altri."

"Perché lo hai cacciato via?"

"Dai, ti staranno cercando."

"Perché lo hai cacciato via." E lo vedevo nei suoi occhi che fosse impaziente, e il loro luccichio mi suggeriva che anche lui fosse brillo tanto quanto me.

Gocce d'estate[C.L]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora