Io e Kika eravamo nella mia camera, l'enorme beauty strapieno della modella sul mio letto mentre scavavo disperatamente nella mia valigia alla ricerca di qualcosa che mi convincesse abbastanza.
Perché, per qualche assurdo motivo, era quasi come se quella sera fosse la prima serata con loro in assoluto, e non riuscivo a togliere dalla mia testa il pensiero che dovessi essere totalmente perfetta.
Quindi avevo iniziato circa due orette prima dell'arrivo di Kika a prepararmi, una doccia non eccessivamente lunga per non rovinare i capelli, una lunga sessione di scrub corpo e tanti passaggi di skincare dopo ero ancora indecisa e non sapevo minimamente cosa indossare.
La portoghese, che solitamente era quella che decideva cosa mettere all'ultimo, mi guardava esasperata con un pennello fondotinta in mano, lei che lo posava velocemente e mi veniva incontro strappandomi la valigia dalle mani.
Perché avevo una valigia apposita con i vestiti più particolari, ovviamente.
Scavò rapidamente al suo interno e tempo dieci secondi che aveva già un abito in mano, un tubino brillante bianco che pendeva dalle sue dita mentre annuiva con vigore.
E io scuotevo la testa perché non ero una da indossare questi modelli troppo accesi. Soprattutto in discoteca, che mai avevo indossato un colore diverso dal nero.
Lei sbuffò giocosamente spazientita e me lo buttò addosso prima di alzarsi da terra e dirigersi nuovamente verso la sua postazione make-up, io che guardavo indecisa il vestitino mentre Kika mi lanciava occhiate di sottecchi per assicurarsi lo mettessi.
E diedi silenziosamente ragione alla modella, il vestito abbastanza carino che avevo da quando ero adolescente che complimentava la mia pelle ancora discretamente abbronzata.
Perché tra un Gran Premio e l'altro avevo preso un gran bel po' di sole.
Era un abito corto e a maniche lunghe e velate, lo scollo abbastanza profondo e a V e il materiale morbido e liscio.
Me lo infilai velocemente e lo osservai brillare allo specchio, Kika che mi faceva un occhiolino ammiccante mentre scuotevo la testa e mi dirigevo verso la mia postazione trucchi.
Tempo venti minuti ed entrambe avevamo finito, Kika che si infilava i suoi tacchi neri mentre si osservava allo specchio lungo.
Ed era veramente, veramente stupenda.
E il suo vestito oro la complimentava tanto.
Allacciai alle mie caviglie un paio di tacchi argento e ci feci un fiocchetto, i lacci scintillanti che mi circondavano gran parte del lato basso della gamba mentre camminavo in giro per la stanza sperando non mi si sciogliessero.
Perché erano abbastanza scomodi, a volte.
Ma erano fin troppo carini.Mi spruzzai un po' del nuovo profumo e feci a Kika un occhiolino riconoscente, quest'ultima che scuoteva la testa mentre si posava un giacchetto sulle spalle e io afferravo il mio.
Scendemmo nella hall e trovammo Pierre e Lando aspettarci curvati sul bancone, le loro espressioni annoiate e seccate che si scioglievano lasciando posto a dei sorrisi genuini.
Il ricciolino mi venne incontro porgendomi il braccio e lo intrecciai con il mio, lui che mi lasciava un bacio sulla guancia e si fermava sul suo posto.
"Sei belisima." Esordì con voce sicura e lo guardai sorpresa. E felice, ma soprattutto sorpresa.
Lui ricambiò con un sorrisetto orgoglioso e annuì a sé stesso, io che scuotevo la testa lentamente e mi chiedevo in silenzio perché non ci stessimo dirigendo verso la macchina.
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Gocce d'estate[C.L]
RomanceDove una ragazza persa incontra un ragazzo ancora più perso e insieme ritrovano la via di casa. Oppure. Martina ha ventun anni e nessuna idea di chi sia, di cosa voglia a fare e quale siano le sue aspirazioni. E quando si ritrova improvvisamente a...